Viaggiare like a local è la nuova maniera di essere esploratori?
[box style=’note’] Riflettere, avere nuovi stimoli, nuovi punti di vista, insomma il dialogo, questo mi rende viva e da un senso a tutte le cose, quando la mia amica Margherita mi ha mandato le sue considerazioni su “il turismo di massa ha ucciso il viaggio” abbiamo iniziato una discussione in chat che ho deciso di continuare a riportarvi.[/box]
Credo che con il cambiare del tempo cambino anche i valori e i significati delle cose. Ovviamente nn saremo più degli esploratori o degli antropologi come Lèvi-Strauss, ma questa non è una nostra colpa, è colpa se propio vogliamo chiamarla tale, della globalizzazione. Non credo che Soldini sia meno esploratore di Amerigo Vespucci solo perchè ora ha un gps. Avere tutto a portata di mano ci permette di scegliere anche se ci toglie la scoperta, ma credo fermamente che quello che differenzi un viaggiatore sia l’attitudine e la voglia di conoscere il mondo dove va.
Diverso e nuovo non sono necessariamente lontano ed esotico, stare un mese a casa di un newyorkese, è comunque un concetto altro, sicuramente saremo in una cultura e in usanze che non avremmo immaginato.
Io ospito tantissimi turisti, ogni volta che arriva qualcuno di oltre oceano, sapete quale è la cosa che più lo meraviglia di casa mia? L’ascensore! E’ un ascensore assolutamente normale, intendo per noi italiani, ma un ragazzo degli Stati Uniti nn capisce che si deve aprire e chiudere manualmente e che nei nostri ascensori nn ti muovi con facilità perchè spesso sono costruiti dopo il palazzo, dato che i nostri edifici sono antichi. Loro vengono a casa mia anche per questo, per conoscere qualcosa che nè su un blog, nè in un Hotel a Fonatna di Trevi avrebbero mai impatato.
Siamo viaggiatori 2.0, è vero, diversi dal Grand Tour, ma poi siamo sicuri che nel Grand Tour fossero tanto più viaggiatori di noi? Loro partivano con bauli, alloggiavano a casa di aristocrazia locale, viaggiavano per conoscere l’arte e la cultura europea, ma non mischiandosi mai, non uscendo mai dalla propria aria di confort. Credo che i miei amici che hanno fatto autostop per anni dormendo in tenda siano più viaggiatori, anche se avevano uno smart phone!
Direi che la scoperta nn c’è più nel viaggio di oggi giorno, c’è nel like a local,
è un’altra maniera di viaggiare, ma anche essa molto bella. Il viaggiatore di oggi, non cerca di scoprire un luogo, cerca di scoprire la sua gente. C’è chi mette le X sul mappamondo, perchè fa figo poi parlarne con gli amici, c’è chi torna 15 volte a Londra nella propria vita, perchè visitare una capitale per 4 giorni nn ti fa capire come è vivere lì.
Dal mio punto di vista, esistono due livelli in un viaggio:
- il sightseeing: perchè bisogna vedere i luoghi principali di una città o di un paese, ossia, se dei luoghi sono tanto “turistici”, ci sarà un motivo no? Non puoi venire a Roma e non andare al Pantheon, anche se ci sono altri 1000 turisti accanto a te. Ogni persona vive il suo rapporto con l’arte e la natura in modo diverso, quando ho fatto l’Inca Trail e sono arrivata a Machu Pichu alle 6 del mattino, non so perchè, ma nn ho provato un tuffo al cuore, era come se conoscessi quell’immagine già da tempo attraverso le foto, o forse era semplicemente perchè ero a pezzi! Vivo a Roma da 15 anni e ogni volta che entro a Piazza di Pietra ho un tuffo al cuore e ringrazio di avere al fortuna di poter godere di tutto questo ogni giorno.
- E poi c’è un secondo livello, il deep travelling, quello che ti porta a conoscere un luogo e la sua gente. Passare un giorno in un caffè di Parigi osservando la gente mentre lavori al pc, ballare la salsa a Medellin con un ragazzo del posto in un quartiere periferico, andare ad un pranzo di famiglia alle 5 di pomeriggio a Ciudad de Mexico, tutte le esperienze che ti avvicinano alla vita del luogo che visiti. Come dico sempre, non è detto che ti piacciano, perchè nella maggior parte dei casi sono molto diverse da quello che sei abituato a fare, ma sono quelle che ti fanno capire davvero la filosofia del like a local. Viaggiare così nn è sempre eccitante ed adrenalinico, ma è autentico. Sono stata più di un mese e mezzo in Colombia, ho fatto molto couchsurfing, una volta ero nel sud, nella Zona Cafetera (la mia preferita) a casa di un ragazzo, durante il week end, qualche giorno dopo ho parlato con i miei amici e mi hanno detto “che hai fatto sabato, rum e salsa tutta la notte?” a dire il vero ho passato tutta la notte di sabato a giocare a Parquet (un gioco di dadi) con le zie ultra settantenni del mio host, quello si che mi ha fatto capire davvero come si vive in una famiglia paisa.
Ho viaggiato direi solo 43 pasei e passo circa 4-5 mesi l’anno in viaggio, ma io amo ritornare nei luoghi. La prima volta li vedo la seconda li vivo. sono stata 7 volte ad Istanbul e ancora mi mancano mille cose, 5 volte a Parigi, 8 a Londra e ogni volta ha un sapore diverso, è un po’ come uscire con una persona che ti piace, il primo appuntamento ti affascina dopo qualche settimana te ne innamori.