PEDALANDO SOGNI: Valentina Brunet dal Vietnam all’Italia in bicicletta
PEDALANDO SOGNI
di Valentina Brunet
Dal Vietnam all’Italia: diari di una cicloviaggiatrice
Sono due libri, parlano di un viaggio lungo, difficile ed unico e di una donna molto forte, altrettanto unica, che ho avuto il piacere di conoscere ed di intervistare, anche se solo in maniera digitale. Pedalando Sogni.
Se c’è una cosa che Valentina ha capito è che le piace viaggiare. Dopo tre anni trascorsi tra Nuova Zelanda, Sud-Est asiatico e Australia, parte dall’Italia con un volo di sola andata verso il Giappone senza sapere dove quello stesso viaggio l’avrebbe portata nei mesi seguenti. Si lascia guidare dagli eventi accaduti durante i primi cinque mesi tra Giappone e Taiwan, girati principalmente in autostop, durante i quali ha definito le proprie esigenze di viaggio. Il primo dei suoi libri inizia proprio da qui.
“Sono stufa di contrattare con i tassisti, stufa di inquinare la nostra Terra per il mio piacere di viaggiare, stufa di fare la fila per vedere le attrazioni turistiche. Voglio la mia indipendenza, la mia autonomia, la mia libertà. Voglio scoprire i Paesi non dalle loro attrazioni turistiche, ma dalla loro gente. Voglio vivere le strade, voglio vivere le campagne. Voglio immergermi nella natura, essere parte di essa senza disturbarla troppo.”
Una volta chiarita la sua personale visione di viaggio, la scelta del mezzo è avvenuta naturalmente. Serve un mezzo lento, che non inquini, dove poter caricare tutto ciò di cui potrebbe aver bisogno.
Un giorno da Taiwan Valentina prende un aereo per Ho Chi Minh City, nel sud del Vietnam, lì compra una bicicletta e decide di pedalare lentamente verso casa.
Ci accompagna quindi in viaggio insieme a lei e alla sua bicicletta Rosa, con la quale ha un approccio molto più filosofico piuttosto che tecnico, perché in realtà Valentina di bici ne sa davvero poco.
Attraversa il Vietnam, dirigendosi verso nord, nella speranza di ottenere quell’ambito visto cinese, ma pronta a ridisegnare l’itinerario in caso di rifiuto. E tutto l’itinerario verrà spesso messo in discussione per questioni di carattere burocratico. La meta finale è casa sua, in Trentino, con infinite possibili traiettorie.
Una volta raggiunta la Cina si trova a far fronte a barriere linguistiche e difficoltà climatiche, infatti si trova in questo Paese in pieno inverno. La scadenza del visto la porta poi a dover scegliere un posto dove svernare: Hong Kong, che è stata un’inaspettata rivelazione dal punto di vista naturalistico, con i suoi abbondanti spazi verdi.
Qui pensa ai visti per i Paesi successivi e nell’attesa ritaglia un paio di settimane da trascorrere in Myanmar, dove parteciperà ad un corso di meditazione Vipassana, tappa ed insegnamenti fondamentali per affrontare il resto del viaggio serenamente. È d’obbligo un secondo passaggio in Cina, per raggiungere la meravigliosa Mongolia, che tanto l’affascina e tanto la mette in difficoltà con il suo clima ostile e alcuni incontri non esattamente piacevoli.
Giunge poi in Russia, dove tira un sospiro di sollievo dopo i fatti spiacevoli accaduti in Mongolia.
Il secondo volume inizia con il Kazakistan e le sue steppe infinite sotto al sole cocente di luglio. Poi il Kirghizistan, con i suoi passi ad oltre 3.000 metri di quota. In Tagikistan raggiunge l’altitudine massima di 4.655 metri slm. L’Uzbekistan offre certamente più sorprese dal punto di vista architettonico che da quello paesaggistico, e anche qui scoprirà una straordinaria ospitalità.
Giunge poi in Turkmenistan, uno dei Paesi meno visitati al mondo, per poi trovarsi in Iran, dove quelle poche parole di russo imparate in viaggio non l’aiuteranno più. Il viaggio in Medio Oriente prosegue verso gli Emirati Arabi e Oman, per poi risalire nuovamente verso Iran, e il salto fuori dalla cultura musulmana in Armenia, e poi Georgia.
Una veloce traversata di Bulgaria, Romania, Serbia, Croazia e Slovenia la conduce al confine italiano.
Nei suoi libri, scritti in maniera semplice, scorrevole e colloquiale, Valentina mette a nudo tutte le verità del suo viaggio in quanto donna, che viaggia principalmente da sola; senza tralasciare emozioni e significato. Non ci descrive solo la bellezza di questo viaggio, ma anche le difficoltà incontrate, spinta dalla filosofia “sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Delle molestie sessuali si parla poco pubblicamente, se non per niente. Non è vittimismo, è l’illustrazione della verità della sua esperienza, e il suo modo di affrontare le difficoltà potrebbe essere d’esempio per altre donne. “Il mondo non si cambia rimanendo in silenzio”. Probabilmente neanche con le sue confessioni, ma un fiume è fatto di tante piccole gocce d’acqua, e a lei preme dare il suo piccolo contributo.
Continuare a pedalare in certi momenti le ha dato la forza per superare certi ostacoli e sicuramente non avrebbe permesso a quei piccoli incidenti di percorso di fermare il suo meraviglioso viaggio: 25.000 km pedalati in 25 mesi.