Adrenalina: River Walking e Rafting alle Marmore
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A me piacciono molto gli sport all’aria aperta, non li faccio per l’adrenalina, li faccio perché ti mostrano il luogo sotto un altro punto di vista, ti fanno sporcare, ti avvicinano, ti mischiano con la terra. È un po’ come la differenza tra vedere uno squalo in un acquario e nuotarci insieme, quello che vedi è lo stesso ma la sensazione nettamente diversa.
Rafting l’ho fatto solo una volta, in Colombia, a San Gil, era di livello 2 perché nel dubbio ho preferito mantenermi dentro la mia area di comfort, ma credo che la migliore esperienza “nelle acque dolci” l’ho avuta in Guatemala sia a Rio Dulce che a Semuc Champey il luogo più famoso del paese per vivere un’esperienza intensa.
Poi ascoltando i comportamenti delle persone ci sono intorno, e a volte anche i miei, ti rendi conto che all’estero siamo tutti attratti dall’avventura, mentre in Italia più attratti dall’agriturismo!
Io trascorro molto tempo in Umbria, è una delle mie regioni preferite, è spirituale e silenziosa, è un luogo dove trovo pace e conforto allo stesso tempo, così questa volta ho deciso di provare qualcosa di nuovo.
Mi vergogno a dirlo, ma io non avevo proprio mai visto la cascata delle Marmore, ci sarò anche passata diverse volte, ma andiamo sempre di fretta e spesso perdiamo la poesia. Così ci sono andata, lì sotto, a farmi bagnare e avvolgere dalle nuvole di vapore. 165 metri di salto, la più alta d’Europa.
Non sapevo che la cascata delle Marmore l’avessero fatta i romani, ci sapevano proprio fare sti ragazzi con l’acqua èh! È stata costruita nel 271 a.C per bonificare delle piane nelle valli vicine, in modo che i romani potessero avere più terra coltivabile, e dato che la pietra di cui erano fatte queste rocce era il travertino la cascata ha preso il nome di marmorae e poi Marmore. Ovviamente nell’arco dei secoli successivi il corso delle acque è stato rettificato e organizzato in modo da poter alimentare la centrale idroelettrica più grande d’Italia. L’aspetto che ignoravo è che la cascata non è sempre piena, ossia non è sempre alla sua massima portata e questo ha un vantaggio secondario, ossia che lo stesso scenario è in realtà molto diverso a seconda se è carico d’acqua o meno.
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A circa 3km dalle cascate c’è Rafting Marmore l’unico centro di sport estremo delle Marmore, grazie a loro si può vivere il fiume in pieno, in tutti i suoi aspetti “estremi” e non. Incredibile quanto siano preparati e appassionate le guide, sono riusciti a zittire anche un gommone si sole donne! Altro aspetto che ho apprezzato molto è stato anche la qualità dell’attrezzatura che ti permette di trascorrere una giornata interna nell’acqua a 8 gradi senza mai avere freddo!
Il Rafting che si può fare partendo dalle Marmore è di difficoltà 4+ ossia il livello più alto se non si è dei professionisti. C’è da specificare che non tutto il tragitto ha lo stesso gradiente di difficoltà e questo permette ai partecipanti di prendere confidenza con il gommone e con i comandi.
Prima di partire si fa una lezione di sicurezza per capire come si manovra un gommone da rafting e cosa ancora più importante, come ci si comporta se si cade in acqua.
Come ho già raccontato in questo post, io cognitivamente ero molto spaventata, mi ricordavo che in Colombia avevo avuto strizza un paio di volte e non sapevo cosa mi sarei dovuta aspettare con un gradiente di difficoltà doppio. Invece mi sono auto sorpresa, non ho mai avuto paura, anzi mi veniva continuamente da ridere, mi sono fidata cecamente di Ronnie, la mia guida, ero molto concentrata a rispettare i suoi “avanti, indietro, stop” non so se ci ho messo la forza giusta, ma di sicuro l’impegno c’è stato.
Il fiume è davvero molto stretto, in più punti ci sono delle rapide davvero alte, hai esattamente la sensazione di volare, ma dato che il gommone attutisce i colpi non è poi così “traumatico”. In più ci sono molte zone in cui la potenza del fiume rallenta, puoi riposarti, rilassarti, goderti il paesaggio, insomma le emozioni sono forti e dolci allo stesso tempo. Lo rifarei subito altre mille volte.
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E mi chiederete “ok il rafting, ma cosa è il river walking?”
Ricordi che ti ho detto che la cascata in alcune ore viene “chiusa” diciamo che il suo flusso diminuisce visibilmente, quando il livello dell’acqua è basso puoi camminare sul letto del fiume. Ma non è esattamente saltellare sulle rocce tipo Heidi, è più un nuotare e arrampicarsi sulle rocce. L’acqua diminuisce, ma ci sono rapide ugualmente, se pur piccole, non in ogni punto c’è piede e spesso i percorsi sono solo in punti molto ridotti, insomma è un’avventura.
Si fa con una muta di 5mm e le calze di neoprene, posso assicurare che non fa freddo. È un vivere il fiume in maniera lenta, ti puoi soffermare sui cambi di luce, sul turchese dell’acqua, sull’ombra, è bellissimo! Posso ammettere che è bello quanto il Guatemala, che abbiamo qualcosa ad un ora da casa e la ignoriamo, e non dovremmo perché la natura commuove allo stesso modo in ogni luogo si trovi e qui alle Marmore, a differenza di altri luoghi più esotici, c’è anche meno gente ;-).
Qui lo dico pubblicamente, prossima volta, voglio fare torrentismo!
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Quello che ti libera in viaggio è la certezza dell’assenza di futuro, il vivere giorno per giorno ti dà la serenità di scegliere ogni volta quello che davvero vogliamo, senza preoccuparci delle conseguenze, perché la conseguenza di tutto sarà un bus in direzione opposta.
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Cara Franci,
neppure io le ho mai viste le cascate delle marmore, pur amando l’Umbria tantissimo!!! Nelle prime righe hai riassunto esattamente quello che provo io nello stare nella natura!! A questo io un pizzico di adrenalina la metto perchè provare ogni volta ad andare un pochettino più in là,, per me è cercare di superare sempre i miei limiti… un modo per cercare di affrontare la vita e tutte le sfide che arrivano (sfide o sfighe) ahahahah
Non avevo idea che ci fosse questa possibilità alle cascate e motivo in + per correre a organizzare un we da quelle parti!! Figata vera!!!