Quattro Regole per Viaggiare da Soli
Potremmo mai dire che esistono delle regole per viaggiare da soli, un codice, delle norme da seguire? Non lo so, forse, ma sarebbero tante, ad ogni modo mi piace la provocazione.
Navigando nel web ho incontrato questo sito soorch.wordpress.com non capisco nè il significato del nome, ne chi lo scirve, ma è davvero divertnte, ho provato a contattare l’autore, ma senza successo così ho deciso di parafrasarlo.
La Teoria del Viaggiatore Solitario e i suoi 4 corollari:
1. Nessuno vi giudica per il vostro livello di lingua:
Pienamente d’accordo, le persone in viaggio, hanno tempo e voglia di entrare in contato, sono curiose, affascinate dal diverso, dall’esotico. Quasi sempre i compagni di viaggio vengono da parti del mondo disparate, certo, mediamente in un ostello si parla in inglese, in spagnolo se girate il Sudamerica per mesi, ma non tutti sono assolutamente bilingue.
Molte persone mi scrivono che hanno paura di viaggiare da soli perchè non parlano bene le lingue, si effettivamente è un grosso handicap però viaggiando di sicuro impareranno strada facendo. Nel lavoro, ad un convegno se fai un errore in inglese, fai una figuraccia, in viaggio, se sbagli sorridono e ti correggono, a volte. E poi l’accento italiano piace, tutti amano come parliamo, è musicale! Sicuramente bere aiuta, ci rilassiamo, non riflettiamo troppo e le lingue vanno più lisce dell’olio. Personalmente non esagero mai con l’alcool per tipsy è divertente!
2. Siate lo stereotipo che volete essere:
Per fortuna noi italiani veniamo ancora associati a stereotipi piacevoli. A parte che “siamo romantici” e latin lover, ognuno ne faccia il miglior uso.. è risaputo che cuciniamo bene. Io sono napoletana e una buona cuoca e ogni volta che in Italia (sottolineo) ho detto di essere brava ai fornelli, mi hanno detto “ah sai fare la pizza?” Avrei voluto citare Salemme, ma per un napoletano è un eresia chiedere se si sa fare la pizza, per noi il pizzaiolo è un artista, non ci permettemmo mai di competere da profani.
Ma tornando a noi, negli ostelli si vedono i piatti più disgustosi del mondo, se andate ad un mercato con uno straniero è quasi sicuro che non sappia come si cucina il 90% delle cose che vede. Quindi cogliete l’occasione, preparate una cena per un piccolo gruppo, dividete la spesa o fate comprare loro del vino, io in Colombia lo facevo spesso, guadagnando massima stima in tutta la commuity dei backpackers.
3. I beni di consumo non sono beni privati:
Condividete ed offrite, specialmente in momenti morti tipo in un bus o a colazione, la generosità sorprende sempre e produce ogni volta un sorriso. Verso chi è gentile ci si dispone sempre in modo gentile, facciamo il primo passo, così velocizziamo il tutto.
4. Non abbiate ritegno:
questo è il mio punto preferito, è quello che ho detto più volte con il mio ” non avere testimoni”. Insomma in viaggio non bisogna darsi freni, limiti, autorestrizioni. Ricordatevi che quasi sicuramente non rivedrete più quelle persone, quel tassista, quel ristoratore, quindi, fate quello che vi va. Siete timidi, ma volete andare a ballare, chiedetelo al vostro vicino di letto, male che vada ti dice di no! Vuoi buttarti dal parapendio, fare il bagno di notte, andare a vedere l’alba dalla collina, FALLO! Quando liberi l’energia, tutto quello che hai dentro, senti veramente la tua essenza e anche gli altri la sentono, per questo a volte i legami che si stringono in viaggio sono così forti!