Viaggiare da soli in moto
Nei viaggi virtuali, quelli con la mia community, nelle lunghe email che io immagino come notti passate intorno ad un fuoco, ho conosciuto Francesco, tante storie da condividere, tanti pensieri in comune, mi ha raccontato la sua storia il suo viaggiare da soli in moto e io l’ho raccontata a voi, almeno una parte…
Non amo pensare di voler cambiare le cose accadute nella mia vita,perchè penso la somma delle esperienze avute mi hanno portato ad essere la persona che sono. Però se potessi inizierei a viaggiare prima…senza pensieri!
Fin da ragazzino ero quello che usciva fuori dai confini,che esplorava il vicinato e che cerca di rientrare in tempo a casa per non farsi sgridare, poi via via mi son perso, non tanto per strada, ma prima la famiglia con i suoi problemi, la scuola, gli amici, le ragazze e le normalissime cose che succedo agli adolescenti mi hanno distolto la questa voglia di scoperta.
All’improvviso a 26 anni la svolta. Dovuta a dire il vero, derivante dalla più classica delle sofferenze.
Ecco in quel preciso periodo invece di piangere e lamentarmi, mi son fatto portare da un rivenditore di moto e mi son comprato la prima moto che ho visto. Ho speso tutti i soldi risparmiati in 6 anni di lavori in una moto.T-U-T-T-I.
Ah, neanche l’ho provata, non avevo mai guidato una moto,sono entrato, l’ho vista e via!
Non potevo non prendere una Harley, il mito del viaggio, della strada, almeno cosi mi dicevano…
Beh, fatto sta che me la sono fatta portare a casa e dopo qualche tempo sono partito con il primo tizio conosciuto su internet.
Si,sono entrati in un forum di viaggi e ho scritto “io parto chi viene?” e cosi è stato; con qualche caduta e senza patente ho girato tutta tutta l’Italia – perchè pensavo “non posso conoscere il mondo e prima non so neanche dove vivo”-.
Ho girato la penisola con uno sconosciuto, ora amicissimo, e gli ultimi 3 giorni di ferie rimasti me ne sono andato fino al confine con la Spagna tutta una tirata, e come sempre il giorno dopo a lavorare.
Questo è stato il primo passo nel viaggio.
L’estate del 2009 invece è per me fondamentale e ache se sono andato solo in Spagna e Portogallo mi è rimasta nel cuore: Il primo vero viaggio in solitaria.
Questa volta non volevo nessuno e poi avevo scoperto il Couchsurfing !!!
Tutti mi sconsigliavano di partire da solo: “se succede qualcosa, il mondo è pieno di criminali, dormi da sconosciuti FOLLIAAA!!!! “
Cosi mi son detto: “ora vado,parto e gli faccio vedere cosa vuol direi godersi la vita e divertirsi”…un pò presuntuoso lo so, ma a me le persone con vedute strette non mi piacciono molto.
In quasi 20 giorni percorro l’intero perimetro della penisola iberica, non restando mai solo e condividendo con chi incontravo sulla strada momenti unici. Ho ancora tanti amici che sento regolarmente e a volte vado a trovare.
Penso che le amicizie nate in viaggio siano particolari, quando ci si incontra, non è importante chi si è nella quotidianità, che lavoro si svolge, o quale sia l’estrazione socio economica. Quando incontri qualcuno ti si muove un qualcosa dentro e a pelle capisci tutto, poi a volte potrai anche sbagliare, ma l’istinto è fondamentale.Viene a crearsi un legame davvero particolare: non ha la concretezza di un’amicizia storica, ma neanche la superficialità di un compagno di squadra che vedi tutte le settimane alla partita di calcetto…insomma un legame unico e speciale che solo chi viaggi puo’ comprendere fino in fondo!
Facendo Couchsurfing ho imparato che la prima regola è dare non ricevere….e personalmente mi son trovato a meraviglia.
Entri in punta di piedi nelle case, nelle vite delle persone e ti si apre un mondo e magari ti accorgi che non ti interessa più vedere i monumenti o vivere la movida, ti interessa della vita di ogni individuo: una realta che è diversa nella forma, ma simile nella sostanza.
Le avventure quando si viaggia da soli non mancano mai ed ognuna ti lascia un messaggio diverso, un emozione nuova che non ti aspettavi. Anni dopo il viaggio in Spagna e Portogallo sono andato in Marocco, una sera mi sono trovato senza accorgermene in una situazione davvero pericolosa. Senza capirne il perchè, hanno iniziato a prendere a pietrate la macchina con me dentro, mi son pure fatto un taglietto in testa, poi ad un tratto per fortuna un ragazzo marocchino mi ha portato via e ospitato a casa sua per la notte, sistemandomi la macchina con sacchetti e con lo scotch. Non dimenticherò mai la sua generosità.
Spesso siamo inglobati dentro ad uno stereotipo di vita che ci rende quasi automi (scuola,lavoro,casa,figli) e perdiamo di vista quello che realmente sentiamo dentro. Con questo non voglio dire che il meccanismo è sbagliato intendiamoci,ognuno deve trovare ispirazione in quello che gli pare, ma spesso mi sembra che pensiamo di avere tutto in mano quando in mano non abbiamo niente e che non capiamo che la cosa più preziosa non sono i soldi, ma il tempo. Non siamo eterni e anche se siamo giovani gli anni corrono, si passa da “un giorno mi piacerebbe fare” a “cavolo avrei potuto fare” e questo è terribile ed è una delle cose che più mi spaventa.