Racconto di un viaggio in Marocco che non dimenticherò

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Come puoi leggere nella casella autore, questo è un racconto personale fatto da Valerio D’Erme, se ti incuriosisce puoi contattarlo su Instagram


Per me viaggiare da solo è stata una delle esperienze più belle e formative che io abbia mai fatto in tutta la mia vita! Consiglio a chiunque di fare almeno un viaggio in solitaria. 

Tutto era iniziato così:

Mi sveglio, sono a Roma, le 6:40, alle 8:30 devo necessariamente essere in aeroporto. 

Arrivo alle 8:50, tutto fila liscio. Passo i controlli in anche meno di 15 minuti. 

Attendo in aeroporto, ho il volo alle 10:30. Salgo finalmente sull’aereo e inizia a salirmi l’ansia. Tutto tace quando saliamo ancora un po’. Dopo 3 ore e mezza, l’aereo atterra. L’orecchio destro fa male. Molto male. Non sento più nulla, o almeno, sento male. Uscito dall’aereo, qualche minuto e tutto si ristabilizza. Proseguo per i controlli passaporto prima di uscire dall’aeroporto. Esco dall’aeroporto. Il sole di Marrakech mi inebria dalla testa ai piedi. I taxi sono molteplici e tutti molto gentili e disponibili. Uno tra questi mi procura anche la Sim Card. Tutto molto bello. Sono stravolto, un po’ dal viaggio, un po’ dalla realtà che affronterò nei prossimi giorni. Arrivo vicino l’hotel, i marocchini appena passo mi porgono la mano per chiedere qualche soldo. Un signore con un carretto arriva per prendere le mie valigie. Gli lascio 10 euro, cioè 100 mad. Me ne chiede altri 50, gli dico di no. Mi ringrazia e toglie il disturbo. Entro nel Riad, il receptionist mi offre il tè. Mi sembra un tè totalmente diverso da quello a cui siamo abituati noi occidentali, colmo di piante al suo interno. E devo dire, molto più buono di qualunque altro. Inizio a sistemare le cose in camera e poi esco a visitare i famosi Souk. Ricolmi di cose da acquistare e da vedere, sono pieni di Marocco: Tajine, Veli, Tappeti, Vestiti, Gioielli, Scatole in metallo…

Ogni tanto amavo proprio perdermi al loro interno, passeggiare e osservare, il tutto senza sentirmi troppo spaesato, così da evitare gente che cerca di condurti verso la perdizione a livello monetario. 

Era passato così il mio primo giorno in Marocco, senza sapere che le cose più belle da vedere non sono tutte verso Marrakech. 

Le città che ho visitato sono ben 7, da Sud a Nord: Marrakech, Casablanca, Fes, Rabat, Tangeri, Tetuan, Chefchaouen. 

La prima in classifica necessariamente Rabat! Un complesso di strutture moderne collimate a quello che si può definire una sorta di architettura antica: la Médina, questo muro alto che circonda la città vecchia. Da lì non si può né entrare né uscire con la macchina, bensì si può andare in bicicletta e a piedi. Per i vari spostamenti fuori médina è sicuramente consigliabile prendere i taxi, anche se a Rabat (e Casablanca) ci sono anche i tram. I taxi costano meno di un euro alle volte, se chiedete al tassista di attivare il tassametro (e se lui accetta, essendo molto bravi nell’arte della contrattazione). Per quel che riguarda il cibo, le cose in assoluto più buone da mangiare sono il Tajin, il Cous cous e il Pastilla. Se amate i dolcetti, quelli marocchini sono una delle cose più buone mai assaggiati, obbligatoriamente con un buon tè alla menta (il migliore mai provato).

In ogni città Marocchina c’è necessariamente la parte dedicata alla Médina, in cui potrete passeggiare tra piccole realtà marocchine e tanto altro. 

La città più povera in assoluto è stata Fes, in cui non ci sono mezzi di trasporto, a parte l’asino e la bicicletta. È una città caratteristica in special modo per il trattamento delle pelli. La pelle si lava, si colora, si profuma, il tutto alla vecchia maniera, c’est-à-dire, a mano attraverso delle grandi vasche con diversi liquidi all’interno. 

Casablanca rappresenta per me una città occidentale nel 1924, parliamo di una città metropolitana esattamente 100 anni fa. A zona della Médina in questo caso si trova a Nord della città, abbastanza fuori dal contesto cittadino. Una delle cose più belle da non poter mancare è sicuramente la Moschea di Hassan II, una delle moschee più grandi in Marocco e a mio avviso anche più belle. Situata sull’oceano, si può visitare prima o dopo l’orario dell’appello alla preghiera. L’appello alla preghiera si svolge giornalmente per sei volte al giorno. Dalla notte alla notte successiva. In qualunque città Marocchina c’è la moschea principale in cui si riuniscono molteplici fedeli e ci sono diversi altoparlanti sparsi in tutta la città che richiamano il fedele alla preghiera. 

Rabat, oltre alla sua architettura moderna e ai tram, presenta una grande vista sull’oceano Atlantico, dalla terrazza più alta della città. Troverete delle personalità diverse dal solito, estremamente gentili e disponibili! La prima cena a Rabat, la ricordo con piacere. Mi imbattei in questo tipico locale marocchino, in cui l’unico turista ero io. Mi servirono un Tajine viande hachée et oeufs (carte macinata e uova), del pane di segale, del buon tè e dell’acqua. Quella cena fu una delle più buone ma anche una delle più economiche in quanto spesi soltanto 40 dirham, vale a dire meno di 4 euro. 

Rabat e Tangeri sono molto vicine, rispetto alle altre città citate e sono legate da questo oceano che poi a Tangeri sfocia anche nel Mar Mediterraneo. 

L’ultima città che intendo citare è Chefchaouen, in cui è possibile immergersi nel blu e ammirare le famose piccole cascate di acqua trasparente e potabile.

È davvero suggestiva come città per foto e per l’acquisto di souvenir (mi raccomando, è necessaria la contrattazione in ogni acquisto). Spero che possiate vivere la vostra miglior esperienza in Marocco. E diffidate di chi vi dice che è pericoloso o altro. Non lo è affatto. Vivete, semplicemente, respirate un’aria nuova. 

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