Sissi: tutto il Sudamerica in bicicletta da sola per incontrare i popoli
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Sono Sissi, sono finlandese, sono una giornalista, una blogger e una massaggiatrice sportiva. In questo momento mi trovo in Sudamerica dove sto attraversando l’intero continente in bicicletta. Io adoro incontrare nuova gente e conoscere nuove culture che è esattamente quello che sto facendo qui in questo momento. Ho sempre lavorato nel mondo della comunicazione interculturale, così ho pensato che sarebbe arrivata l’ora di passare dalla teoria alla pratica, giusto no? Per seguirla questo è il suo sito www.strangerless.com e potete seguirla sui social: facebook, Twitter e Instagram.
1. Come mai hai deciso di pedalare per il Sudamerica?
In realtà, avevo deciso di arrampicare in Sudamerica, perché amo l’arrampicata. Avevo già pianificato tutto, però poi, due anni fa ho avuto una infiammazione del braccio che non mi lasciava arrampicare. Allora ho dovuto ripensare il tutto, e siccome era già da anni che avevo pensato di un giorno fare un viaggio lungo in bicicletta, ho pensato che questo era il momento perfetto per farlo.
2. Il tuo viaggio è alla scoperta dell’altro, non pensi che pedalare sia una pratica più solitaria?
No, assolutamente! Quando sono in Finlandia, sto molte più ore da sola che qui in viaggio. Qui dormo a casa degli altri (in Finlandia dormo a casa mia), mi fermo in stazioni di benzina a parlare con la gente, la gente mi ferma per la strada ecc. Conosco persone nuove tutti i giorni e sono quasi obbligata a essere socievole. Cosa che non mi succede in Finlandia, dove posso chiudermi in casa mia tutto il giorno se voglio.
3. Il tuo viaggio e il tuo sito permettono di vedere il mondo attraverso la gente che si incontra, perché pensi sia così importante?
Perché secondo me, l’idea che i mass media creano di continenti come Africa o Sudamerica rispetto alla realtà, è molto contorta. Purtroppo, per molte persone i mass media sono le uniche fonti d’informazione, e quindi per queste persone è facile pensare che ad esempio il Sudamerica sia pieno di violenza, furti, criminali…Sembra un continente moooolto pericoloso. Però entrando nella vita quotidiana delle persone, questo è solo una parte della realtà. Io ne voglio conoscere e far vedere l’altra parte, per cambiare quest’immagine unilaterale.
4. Come mai hai scelto il Sudamerica?
Sudamerica (come l’ Africa) mi ha sempre interessato per la sua diversità culturale e soprattutto per la cultura musicale e della danza. In più, la natura e la biodiversità di questo continente che ha montagne, deserto, foresta, spiagge…mi ha sembrava affascinantissima. Prima di partire per questo viaggio, ero appena tornata dall’Africa, dove ho vissuto 7 mesi, e stavolta volevo andare in un posto dove potevo comunicare con la gente del posto nella sua lingua materna. (Anche se in realtà, prima di venire qui, non parlavo lo spagnolo ma l’italiano sì. Adesso è vice versa!)
5. Quale è la prima cosa che fai per entrare in contatto con uno straniero?
Gli chiedo qualsiasi cosa della sua vita. Alla gente le piace parlare di se stessi e a me mi piace ascoltare quello che hanno da dire.
6.Come sei cambiata tu in questi mesi di viaggio?
In realtà, non credo sia cambiata tanto. L’unica cosa che me viene in mente è che sono diventate un po’ più fiduciosa con gli uomini. Non penso più che tutti gli uomini siano possibili stupratori (cosa che pensavo all’inizio del viaggio), anche se provo a essere comunque abbastanza allerta, pero non paranoica.
7.Cosa pensi di fare di tutta questa esperienza che stai accumulando? Un libro? O sarà la base per una nuova vita o un nuovo lavoro?
Un giorno, mi piacerebbe tantissimo scrivere un libro su tutte le mie esperienze! Non solo sulle esperienze qui in Sudamerica, ma anche su quelle in Europa e in Africa. Non è la base di una nuova vita, perché è più o meno quello che ho fatto per tutta la mia vita – non viaggiare in bici, ma sì muovermi da un paese all’altro. Ho vissuto tanti anni all’estero e ho studiato comunicazione interculturale, ambito in qui ho anche lavorato. In questo momento lavoro come giornalista, e scrivo sul viaggio in blogs e riviste finlandesi. Quindi, il lavoro continua, anche se pedalando.
8.Cerchi di dormire sempre con CS e di chiedere quando puoi un passaggio? raccontaci come fai.
Viaggio con la mia tenda, e quindi non ho ancora mai pagato per alloggio. Quando sono in campagna dormo o nella tenda in mezzo alla nulla, nella tenda vicino a estancias (fattorie), vicino ai pedaggi stradali, nelle stazioni di benzina, dei stazioni di polizia…A volte dormo dentro le fattorie, quando le persone m’invitano a casa loro. Nelle città dormo o dai posti di polizia o dai vigili del fuoco (che ospitano sempre dei viaggiatori) o cerco un posto di Couchsurfing. Ci sono tante opzioni tra le quali scegliere!
E un passaggio l’ho chiesto solo due volte: tutte due volte erano nel sud della Patagonia, perché c’era un vento di 90km/h e non avevo le forze fisiche per combatterlo. Pero, a parte queste due occasioni, provo sempre ad andare in bicicletta (anche se poi se un giorno vorrò andare in autostop, non mi farò delle problemi. Sono qui per godermi la vita, non per fare un record.) Pero alla fine, anche se sono andata tantissimo in autostop nella mia vita, questo è un viaggio in bici 🙂
9. Quanto serve essere preparati fisicamente per pedalare in Sudamerica?
Io non mi sono preparata per niente prima di partire. Non avevo mai fatto neanche 60 chilometri in bici, anche se sì mi muovo in bici a Helsinki. Per il fatto che arrampico, non ero in pessime condizioni prima di partire, pero sicuramente neanche buonissima per andare in bici (i muscoli che si usano andando in bici sono abbastanza diversi di quelli che si usano arrampicando). Si inizia molto lentamente e facendo pochi chilometri i primi giorni/le prime settimane, la preparazione viene facendo.
10. Un incontro speciale che vuoi condividere
Ci sono una centinaia di incontri stupendi, ma se ne devo scegliere uno, era in un villaggio in Argentina che si chiama Choele Choel. Avevo pedalato per 140km quel giorno, e avevo sentito dire che c’era un bellissimo posto dove fare campeggio libero da quelle parti. Non appena sono entrata nel paesino ho chiesto ad una signora dove fosse l’area del capeggio. Lei si è molto emozionata quando si è accorta che parlavo inglese perché era una insegnante d’Inglese e mi ha chiesto se potevamo bere una birra più tardi. Anche se ero davvero davvero esausta mi piaceva tanto la possibilità di trascorrere una serata con una local e così le ho detto di si, ci siamo scambiati i numeri e ho pedalato fino al campeggio. Il problema è che poco dopo ho scoperto che quello era il giorno del primo festival di reggaeton e musica elettronica della storia di Choele Choel e che sarebbe andato avanti fino all’alba in quello che sarebbe dovuto essere il “mio campeggio” . Così mentre stavo finendo di montare la tenda sento la signora che avevo incontrato prima urlarmi da lontano “ non puoi dormire in quel posto, sei stanca hai bisogno di riposare, vieni a dormire a casa mia!” Che dolce, mi ha cercato per tutto il campeggio e poi mi ha invitato a dormire da lei. Ho accettato con le lacrime agli occhi.
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