Maira, incontrare una sorella gemella in Sudamerica.
Io sono figlia unica, ma a volte la vita ti sorprende e incontri qualcuno con il quale hai condiviso la maggior parte delle esperienze della tua vita senza saperlo.
Era il 2011, io ero in Argentina per la prima volte e il mio amico Fernando organizzava una cena alla settimana con tutta gente di A Small Word (quando ancora era un sito nel quale valeva la pena essere), così quel mercoledì mi presentai alla Parilla da Miranda a Palermo, Buenos Aires. In quel tavolo eravamo più di 15 fu una notte, particolare, nacquero amori e grandi amicizie. A metà cena arriva Maira, una ragazza uruguayana, si siede per caso vicino a me e iniziamo a chiacchierare, siamo entrambe psicologhe interessate allo stesso orientamento. Nei giorni successivi ci continuammo a vedere e sentire, un intesa fuori dal normale, poi tra una chiacchiera e l’altra capiamo che abbiamo avuto gli stessi problemi familiari, la stessa vita sentimentale, siamo anche uscite con due migliori amici californiani senza saperlo. Poi ad un certo punto entrambe diciamo, “sto per prendere un periodo sabbatico per viaggiare il mondo!” Incredibile, anche quello avevamo in comune!
Credo che la vita unisca i cammini delle persone simili, porti le vite ad incrociarsi per farne scaturire qualcosa di nuovo.
Anche se lei è dell’Uruguay, caso volle che aveva un corso di Psicologia a Roma ogni 3 mesi, e nell’anno successivo è sempre stata da me, siamo andate insieme in Francia, al carnevale di Venezia. Lei ha iniziato il suo viaggio di 7 mesi e io il mio percorso sulle Ande, che non poteva non finire a casa sua in Uruguay, così ho conosciuto la sua famiglia, i suoi amici e il suo bellissimo paese al quale sono molto legata.
Quest’anno ho fatto una piccola deviazione al mio viaggio brasiliano per trascorrere 4 giorni con lei, perché secondo me sono sempre i sentimenti il driver delle mie azioni e dei miei viaggi, sentimenti di diverso tipo, si intende.
1. Perché hai deciso di prendere un anno sabbatico e viaggiare per il mondo?
Perché sempre stato un sogno, un anelito, poter avere un tempo senza preoccupazioni e pensieri lavorativi, interamente dedicato a me stessa e ai miei desideri.
Negli anni avevo fatto molte amicizie in giro per il mondo, stavo cercando un momento per poter visitare i miei amici, conoscere i loro paesi grazie a loro, poter restare un po’ più di tempo, per fare delle cose non esattamente turistiche ma più local.
2. Cosa ti ha dato 7 mesi di viaggio?
Mi ha permesso di liberare la mia creatività, ogni stimolo, suggerimento, panorama è una porta verso un nuovo progetto, o quanto meno un’idea. La mente è libera di carpire informazioni e di elaborarle in modo innovativo. Non importa quanti chilometri fai a piedi, quanto tu sia sporca, con la valigia pensate e stanca, ti senti sempre benissimo, bellissima e carica di energie, è la linfa continua del viaggiare che ti ricarica.
3. Come è cambiata la tua vita al tuo ritorno?
Ho imparato ad apprezzare di più il tempo che dedichiamo a noi stessi, cerco di concentrare i pazienti in 3 gioroni alla settimana, in modo da avere tempo da dedicare a me e ai miei interessi.
Viaggiare per 7 mesi, senza programmare niente e condividendo spazi stretti con sconosciuti, ha limato il mio carattere, ora sono molto meno più puntigliosa, sono più tollerante. Prima di partire sono stata per molti anni single, al mio ritorno mi sono fidanzata con una persona che era sempre stata nella mia vita anche se in modo irregolare, non avrei mai pensato che sarebbe stato così facile convivere con lui, credo che questo dipenda dalla flessibilità acquisita in viaggio.
Fra, dimenticavo, anche per me Travel is my Therapy! 😉