Linda Viaggio intereattivo: dal Messico al Canada da sola
Mi chiamo Linda, ho 23 anni e vi scrivo dal Messico. Come ci sino arrivata? Questa é una gran bella domanda a cui a volte nemmeno io so rispondere. Forse ognuno ha un destino, se così vogliamo chiamarlo, e il mio é sempre stato fin dall’inizio la ricerca della libertà. Quindi é semplicemente stata la vita a portarmi quì.
1. Come hai conosciuto il WHV in Australia e cosa ti ha spinto a partire?
Ma ora facciamo un passo indietro. Anche se so di aver sempre amato l’idea di lasciar tutto e partire, la grande svolta della mia vita é sicuramente stata segnata dal mio primo viaggio, quello in Australia. Non ricordo con precisione come nacque in me l’idea di fare i bagagli e partire, so solo che dovevo farlo. Non potevo più passare altro tempo nel posto che mi aveva dato la vita perché questo, ormai, mi stava stretto. Insomma, sentivo che dovevo rompere il mio guscio per scoprire cosa ci fosse fuori. Quindi, in un batter d’occhio, mi sono ritrovata sola, su un aereo diretto a Melbourne. Da quel giorno, tutta la mia vita é cambiata: si é colorata arricchendosi con milioni di sfumature che prima erano invisibili ai miei occhi. Partire mi ha fatto prendere fiducia in me stessa e nelle mie potenzialità. Mi ha fatto capire che i sogni non sono poi così irrealizzabili e che la vita é bella e vale la pena di essere vissuta a 360 gradi. Ma devo ammettere che l’esperienza Australiana non é così semplice come possa sembrare, i primi tre mesi dopo il mio arrivo sono stati per me una vera e propria lotta per la sopravvivenza. In quei mesi, lontana da casa, in un posto ostile, cupo, e negativo ho superato tante sfide ognuna delle quali mi ha fatto capire qualcosa sul mondo e su me stessa. Quindi credo che ognuno, almeno una volta nella vita debba avere il coraggio e la forza per mettersi in gioco e scoprire chi é veramente. E credo proprio che questo possa avvenire solo grazie al viaggio ma bisogna essere disposti a farlo perché questo richiede tanti sacrifici.
2. Sembra che tu abbia il gene del viaggio al tuo ritorno sei andata a vivere a Parigi e poi hai viaggiato ancora, pensi che il viaggio sia un vaso di Pandora una volta che si inizia non ci si ferma più?
Dopo il mio viaggio in Australia ho deciso che non avrei più voluto vedere mondo solo con un paio di occhiali. Io volevo indossarne un paio diverso per ogni giorno della mia vita. Così, siccome il mio inglese non era tanto buono quanto bastava per intraprendere un percorso di studi là, sono tornata in Europa e ho iniziato l’università a Parigi. Generalizzare é sempre un azzardo, quindi preferisco parlare per me e nel mio caso si, penso che il viaggio sia un vaso di Pandora una volta che si inizia non ci si ferma più, come si potrebbe farlo d’altronde? Volendo o no, viaggiare ti arricchisce, ti rende diverso, nuovo, migliore quindi perché accontentarsi di essere la persona che si é già quando invece al di là di essa ci può essere molto altro?
3.Come è stato il tuo impatto nel fare volontariato in Sudafrica?
Ho sempre desiderato di fare volontariato, non tanto per l’aiuto concreto che si può dare, (anche perché credo che questo sia davvero minimo), quanto per quello che emotivamente un’esperienza come questa può dare. Nel mio caso, l’impatto col volontariato in Africa é stato abbastanza negativo perché ho capito che anche in questo mondo il beneficio economico viene prima di ogni altra cosa. Raccomando quindi a tutte le persone che vogliano fare un esperienza come la mia, di informarsi a fondo sull’attendibilità dell’organizzazione con cui poi andranno a collaborare. Nel mio caso, mi sono sentita più un modo per ricavare benefici economici piuttosto che una persona pronta ad integrarsi con un gruppo e in una realtà, diversa da quella abituale, con lo scopo di aiutare.
4. Hai anche viaggiato in Namibia, e Zimbabwe come ti sei organizzata praticamente essendo da sola?
Devo ammettere che il mio viaggio in Africa é stato, organizzativamente parlando, completamente diverso, rispetto a quello in Australia e in Asia. Credo che questi due ultimi siamo paesi dove spostarsi e condurre una vita da backpacker sia davvero facile. Cosa che non posso assolutamente dire per l’Africa. Viaggiare e spostarsi in questo continente per me é stato più difficile del previsto. Non incontrando facilmente ragazzi ed essendo sempre sola, ho dovuto spesso fare i conti con imprevisti emotivi notevoli. Ma alla fine ce l’ho fatta e porto con me tanti ricordi indelebili.
5. Ti sei mai sentita in pericolo in Africa?
No. Tante persone mi avevano fatto “terrorismo” psicologico prima di partire per l’Africa, quindi viaggiavo in modo quasi paranoico. Ma col tempo ho capito che se vuoi viaggiare i pregiudizi li devi lasciare a casa. Tutto il mondo é paese quindi per me non esistono zone più pericolose di altre. In Africa non mi sono mai sentita in pericolo anzi, ho conosciuto un popolo formidabile da quale ho imparato il valore della coesione e della familiarità cosa che purtroppo noi italiani abbiamo perso quasi del tutto. Gli africani solo un popolo estremamente solare, pronto a tendere la mano e ad accoglierti proprio come una figlia senza aspettarsi nulla in cambio.
6. Adesso hai deciso di fare un viaggio interattivo dal Messico al Canada, raccontaci.
In Francia il sistema universitario funziona diversamente rispetto a quello italiano. L’anno accademico inizia a settembre e termina a maggio quindi si hanno 3 mesi di pausa. Questo non potrebbe rendermi più felice. Essendo stata accettata per uno scambio universitario in Quebec che inizierà a settembre, ho deciso di intraprendere il mio terzo viaggio: dal Messico, negli States, fino Quebec City. Ma questa volta volevo fare una cosa diversa. Amo viaggiare e vorrei che in un futuro io possa trovare un lavoro che mi permetta di mantenere attiva la mia passione. Per questo ho deciso di raccontare me stessa, i miei viaggi, la mia vita e la mia passione. Ed ho deciso di farlo aprendo una pagina facebook interattiva dove ognuno può dare consigli e opinioni circa il mio itinerario. Il progetto é ancora nuovo e sta nascendo proprio in questi giorni quindi per il momento é ancora in fase di maturazione e non posso sbilanciarmi troppo. Spero che col tempo le persone si appassionino al mio modo di vivere potendo grazie ai miei viaggi prendere un coraggio per intraprenderne uno tutto loro.
7. Come gestisci il rapporto con le persone che ami?
Col tempo si impara a gestire tutto. All’inizio é dura ma poi si fa l’abitudine. Ricordo che durante il mio primo viaggio, quello in Australia, ho sofferto tantissimo perché ogni volta che il mio cuore si legava ad una persona doveva quasi subito dirle arrivederci, senza avere la certezza di poterla rivedere. Ma poi ho capito che i legami veri non si possono spezzare ne con la lontananza ne col tempo, quindi sono diventata più forte e matura anche nel gestire questo aspetto della mia vita. Le persone che amiamo, saranno sempre lì per noi, poco importa se in carne ed ossa o virtualmente.
8. Come è cambiato il tuo rapporto con le cose?
Ho sempre avuto un buon rapporto con le cose. Sono cresciuta in una famiglia dove i soldi non erano all’ordine del giorno quindi ho sempre apprezzato il valore delle cose. Non credo che i miei viaggi abbiamo influenzato questo aspetto della vita. Le cose che contano per me non rientrano nella sfera degli oggetti materiali. Vivo con l’essenziale, il resto é superfluo. C’é un libro che consiglio a tutti, si chiama : Vita liquida di Z. Bauman, dovreste leggerlo, é illuminante.