Espatriati, psicologia e formazione oltre l’Occidente di Gian Piero Taricco e Marco Castella
Espatriati, psicologia e formazione oltre l’Occidente
di Gian Piero Taricco e Marco Castella
ESPATRIATI – RIFLESSIONI PER CHI VIAGGIA OLTRE L’OCCIDENTE
“Espatriati” è una raccolta di esperienze personali di vita e di lavoro all’estero, principalmente in paesi in via di sviluppo, interpretate in chiave psicologica e sociologica.
Lo scopo è stato quello di razionalizzare queste esperienze, individuandone la dinamica fondante ed il nucleo esplicativo, al fine di renderle disponibili e fruibili anche ad altri.
Per questo motivo, Espatriati: Psicologia e Formazione oltre l’Occidente, può costituire un contributo per la formazione di coloro che intendano recarsi all’estero per i più svariati motivi: un lavoro, una esperienza di volontariato, uno stage formativo, una vacanza alternativa.
Poiché la mia professione mi ha spinto per lo più in paesi “non occidentali” (principalmente Africa e Asia), il manuale è prevalentemente adatto a coloro che progettino esperienze in tali contesti.
Se da una parte è innegabile che la globalizzazione stia progressivamente uniformando le differenze culturali e omologando gli stili di vita a quello occidentale, è altrettanto vero che in molti paesi, lontano dagli asettici centri commerciali e dai tranquilli quartieri residenziali per soli stranieri, si manifestino ancora gli effetti delle antiche culture locali.
Infatti, non basta vestire “all’occidentale” o disporre della tecnologia moderna per cancellare stili di vita atavici che modulano, ad esempio, il rapporto tra generi (uomo/donna), tra generazioni (genitori/figli), tra persone oppure il significato dell’individuo all’interno della società o, ancora, il modo di intendere la pulizia, l’ordine e la bellezza.
Di fronte a queste variabili, l’espatriato potrebbe trovarsi smarrito in quanto, in fondo, è abituato a ritenere universali lo stile di vita e i valori occidentali. Dunque, il non trovarli può generare in lui dubbi, interrogativi e alimentare un certo sconcerto, oltre rendere più difficile l’integrazione nel contesto locale.
Ma cosa potrebbe urtare l’occidentale? Ad esempio osservare rapporti fortemente verticali e discriminatori tra persone: tra uomo e donna, tra insegnante e studente, tra direttore e impiegato; essere testimoni di stridenti diseguaglianze sociali senza che nessuno intervenga per ridurle; trovarsi di fronte a vaste situazioni di estrema povertà e di disperata richiesta di aiuto da parte dei locali; non capire cosa i locali vogliano nelle relazioni, che possono apparire sfuggenti o vischiose senza che se ne possa afferrare il motivo; classificare i locali o essere da essi classificati secondo stereotipi estremamente riduttivi.
A tutte queste esperienze, vissute in prima persona, “Espatriati” tenta di offrire una risposta.
Il manuale può anche essere un valido contributo per aiutare noi italiani a comprendere meglio coloro che provengono da altri paesi, in particolare da contesti sociali e culturali notevolmente diversi e critici quali, ad esempio, quelli caratterizzati da guerre, instabilità politiche, povertà estrema.
E’ infatti ovvio che gli stranieri portino in Italia, oltre a timori e speranze, anche il bagaglio culturale e i valori sociali dei loro luoghi di provenienza e che questi, inevitabilmente, urtino contro la nostra cultura creando quella barriera che impedisce a noi di comprendere loro e a essi di comprendere noi.
In altri termini creando una barriera di incomunicabilità che poi alimenta incomprensioni, pregiudizi e razzismi.
Ovviamente “Espatriati” è un “work in progress” e, dunque, non ha carattere di esaustività in quanto si limita alle esperienze personali, circoscritte ad alcuni paesi. Questo limite, unito ad un buon impianto metodologico, può però costituire, in futuro, uno spunto per altri lavori, per altri resoconti.
Temi trattati: la scelta di lavorare all’estero, modelli culturali, adattamento all’ambiente, Io, identità e ruolo sociale, il pensiero ed il ragionamento, tempi e ritmi, gli stereotipi, le relazioni con i locali, i bisogni, la povertà, le comunicazioni.