7 Paesi in 11 mesi: Dal Working Holiday Visa in Australia al giro del Mondo!
Sono Manuela, 33 anni di Santa Giustina (Belluno), sono stata per parecchi anni agente di commercio per la vendita di cosmetici e negli ultimi due anni ho scoperto una mia grande passione: il caffè! Questa passione mi ha portata a diventare barista e a frequentare diversi corsi sul caffè in particolar modo sulla tecnica della decorazione dei cappuccini, la Latte Art. Gli aggettivi che non possono mancare per descrivere il mio carattere sono: entusiasta, curiosa, determinata e sicuramente un po’ pazza!
1. Cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia e a fare un’esperienza di lavoro e studio in Australia e Nuova Zelanda?
L’esperienza all’estero e’ sempre stato un mio sogno nel cassetto, realizzato in “tarda età” in quanto ho sempre dato priorità ad altre cose, quali lavoro e fidanzato…nel momento in cui la seconda è venuta meno (il fidanzato) non ho esitato un secondo a lasciare il lavoro e partire. Il mio progetto iniziale (con biglietto di ritorno gia in mano) era di viaggiare 3 mesi l’ Australia con lo scopo, oltre ovviamente al divertimento, di migliorare l’inglese. Il risultato del progetto iniziale e’ invece stato: 11 mesi e 7 paesi viaggiati!
2. Una volta arrivati oltre oceano, quanto è difficile in realtà trovare lavoro e una sistemazione?
Personalmente non ho mai avuto nessuna difficoltà. Trovare un alloggio, sia a breve che a lungo termine, in Australia è molto semplice; generalmente si condivide un appartamento con altri ragazzi, io invece ho scelto l’ostello in quanto, essendo una persona molto socievole, amo stare in compagnia e l’ostello diventa una grande famiglia dove il divertimento è costantemente assicurato! Lavorare in Australia è sicuramente più facile rispetto all’Italia, ma con la stessa facilità lo puoi anche perdere. Basta non perdersi d’animo e alle volte nella stessa giornata puoi perdere e ritrovare lavoro. I lavori piu ricercati sono nell’ ambito dell'”hospitality” ovvero cameriere, barista, cuoco, pizzaiolo ecc…ma se si hanno determinate qualità, l’Australia offre sicuramente ottime posizioni con ottimi salari!
3. Anche tu sei una fautrice di “fai qualcosa per la prima volta” in questo viaggio ti sei buttata spesso in nuove avventure, tu perchè lo fai?
Fondamentale è una questione di carattere, ripeto, io sono sicuramente una persona molto curiosa e che non si accontenta; sono sempre alla ricerca di avventure nuove e soprattutto di stimoli. Le cose facili non mi piacciono, se posso cerco sempre di mettermi in gioco e sfidarmi, alle volte anche rischiando ma avere l’adrenalina sempre a mille è una cosa che mi fa assolutamente impazzire. Per questo motivo ho scelto di viaggiare chiedendo ospitalità ai popoli e mai pagando l’alloggio, non solo per una questione di integrazione nella cultura, ma soprattutto perché in quel modo non sapevo mai dove e da chi venivo ospitata, quindi l’ignoto e la sorpresa in seguito, alimentavano sempre la mia adrenalina!
4. Eri adrenalinica anche prima del viaggio, in cosa ti ha cambiato questa esperienza?
Sono sempre stata molto vivace ma purtroppo la routine mi tagliava un po quello era il mio vero Io. Questo viaggio io l’ho nominato “freedom“, perché dal primo giorno mi sono sentita libera, viaggiando da sola, di fare tutto ciò che desideravo, senza giudizi, senza freni, senza programmi; ogni giorno mi svegliavo con un mega sorriso perche’ dentro di me sapevo gia che la giornata mi avrebbe riservato delle sorprese e cosi accadeva sempre. Il viaggio mi ha cambiata moltissimo, senza dubbio in positivo, oltre al fatto che non mi arrabbio più la cosa che più il mondo mi ha insegnato a fare è stato “condividere”. Noi purtroppo cresciamo con l’utilizzo quotidiano della parola “mio”; quando viaggi impari a condividere cibo, camera, bagno, soldi, emozioni e avventure. I viaggiatori e i popoli che incontri diventano la tua famiglia.
5. Come è viaggiare da soli alle Fiji? Non è troppo luna di miele?
Le isole Fiji sono state il picco del mio viaggio, sicuramente il popolo che porterò per sempre nel mio cuore. La scelta che ho fatto alle Fiji é stata quella di evitare le isole turistiche da luna di miele e vivere in villaggio con la gente locale, senza elettricità e vivendo solo di pesca. Ho imparato a “scalare” (é una vera e propria scalata! ) le palme per procurarci i cocchi, che, oltre a mangiarli, li utilizzavamo per cucinare il pesce (latte di cocco) e ricavavamo l’olio per farci i massaggi la sera. Mi hanno regalato l’esperienza più bella della mia vita, insegnandomi i veri valori, il tutto ovviamente circondata da un mare da sogno!
6. Come si fa a risparmiare quando si viaggia in paesi cari come l’Oceania?
Ho trascorso parecchio tempo tra i paesi più cari al mondo, tra cui Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Singapore. Ciò che mi ha permesso di viaggiare cosi a lungo e’ stato il risparmio dell alloggio, in quanto chiedevo ospitalità alla gente locale, tramite couchsurfing oppure chiedendo direttamente alla gente che incontravo nel treno, nei parchi, ovunque mi trovassi. Spesso optavo per l’autostop piuttosto che per il mezzo pubblico e inoltre non mi sono mai permessa di mangiare al ristorante, scegliendo invece di cucinare. In Nuova Zelanda ad esempio mi sono comprata la macchina con altri ragazzi e abbiamo dormito in macchina 40 giorni, cosi facendo le spese diminuiscono drasticamente! E infine…vietato lo shopping! 😉
7. Il tuo prossimo step sarà un visto di 6 mesi in Canada, perchè consigli questo tipo di esperienze?
Perché quando cominci a viaggiare e ad esplorare il mondo non ne puoi più fare a meno! Appena arrivi in un paese nuovo inizi subito a pensare a quale sarà la prossima destinazione. Inoltre l’esperienza all’estero ti permette di ritornare con un bagaglio talmente grande, e magari con la conoscenza di una nuova lingua, che quando ritorni, trovare lavoro diventa molto più semplice! E poi quando sono all’estero lavoro più volentieri perché la prendo davvero come un’esperienza di crescita; non lavoro per guadagnare ma per imparare, cosi facendo anche il lavoro diventa passione e divertimento.
8. Quanto era avanzato il tuo livello d’inglese prima di partire?
Il mio inglese era poco piu che scolastico, capivo quasi tutto ma come al solito la parte difficile era l’espressione. Avevo comunque fatto dei corsi con madrelingua prima di partire. Ma il mio segreto nell’aver appreso un ottimo livello di inglese è stato sicuramente quello di evitare gli italiani e interagire principalmente con madrelingua, chiedendo loro di correggermi.
9. Cosa consiglieresti a chi vuole andare a lavorare all’estero con un Working Holiday Visa?
Innanzitutto lo consiglio! Poi di non avere paura di chiedere, la gente è molto disponibile ovunque e inoltre di andare con voglia di fare, di mettersi in gioco ma soprattutto con positività! Lasciate a casa le lamentele, perché le piccole difficoltà si riscontrano ovunque, ma con un sorriso il tutto può essere risolto velocemente. Infine il consiglio che do è quello di portare con se una dose di spirito di adattamento, se decidete di andare all’estero, lasciate a casa le comodità e le abitudini italiane, ne troverete delle altre, alle volte migliori!
10. Cosa porti sempre con te in ogni viaggio?
La prima cosa che mi viene in mente è il passaporto e la carta di credito! Oltre a queste due, una delle cose che per me è stata fondamentale è il sacco a pelo. L’Imodium e la Tachipirina possono alle volte salvarti qualche brutta giornata. Consiglio vivamente di avere un bagaglio leggero, io ho viaggiato un anno con 13 kg, e probabilmente per il prossimo viaggio diminuirò il peso. Ma la cosa che lascio sempre a casa prima di partire per il mio viaggio è la paura!