Viaggiare da soli da Bangkok a Kathmandu
Ho iniziato a scrivere questa cosa seduto su una poltrona scomoda di un 777 della Royal Giordanian Air che mi stava riportando alla mia isola, in Indocina, dove vivo. Nel cuore e nella mente avevo una idea, andare ad aprire una nuova via.
Più invecchio e più accorgo che la fame di avventure cresce in me oppure, potrebbe anche essere, forse, la voglia di dimostrare a me stesso che ci sono ancora.
In tutti questi anni ho percorso vie alcune volte impossibili, ho curiosato, conosciuto e toccato con mano realtà fuori dalla nostra ottica, fuori dalle nostre aberranti abitudini. Ho incontrato gente con la quale ho condiviso la loro cultura e partecipato alla loro vita. Mi sono ubriacato con loro, battuto per la vita con contrabbandieri tagiki sul confine afgano per poi diventare amici per il resto della nostra esistenza, ho amato allo spasimo donne stupende fino ad abbandonarle con dolore e disperazione alla loro vita continuando io la mia. Ho dormito in posti di fortuna coperto dalla neve e circondato da lupi ululanti nella notte sul Taldyk Pass, sul confine cinese, sconvolto dalla febbre alta e dalla diarrea. Ho assistito a tramonti mozzafiato e ho conosciuto la povertà totale e annichilente di vite solo apparentemente inutili. Ma sono sempre andato avanti verso mete che alla fine, una volta raggiunte, non lo erano più, ma solo punti di transito se non addirittura di partenza verso altre.
Adesso, sto tornando alla mia isola e da li fare una via che non esiste. Partire da Bangkok e arrivare a Kathmandu. Attraversando mezza Thailandia, la Birmania il Bangladesch, il Bhutan per poi salire verso il Nepal fino al mito, fino a Kathmandu appunto. Usando solo mezzi di superficie o almeno, quelli che riuscirò a trovare, altrimenti le mie gambe saranno il mio mezzo di locomozione.
A settembre, se Viaggiare da soli, me lo permetterà ve lo racconterò.
Viaggiare da soli, l’ho scoperto per caso, sotto la tettoia di eternit di una pompa di benzina persa nel deserto australe dove mi ero fermato per passare la notte. Di Viaggiare da soli, m’era piaciuto il nome, le storie e le foto che la gente che va lascia a chi sogna, a chi vorrebbe ma non può, a chi, invece, lo fa.
Ferruccio
Ovviamente io glielo permetto 😉 nn vediamo l’ora di leggere il nuovo racconto
ciao Francesca
mi potresti aiutare a contattare Ferruccio? io sono 2 anni che viaggio sono partito dall`Italia in direzione Nuova Zelanda dove ho vissuto per un anno poi mi sono trasferito nel nord del Vietnam dove ho vissuto un mese ed ora vagabondo in Australia dove lavoro per salvare soldi e pensavo di fare la stessa via di Ferruccio.
Volevo avere un confronto con lui e sentire la sua esperienza.
Grazie per il tuo tempo
Riccardo