Arrenditi a te stesso! Come ti vedi fra 10 anni?
Aprile 2004, mi ero laureata da qualche mese, quello che sarebbe diventato il mio mentore, mi pone questa semplice domanda: “Come ti vedi tra 10 anni?” Io avevo l’arroganza dei ventenni e la supponenza di chi cresce con un futuro disegnato dagli altri.
Lo guardo fisso negli occhi e con naturalezza gli rispondo “Manager, sposata, incinta del secondo figlio!” “Secondo?” mi risponde lui, ed io “Certo il primo lo farò a 31 anni come mia madre!” Lui rise, io non capii il perch?, mi sentì molto piccata.
Ci sono persone che ti insegnano a fare cose e persone che seminano dentro di te, a quel tempo non avrei mai immaginato quanto i mesi e gli anni a seguire, passati con lui, avrebbero seminato la mia vita.
Risultato, ora sono passati quasi 10 anni.
Come mi vedo ora? Completamente in un altro posto, ma non è detto che sia peggiore. A vole, bisogna solo imparare ad arrendersi.
Sabato compio 33 anni e come mi vedo?
Ho capito che forse per anni inseguivo una chimera, un’immaginario che non era esattamente il mio, ma quello del contesto in cui sono cresciuta, io sono irrequieta, un irrequietezza alla Chatwin, una sensazione che mi porta a girare a esplorare a non fermarmi mai, a voler vedere sempre cosa c’è dietro la collina. Non dico che sia un vantaggio, anzi, dico che ha molte controindicazioni, in questo ultimo anno lo sto capendo bene, ma nel bene e nel male io sono così e mi sono arresa a me stessa.
Fra circa 2 settimane partirò per il mio lungo viaggio annuale, questa volta vado in Indonesia, ci sono già stata, o meglio sono stata a Bali, ma mi sembra un po’ limitativo, ho voglia di esplorare e di farmi contagiare dal sorriso degli indonesiani.
Per chi volesse seguire il mio viaggio ho creato l’hashtag #IndonesiaAlone.
Ogni volta che viaggio, faccio una cosa che non ho mai fatto, che spesso è associata ad una mia paura da superare.
L’idea che una paura possa limitarmi nelle mie azioni mi fa uscire pazza, e sempre nei limiti della sicurezza cerco di superarle.
Una delle mie più grandi paure è fare diving, l’idea di stare sott’acqua e non poter risalire a respirare.
Il mare è il mio elemento, nuoto da quando ho 4 anni, vado in piscina 5 volte a settimana, ma ho sempre io il controllo della situazione (strano, non mi succede mai!).
Il mare mi ha portato via una delle persone che più amavo al mondo, per questo ho tanto paura di fare immersioni, ma forse dopo tutto questo tempo credo che limitarmi in questa attività non mi porterà ne indietro nessuno, né smetterà di farmi pensare a quello che è successo, quindi mi butto!
L’obiettivo principale del mio viaggio sarà prendere il PADI il brevetto per le immersioni, sono sicura che urlerò nel respiratore la prima volta, ma sono allo stesso tempo certa di riuscirci, dopo tutto, basta fidarti della tua guida!
Come superare la paura per un’attività avventurosa.
Hai paura di qualcosa ma vorresti farlo? Rifletti innanzitutto su questo punto. E’ normale avere paura delle attività avventurose e decidere quindi di non farle, la questione si pone se invece tu desidereresti tanto farlo.
In quel caso, sconfiggiamo la paura.
Spesso le paure non si spiegano, non si conoscono, sono solo legate ad uno stato emotivo.
Proviamo prima a conoscere cosa ci fa veramente paura:
– scrivete su un foglio gli elementi che vi spaventano, la scrittura aiuta a mettere a fuoco.
– in un altro foglio scrivete tutti gli elementi che vi attraggono verso quell’attività, in modo da tenerli come carica positiva e rileggerli nei momenti di perplessità.
– rispetto agli elementi che vi spaventano quale è lo scenario che vi immaginate?
– quale sarebbe la giusta risoluzione dello scenario negativo?
– quali elementi potrebbero favorire l’avverarsi della risoluzione positiva?
Vi faccio un esempio (estremizzato):
Mettiamo caso che come me abbiate paura di fare diving, perché pensate che una volta sott’acqua non sappiate come respirare e non riuscite a chiedere aiuto
Cosa ti può rassicurare? Magari avere un istruttore molto esperto che parla la tua stessa lingua, che conosci bene prima di immergerti.
Potrebbe essere una buona soluzione non trovare un centro immersioni su internet, ma andare di porta in porta per vedere chi fa più al caso tuo, passare un po’ di tempo nelle vicinanze del centro, per conoscere meglio l’istruttore, magari raccontargli le tue paure in modo che lui sappia dove portarti a fare immersioni la prima volta per farti stare tranquillo.
Se le paure non finiscono neanche quando avete preparato un setting meraviglioso e non sapete darvi una risposta, desistete, magari il problema è altrove.
Direi che la cosa più importante che ho imparato nella vita è che bisogna avere il coraggio e l’umiltà di sapersi ascoltare.
Paure, difetti, forze, caratteri scontrosi o troppo sensibili. La vita ti ferirà ugualmente, le cose non andranno mai come avresti pensato o desiderato. Ma quello che fa la differenza è essere sempre coerenti con se stessi.
Non è facile capire cosa vuol dire essere coerenti con se stessi, non è facile capire quello che si è o che si vuole veramente, forse è tautologico dire che io l’ho scoperto viaggiando da sola, ma mi sa che è il motivo per cui ho deciso di aprire questo sito: per ispirare altre persone. Non per ispirarle a viaggiare, per ispirarle a non avere paura di se stessi, di guardarsi “nudi”, di accettarsi con tutte le rughe e cicatrici. Non è detto che quello che si vedrà sia esattamente splendente, ma di sicuro è reale!
Complimenti, ti stimo moto perchè stai vivendo una vita che vale veramente la pena d’ essere vissuta e ti stai godendo le meraviglie che il mondo ha da offrire, io sono un ragazzo di 19 anni e il mio sogno è diventare un viaggiatore a tempo pieno, mi sei di grande esempio e ispirazione, continua a goderti la vita 🙂 !!
Tutte le vite valgono la pena di essere vissute, bisogna solo trovare la propria strada, e avere il coraggio di ammettere che le strade possono cambiare in certo punto del cammino.