Cibra: in viaggio a piedi in Nuova Zelanda
Ciao a tutti, mi chiamo Andrea Cibrario e mi conoscono tutti come Cibra.
Ho 21 anni e sono appassionato di montagna, d’arrampicata, di viaggi, di fotografia, di libri e di tantissime altre cose.
Adesso sto attraversando la Nuova Zelanda a piedi e in solitaria.
1. Hai scelto di iniziare dal punto più lontano dall’Italia, la Nuova Zelanda, perchè?
Allora ho scelto di andare in Nuova Zelanda perche fin da quando son piccino é sempre stato il mio sogno nel cassetto quello di andare nel piú distante dal mio.
Mi son sempre interessato, guardato documentari e visto foto di questo meraviglioso e incontaminato paese (uno degli ultimi).
Perció l’anno scorso mi son deciso che era arrivato per me il momento di affrontare questo lungo viaggio verso gli antipodi.
Adesso vi voglio raccontare questa breve storia.
Quando avevo 6 anni fino agli 8, ho sempre fatto per ben 2 anni di fila lo stesso sogno ogni notte.
In pochissimi lo sanno ma ve ne voglio rendere partecipi a tutti voi.
Il sogno cominciava con me che camminavo solo in questa spiaggia lunghissima, bianchissima davvero infinita.
Il problema é che era un pó triste perché era tutto grigio, buoio, tutto spento.
Quasi un incubo.
Ad un tratto in mezzo al nulla sbattevo la testa contro una montagna altissima, cosí alta che toccava la luna.
All’estremità della montagna c’era questa piccola fessura, cosí piccola da sembrar quasi impenetrabile, e io con la mia curiosità da bambino ci volevo entrare per forza.
Iniziavo sempre inserendo la mia testolina all’interno pian piano per farla riuscire dall’altra parte a mó di tartaruga.
Riaprendo gli occhi ció che vedevo all’interno della montagna era qualcosa di incredibile, quasi indescrivibile.
Da bianco e nero, diventava tutto colorato.
Colori mai visti su questa terra, luce paradisiaca.
E all’interno c’erano colline, alberi, animali sembrava davvero il paradiso.
Il problema é che non son mai riuscito ad entrarci con tutto il corpo, perché tutte le volte chenci provavo mi svegliavo.
Questo per ben 2 anni di fila.
Quelle colline cosí verdi, quei colori cosí cangianti mi han sempre fatto pensare alla Nuova Zelanda.
Questo é anche uno dei motivi per cui adesso mi trovo qua.
Son sicuro che alla fine del mio cammino (che finirà sulla 90miles beach) ovvero una spiaggia ben lunga 100km.
Lí riuscirò ad entrare e a scoprire cosa c’è realmente all’interno di quella fessura.
Vi saprò dire, ne potete star certi.
2. Perchè hai deciso di percorrere questo paese a piedi?
Mi son deciso di percorrere la terra dei kiwi a piedi perché son convinto che camminando si ha il tempo di pensare e quello d’immortalare ogni singolo momento nei migliore dei modi.
E poi perché ovviamente amo camminare.
Mi son deciso fin dal principio di godermela ed esplorarla tutta da cima in fondo.
Perció quale modo se non camminando?
3. Hai un itinerario o ti lasci trasportare dal flusso?
Si, ho un itinerario.
Il cammino che sto percorrendo si chiama Te Araroa e ha un percorso ben stabilito.
Sul cellulare ho scaricato una mappa che seguo quasi sempre per filo e per segno.
Poi in ogni sentiero ci sono dei triangoli arancioni che stanno a indicare la strada da seguire.
A volte però può succedere, anzi spesso che i sentieri siano molto poveri d’indicazioni perció può capitare anche di andare a intuito.
Io poi va beh sono un caso a parte perché a volte lascio il sentiero segnato per cercar di arrivare a destinazione in modi più “fantasiosi” e interessanti.
Mi spiego meglio, magari a volte mi può capitare di vedere una vetta di una montagna che mi attira, perciò lascio il sentiero e testardo come sono cerco di raggiungerla in tutti i modi possibili a volte anche con insuccesso.
Però sempre felice perchè chissà, magari il sentiero che ho appena provato a percorrere non é stato mai tracciato da nessuno.
Ah si, c’è pure un applicazione di nome Guthook che pure offline ti guida nel percorso come un gps tom tom per farvi capire.
Io non l’ho voluta comprare per poter vivere l’avventura in un modo ancor più “wild”.
Ovviamente non è consigliato di affrontare questo sentiero o qualsiasi altro in cammino alla mia maniera.
Perché perdersi é davvero semplice.
4. Come ti sei organizzato? Intendo zaino, tenda, ostelli?
Bella domanda, allora per lo zaino ne ho comperato uno da 58lt di un buon brand, abbastanza caro ma essenziale averne uno di buona qualità.
Per il resto l’attrezzatura che porto con me é la seguente.
…VESTIARIO…
-1 K-way
-1 Giacca
-1 Felpa
-2 T-shirt
-2 Pantaloncini corti
-1 Leggings
-2 Paia di calze
-1 Cappello
-1 Paio di scarpe (io ho iniziato con i sandali ma pochi giorni fa mi hanno abbandonato) potete leggere la storia sul mio profilo.
Invece per quanto riguarda l’attrezzatura é la seguente.
… ATTREZZATURA…
-1 Sacco a pelo
-1 Cuscino tecnico
-1 Filtro per l’acqua
-1 Power bank
-1 Pannello solare
-1 Fornello a gas
-1 Localizzatore d’emergenza
-1 Tenda (ne ho comperata una alta qualità anche perché sarà la mia casa per i prossimi 4 mesi circa).
Ecco questa é tutta l’attrezzatura che secondo me é essenziale.
Invece per quanto il riguarda il dormire, dormo quasi sempre in tenda.
Può capitare anche molto spesso di trovare rifugi (hut) nel percorso.
Ostelli invece ovviamente non se ne trovano quasi mai se non nei piccoli paesini che trovo all’inizio e alla fine di ogni sezione.
5. Con quanti kg di zaino viaggi?
Ecco, ripeto io son folle.
Posso solo dirvi che l’unica volta che ho pesato lo zaino con all’interno tutta l’attrezzatura, con il cibo e con l’acqua il peso raggiungeva i 27kg.
Una follia.
Vi dico solo che quella volta lí però avevo fate voi 3kg di cioccolata e 2 litri di vino ahaha.
Adesso mi sono deciso di viaggiare con uno zaino piú leggero e cerco di non superare i 20kg.
6. Viaggiare a piedi è di certo il modo più economico per viaggiare, tu avevi messo dei soldi da parte o hai un modo per lavorare viaggiando?
Certamente, viaggiare a piedi puó essere davvero molto economico quando magari il cammino non dura più di un mese o due.
Il mio invece è così lungo che per percorrerlo ce ne vogliono minimo 4/6 mesi.
Perciò anche a livello economico può diventare un pochettino più impegnativa la faccenda.
Perciò cos’ho fatto?
Prima d’intraprendere il cammino mi sono rimboccato le maniche e ho lavorato 4 mesi ad Auckland come muratore.
É stato un periodo di vero sacrificio, dove lavoravo dal lunedì al sabato per più di 11 ore al giorno.
Finiti i fatidici mesi lavorativi nel conto avevo abbastanza denaro per potermi mantenere per tutto il tempo necessario per concludere il cammino.
Questa anche é stata una soddisfazione enorme.
Una cosa che mi domandano in tanti é anche questa, se ho sponsor.
Assolutamente no.
Però chissà il futuro cosa mi riserva.
A dir la verità non mi dispiacerebbe affatto trovarne uno per magari affrontare un nuovo cammino.
7. Che tipo di preparazione pensi sia necessaria per un viaggio del genere?
Credo che per un viaggio del genere non sia necessaria chissà quale preparazione.
Io personalmente di base ho solo buone camminate alle spalle.
In Italia invece almeno 2/3 volte a settimana vado sempre a sgambettare per sentieri con la mia amica più fidata, ovvero la mia cagnona Laretta.
Sicuramente sapere qualcosa di montagna e anche su come si attraversa un fiume, quello si può essere molto utile.
Sicuramente non è come fare il Cammino Di Santiago, nulla a toglierli ma son due cose completamente diverse.
Poi anche una buona base fisica può aiutare molto.
Però nel complesso diciamo che il sentiero è accessibile a tutti.
Si deve come tutte le cose affrontarlo con la testa e soprattutto conoscendo i propri limiti.
Credo però che alla fine la cosa più importante sia quella di aver un amore incondizionato verso la natura e le camminate, rispettandola e qua mi ripeto conoscendo i propri limiti.
8. Quale è secondo te il valore aggiunto del viaggiare a piedi, soprattutto in un paese così poco abitato
Secondo me il valore aggiunto nel viaggiare a piedi in un paese così poco abitato sia quello di aver la fortuna di star soli senza veder nessuno anche per lunghi periodi.
Poi ci sono posti come magari fiumi, laghi, praterie e foreste che in macchina sarebbero impenetrabili invece camminando ho la fortuna di poterli veder tutti e mi sento davvero un privilegiato.
9. Come è “l’incontro con l’altro ” per te in questo viaggio?
Ah l’incontro con “l’altro” in Nuova Zelanda è qualcosa d’incredibile.
Tutti vogliono aiutarti, tutti.
A volte può capitare che ci sono anche tratti di strada da fare e non vi potete immaginare quanta gente in macchina si ferma per chiedermi se ho bisogno di un passaggio, di cibo, di acqua o di qualsiasi altra cosa.
Mi capita spesso di ricevere pranzi, bevute e posti dove dormire gratuitamente.
Se fate un giro sul mio profilo ho condiviso qualche giorno fa la storia di Denise, una signora incredibile.
Fateci un salto perché è una storia che va letta.
La Nuova Zelanda mi stupisce ogni minuto, anzi ogni passo.
10. Pensi che il camminare sia un tipo di meditazione?
Assolutamente si.
Con me funziona “meglio” che con lo Yoga.
Quando sono solo in mezzo a un sentiero da solo e sento il cinguettare degli uccellini o il rumore di qualche ruscello entro in uno stato di tranquillità inimmaginabile.
La natura é medicina.
Adesso sento di molta gente che soffre di ansia o di attacchi di panico e si imbottisce di medicinali.
Ma quali medicinali e medicinali.
Vi svelo un segreto…
Prendete uno zaino, lasciate il telefono a casa e andate a farvi una passeggiata in montagna.
Vedrete che vi sentirete meglio.
Ve lo assicuro.
E se camminare nei boschi non vi farà uscire dallo stato ansioso, iniziate a correre fino allo stremo.
Correte così forte da non riuscir più a pensare, così finita la corsa starete sicuramente meglio.
Ne son certo.
Bisogna rientrare a contatto con la natura, amarla e rispettarla.
Come dice M.Corona bisogna togliere.
Mando a tutti voi un’enorme saluto e da buon ligure vi lascio con questa perla di Italo Calvino…
«I liguri sono di due categorie: quelli attaccati ai propri luoghi come patelle allo scoglio che non riusciresti mai a spostarli; e quelli che per casa hanno il mondo e dovunque siano si trovano come a casa loro. Ma anche i secondi, e io sono dei secondi […] tornano regolarmente a casa, restano attaccati al loro paese non meno dei primi»
Un abbraccio e un caloroso saluto da Cibra.