Il Ragazzo che Parlava con il Vento di Pascal Khoo Thwe
IL RAGAZZO CHE PARLAVA CON IL VENTO
Autore: Pascal Khoo Thwe
Editore: Edizioni Piemme
Anno: 2008
L’appuntamento settimanale con #libriinviaggio oggi ci porta in Myanmar o come siamo più abituati a sentire in Birmania.
Consiglio questo libro a tutti, non solo perché è avvincente, ma perché è uno dei pochi modi per capire davvero cosa vuol dire vivere in Myanmar!
Io l’ho comprato il giorno prima di partire e l’ ho letto tutto durante il viaggio in questa bellissima terra, devo dire che è stato un valore aggiunto mi ha permesso di vedere sotto altri occhi. La cosa più triste di questo libro è che è autobiografico, non sembra vero che in una terra dove la gente è la più gentile ed ospitale del mondo vengano compiuti tali atti contro i diritti umani.
Durante il mio viaggio in Myanmar ho toccato tutti i luoghi di cui Pascal parla nel libro, il Lago Inle, Mandalay, spesso avevo i brividi. Racconta di una terra in cui le tradizioni sono ancora quelle di mille anni fa, la nonna con gli anelli al collo, mangiare insetti e scimmie, fare il bagno nel Lago Inle, sembra quasi un mondo incantato, ma poi quando decide di andare a studiare a Mandalay si ritrova faccia a faccia con la dittatura, una dittatura che gli strappa tutto, il futuro, la cultura, la liberà, l’amore!
Pascal disilluso diventa un attivista, va al nord, al confine con la Tailandia e inizia a combattere, è ad un passo dalla morte più di una volta, sulle montagne ogni cosa ha perso valore, tranne i suoi ideali.
Possiamo leggere questa storia perché Pascal ha avuto la fortuna di essere riuscito a scappare in Inghilterra grazie ad un professore del Caius College di Cambrige. Grazie al regime, all’assenza di connessione internet e telefonica per anni è stato molto difficile far conoscere al mondo tutte le atrocità che succedevano in Myanmar. Per fortuna ci sono persone come Pascal Khoo Thwe ed ovviamente Aung San Suu Kyi, che hanno rinunciato a tutto e rischiato la vita più volte per portare avanti i loro ideali, solo per questo credo che bisognerebbe andare a visitare il Myanmar.