Massimiliano: Da 4 anni il giro del mondo in moto

Ciao, mi presento: sono Massimiliano Perrella, trentaquattrenne molisano e dall’agosto 2011 viaggio per il mondo con la mia motocicletta. Alla base della mia scelta c’è la voglia di vivere il mondo appieno, in ogni sua sfaccettatura: scoprire nuovi luoghi, apprendere diversi modi di concepire la vita e la curiosità di sbirciare un po’ più in là dell’ordinario (che tutti conosciamo) sono, per me, stimoli grandiosi.

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  1. Perché la moto? Cosa spinge ad usare questo mezzo?

A mio avviso, è il mezzo ideale per lanciarsi alla scoperta del mondo!  Incarna perfettamente la mia immagine di spirito libero ed avventuriero, infatti non ci sono limiti, barriere, si respira polvere, si sente il freddo e ci si bagna quando piove, ma permette di immergersi completamente nella realtà circostante: significa respirare aria di libertà, vedere i bambini che ti salutano con la mano e la gente che ti si avvicina per sapere da dove vieni e cosa ti spinge a viaggiare… ma soprattutto significa vivere il viaggio in un modo assolutamente unico, letteralmente immerso nell’ambiente circostante. Certo: dopo un po’ il sedere chiede venia e le gambe di sgranchirsi, a volte si rinuncia ad una buona doccia e tenere in equilibrio la moto, con tutti i bagagli, in certe situazioni è faticoso, ma il bello di viaggiare così è proprio quello di potersi fermare dove più piace, oltre al conoscere più facilmente persone.

giro del mondo in moto- orfanotrofio Katmandu

  1. Hai attraversato praticamente tutti i continenti in moto, quale è il più difficile e perché.

In realtà ho attraversato Europa, Asia, Oceania ed America del Sud, l’Africa mi manca… ma è il mio sogno da anni e presto o tardi sono sicuro che mi lancerò alla scoperta di questo continente magnifico! Più che di continenti difficili io parlerei di episodi: quello meno ‘simpatico’ è quando sono stato arrestato all’aeroporto di Teheran, in Iran. Per spedire la moto in India non mi sono accorto di aver soggiornato sei giorni in più rispetto a quelli concessi dal visto e non avevo abbastanza soldi per pagare la multa (in Iran carte di credito e bancomat occidentali non funzionano), per cui sono stato perquisito, ammanettato, mi è stato sequestrato il passaporto, ho perso il volo e ho rischiato una settimana di carcere. Alla fine è andato tutto bene, ma non sapendo come sarebbe andata a finire (e con la moto già in viaggio verso Mumbai) ho trascorso dei giorni davvero poco piacevoli. In India ho dovuto sfidare il terribile traffico locale e rischiare più volte la vita (non esagero) per percorrere 2000 km in quattro giorni… restando a piedi nel bel mezzo del nulla, in piena notte a sostituire il regolatore di tensione della motocicletta. E, quando non volevano far uscire la mia bella presso il confine vietnamita con la Cambogia, ho trascorso due ore davvero poco piacevoli. Senza una ferma motivazione e la convinzione di farcela nonostante tutto, non sarei riuscito ad andare avanti.

  1. In base a cosa scegli i tuoi itinerari?

All’inizio la mia necessità era più pratica: la prima meta che mi ero prefissato era l’Australia e dovevo raggiungerla nel più breve tempo possibile per poter usufruire di un visto della durata di un anno, a patto di entrare nel Paese prima di compierne io trentuno. Inoltre i miei risparmi mi avrebbero consentito di viaggiare solo per un numero limitato di mesi, dunque ho tracciato l’itinerario scegliendo la rotta più breve e che mi avrebbe permesso di percorrere quanti più chilometri su terra, visto che in molti Paesi è difficile far transitare un veicolo straniero (e bisogna ricorrere ad una spedizione internazionale, via nave o aereo). In Australia ho lavorato tanto e sono riuscito a metter da parte un gruzzoletto che mi sta consentendo di scoprire gli angoli più belli e caratteristici del Sud America, quindi ora ho un po’ più di libertà nel muovermi. Ad ogni modo per scegliere i miei itinerari non c’è nulla di meglio che chiedere alle persone del posto e, su internet, le informazioni abbondano: ci sono tanti viaggiatori (che si muovono anche in autostop, zaino in spalla o in bicicletta) disponibilissimi a condividere informazioni e suggerire i posti più belli.

Giro del mondo in moto- Iran

  1. Quanta esperienza avevi di moto e di motori prima di partire?

Ero appena diciassettenne quando mi sono innamorato di una motocicletta e ho coltivato questa passione durante tutti gli studi universitari. Ma ho dovuto aspettare un decennio prima di potermi permettere una due ruote e quando sono partito, di esperienza, in realtà ne avevo pochissima! Ho lasciato Termoli, il mio paese natio, con ‘soli’ 20’000 km all’attivo, senza esser mai uscito dai confini nazionali con la mia motocicletta e senza una particolare esperienza in fatto di lunghi viaggi. Anche le mie conoscenze meccaniche e dinamiche della moto erano principalmente teoriche, ma non mi sono lasciato condizionare: ho rispettato i miei ritmi e non mi sono mai forzato, ho chiesto consigli a chi aveva più esperienza di me, mi sono documentato e piano piano ho acquisito una buona capacità di guida, oltre che di mantenere la moto. L’importante è essere sempre curiosi e mettersi costantemente in discussione. 

  1. Credi che viaggiare in moto sia una modalità troppo solitaria? In fondo alla guida non puoi mai interagire con altre persone.

In realtà non sono mai stato solo: non ho praticamente mai visto uno dei tanti film nel mio PC ed il mio lettore MP3 non ha suonato una canzone per mesi. Proprio l’esser senza compagni di viaggio mi ha spalancato le porte del mondo: in tantissimi si sono fermati a chiedermi di dove fossi, cosa mi aveva spinto a partire sulla motocicletta stracarica che vedevano e… insomma, sembra che le persone siano incuriosite da un centauro solitario! Quasi come riconoscessero che i motociclisti sono quelli più deboli sulla strada. Inoltre essere italiano mi ha spalancato moltissime porte, sembra che suscitiamo un sacco di curiosità un po’ dappertutto. Ecco perché viaggio solo, conoscere è infinitamente più facile: un gruppo di moto o di persone crea quasi un circolo chiuso al quale i passanti portano una rispettosa distanza. Ed esattamente quello che non voglio durante il mio viaggio. Inoltre, un fantastico modo di conoscere persone mi è stato offerto da Couchsurfing , una comunità di persone che si offre spontaneamente di ospitare viaggiatori. Chi partecipa lo fa per aiutare e condivide un sistema di valori davvero eccezionale. Per quanto riguarda la guida, il piacere di condurre la mia motocicletta e di scoprire paesaggi meravigliosi non mi fa pesare i silenzi, comunque intervallati dalla voce del motore. In definitiva: è una esperienza unica e da provare!

trekking in Nepal

  1. Raccontaci la tua valigia o dovremmo dire le tue borse.

Bella domanda! Assieme a me viaggiano: tanti attrezzi e qualche ricambio (due borse anteriori), computer -per tenere aggiornato il diario di viaggio del sito-, documenti ed acqua (borsa da sella), abbigliamento da moto invernale ed antipioggia (una borsa posteriore laterale), abbigliamento ‘civile’ ed effetti personali (altra borsa posteriore laterale), attrezzatura da campeggio (nel bauletto), kit pronto soccorso, fotocamera e geolocalizzatore -mostra la mia posizione in tempo reale sul sito- (borsa da serbatoio) tenda, sacco a pelo e materassino. Detto così sembra molto riduttivo, ma è un monte di roba su cui ho ragionato per mesi e che ho dovuto posizionare tenendo conto di molti fattori. In tutto saranno quasi 60 kg. Ho mostrato il tutto in questo divertente video su Youtube, spero possa piacervi!

  1. Hai scritto un libro, ci racconti di cosa parla?

Sì, posso dire con orgoglio (dopo un lungo e duro lavoro) di aver pubblicato il mio primo libro: UNO ‘SPOSTATO’ SU DUE RUOTE – Diario di viaggio dall’Italia all’Australia. Nelle pagine racconto i passi di un impervio cammino con meta l’Australia, attraverso popoli, culture, avversità e la bontà di decine di persone che hanno costellato il mio percorso. Un vero e proprio diario di viaggio, in cui spiego la mia decisione di allontanarsi dalla mia vecchia vita, omologata ai canoni di una società che non accetto, senza dimenticare la famiglia. Un viaggio su due ruote alla ricerca di una nuova prospettiva di vita, caratterizzato da una impegnativa preparazione, da una incontenibile passione per la moto e dalla voglia di immergermi nella quotidianità di chi vive e concepisce la vita in maniera differente: un vero e proprio cammino alla scoperta della mia identità.

  1. Un aggettivo per ogni continente.

  • Europa: riflessiva.
  • Asia: rivelatrice.
  • Oceania: ispiratrice.
  • Sud America: carismatica.
  • Africa: materna (sarà per questo che sento il suo richiamo?!)
  1. Ci racconti come ti mantieni?

Nella prima fase del mio viaggio, ovvero il raggiungimento dell’Australia dall’Italia, mi son dovuto fare i conti in tasca poiché le risorse su cui potevo contare erano i miei soli risparmi. Ho venduto la macchina e tutto quel che ritenevo superfluo per racimolare quanto più possibile prima di partire. Un aiuto mi è stato fornito dai miei sponsor e da alcuni sostenitori, a cui sono immensamente grato, ma il grosso delle spese è stato (ed è tutt’ora) interamente a mio carico. In Australia ho iniziato a lavorare sin da subito per rimpinguare le finanze, poi ho lavorato anche in Brasile ed Uruguay. Adesso, per fortuna, posso contare anche sui ricavi derivanti dal mio libro, che sta ricevendo ottimi consensi. Le spese più considerevoli sono state le spedizioni della moto, quando non sono potuto entrare in alcuni stati o quando ho dovuto attraversare l’oceano. Per fortuna, viaggiando e facendo molta attenzione i costi sono più bassi che vivendo in casa propria: la mia spesa media (comprendente benzina, vitto, l’alloggio quando non sono ospitato, manutenzione della moto ed ogni varia ed eventuale) si attesta su meno di 500 € al mese.

giro del mondo in moto

  1. La tua più grande paura prima di partire e poi cosa è successo in seguito.

Paura? L’ho avvertita veramente solo la prima notte, appena partito, ancora in Italia: in quella occasione mi sono accorto che mesi interi di preparazione finalmente erano sfociati in quel che sarebbe potuto essere un vero e proprio azzardo. Ma da quel giorno in poi ogni pensiero cupo si è dissolto perché quel che ho imparato nel corso di questo viaggio è che le persone si aiutano in ogni dove: anche nei posti più impensabili non mi è mai mancato un sorriso e spesso la gente mi si avvicinava anche solo per sapere come stessi e se avessi bisogno di aiuto. L’ospitalità che mi è stata offerta mi ha aperto gli occhi e mi ha fatto rivalutare tantissimo l’essere umano: ho capito che il mondo è un posto molto migliore di quello che i media vogliono farci credere.

Se posso permettermi un epilogo a questa bella intervista, il mio messaggio è rivolto a te lettore: si senti lo stimolo a partire, meglio mollare gli ormeggi senza pensarci troppo! Non bisogna essere super eroi o avere grandi somme: si trova sempre un aiuto e viaggiare in moto o in bici o facendo autostop è mille volte meglio che prendere un aereo e raggiungere un luogo senza aver scoperto e conosciuto niente e nessuno. Infatti, il bello del viaggiare è il viaggio stesso, la meta è solo una pausa fra un viaggio ed un altro. La cosa principale, voglio sottolinearlo, è la motivazione: senza di essa non si è predisposti a superare le avversità, dormire in posti scomodi, sopportare il caldo e le zanzare o aspettare giorni prima di potersi fare una doccia. In un viaggio del genere bisogna sacrificare parte del comfort per poter risparmiare, tuttavia le soddisfazioni ripagano ampiamente dei sacrifici fatti. E non serve pianificare troppo: in un viaggio accadono sempre imprevisti, ma, come dicevo prima, non mancheranno mai eventuali aiuti da parte delle persone incontrate, di questo ne sono certo. E la mia esortazione, a chiunque decida mai di partire per qualsiasi destinazione, è: mai giudicare chi o cosa si troverà lungo il cammino, ma accettarlo per quel che è e goderne il più possibile. La diversità è bellezza!

Chiunque voglia saperne di più dei miei viaggi può fare un salto su www.australiatwin.it: ho una sorta di Diario e, anche grazie a foto e video, racconto e mie esperienze e sarò felice di fornire informazioni e consigli (nel mio piccolo) a chiunque intenda fare un’esperienza simile: non bisogna per forza girare mezzo mondo, l’importante è viaggiare e scoprire!

Buona strada!

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