8 Marzo: perché il mio sito non ha una declinazione di genere

Ho questo sito dal 2012, mi chiamo viaggiare da soli, non è un caso, ci ho studiato almeno 6 mesi prima di lanciarlo! Sono stata fortunata in questi anni, mi hanno invitato in TV, alla radio, intervistato su tantissime riviste, ho parlato in molte conferenze e spesso succedono cose strane.

Una volta ad una conferenza, la persona che mi presentava si è stupita vedendo arrivare una donna sul palco, ha subito specificato “Ah pensavo che viaggiare da soli fosse un uomo!” . Tantissime, e sottolineo tantissime volte, nelle email, nelle dirette, alla radio, mi dicono: “potete seguire Francesca di io viaggio da sola” no! Veramente io sono viaggiare da soli, non parlo alle donne parlo a chi ama viaggiare!

Con questo non voglio denigrare o ridurre il lavoro di colleghe che parlano di viaggi al femminile o di viaggi in solitaria per sole donne, nel mio caso non era quello che volevo, non era il messaggio che volevo far passare, non era quello di cui volevo parlare.

Ogni intervista che ho fatto nella mia vita prevedeva la stessa domanda “ma non è pericoloso per una donna viaggiare da sola”?  e la cosa che mi stupisce sempre è che siano sempre le donne a fartela. Quando dici che viaggi da sola si pensa sempre e solamente che sia pericoloso, che tu sia strana, single e una con la testa troppo in aria per fare una famiglia. Già, anche in questo campo ritornano sempre gli stereotipi di genere.

In quasi tutti gli articoli che ho scritto e nelle interviste dove ho potuto esprimere fino in fondo il mio punto di vista, ho detto sempre lo stesso concetto, ma con parole diverse. Non è più pericoloso viaggiare per una donna, è più difficile e pericoloso fare tutto, in ogni ambito, ogni giorno, quindi siamo già abituate ad avere tanti occhi, a non fidarci troppo e ad essere vigili, per noi tutta la vita è in salita. Sottolineare continuamente che una donna sia indifesa e vulnerabile quando si trova da sola, ossia senza la presenza di un uomo accanto è maschilismo! Vorrei porvi alla memoria quel famoso omicidio che ci fu, circa 4-5 anni fa: due ragazze argentine erano in vacanza in Ecuardor, andarono ad una festa, fecero uso di stupefacenti e un ragazzo si approfittò di loro e le uccise. Ovunque, e dico ovunque, i titoli erano “Uccise le due ragazze che viaggiavano da sole“, l’ordine delle parole veniva liberamente modulato sulla base delle capacità creative del giornalista. Cazzo! Due donne in viaggio non sono sole! Sono in 2! Quando sono andata in Namibia con Margherita, mi avete chiesto “ma sei sola a fare l’on-the road con la macchina?”No, non sono sola, sono con Margherita!” non è difficile no? Chissà perché non si legge mai “Due ragazzi soli accoltellati all’uscita di una discoteca a Caracas!”

Se per secoli ci hanno fatto sentire da proteggere, poi succede che qualcuna di noi ci ha creduto! Ragazze, dobbiamo imparare a far sbocciare le nostre capacità, a far sentire la nostra voce, a combattere la timidezza, ma non dobbiamo aspettare di essere protette! Protette da chi??

Ricordiamo i numeri perché quelli li dimentichiamo troppo spesso: in Italia nel 2020 ci sono stati 1 femminicidio ogni 3 giorni, ripetiamo tutti insieme “uno ogni 3 giorni” e l’89% lo scrivo in bold che è meglio 89%, viene compiuto da un familiare, ragazzi non si è in pericolo quando sei zaino in spalla in Vietnam, si è in pericolo quando ti chiudono a casa in pandemia con un marito violento!!

E torniamo a bomba al discorso iniziale, il mio sito non si chiama io viaggio da sola, perché rispetto a quello che vorrei dire sui viaggi che ho fatto, nulla, tranne il fatto di portarsi gli assorbenti a Cuba, è specificamente scritto per le donne. Non c’è differenza, se un posto è pericoloso lo è per tutti, drogarsi, ubriacarsi, camminare di notte in strade buie è pericoloso per tutti! Poi ovviamente se ci sono donne che si sentono insicure sono qui per rispondere alle loro domande e ho scritto articoli e parti del mio libro per loro, ma queste donne non sono insicure solo ad attraversare un oceano, spesso sono insicure ad andare da sole al mare sotto casa a prendere un treno da sole, a guidare in autostrada, a fare un trasloco da sole. Conosco amiche strettissime che non hanno la patente perché il padre ha detto loro “non ti serve la patente, tanto ti accompagno io o tuo fratello” e ora hanno 40 anni e nn posso fare un lavoro lontano da dove abitano. Conosco donne che non hanno un conto in banca perché tanto lavorano nell’attività di famiglia e “basta che chiedano”. Queste sono le realtà, questi sono i contesti che fanno sentire una donna in pericolo se attraversano il confine anche della propria regione. Io voglio parlare senza declinazione di genere perché il viaggio, così come gran parte della vita è avulsa dall’appartenenza di genere, un viaggio può essere più o meno adatto a chi ama l’avventura, il caldo, il trekking, ma non al fatto che tu abbia le tette o meno!

Io mi ritengo una persona femminista, cerco di essere una femminista migliore ogni anno di più, informandomi, facendomi le domande giuste, leggendo sempre di più libri di chi fa questo nella vita ed esprime i concetti meglio di me, e il mio sito e la mia comunicazione è senza genere proprio per questo motivo, perché bisogna divulgare specialmente con il proprio comportamento e con quello che si trasmette nel proprio lavoro, a prescindere dall’ambito d’applicazione.

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