In macchina da solo verso Capo Nord
[box style=’info’] Mi chiamo Stefano Tiozzo, ho 28 anni, sono un medico di Torino con la grandissima passione per la fotografia, i video e i viaggi. Di recente ho messo online un sito internet, www.stefanotiozzo.com, per convogliare in unico posto il frutto dell’interazione di queste mie 3 passioni.
Di tutti i posti che ho visto nel mondo niente mi ha fatto “innamorare” come il Nord Europa. Ho una particolare predilezione per il fenomeno dell’aurora boreale, e ogni inverno organizzo viaggi per tornare nei luoghi dove è possibile osservarla, portando con me ogni volta persone nuove alla scoperta di quella che, a mio modesto parere, è la più grande meraviglia del mondo.
Sono anche appassionato di musica (ho fatto per diversi anni il musicista pubblicando 3 dischi nel mondo) e ho un enorme interesse verso tutte le culture e le tradizioni in cui mi imbatto durante i miei viaggi: per questo motivo ogni volta che ne ho la possibilità, prima di partire per un viaggio, studio un po’ la lingua parlata nel posto in cui andrò per poter interagire con la gente del posto, ed entrare in contatto con chi vive nei luoghi che visito un po’ al di là dei confini che il ruolo del “turista” necessariamente impone. In questo modo attualmente riesco a parlare correttamente Inglese e Tedesco, e in maniera sufficiente Francese, Spagnolo e Portoghese. Al momento sto studiando l’Arabo in previsione di un viaggio nella Penisola Arabica. Se vi piacciono le mie foto seguite la mia pagina facebook [/box]
1. Perché Capo Nord, perché in macchina.
Capo Nord è da un lato un simbolo, da un lato un semplice pretesto. Un simbolo per via della sua collocazione geografica e per quello che rappresenta nell’immaginario dei viaggiatori europei, un pretesto perché era la meta ideale per fare un viaggio che mi permettesse di attraversare posti che sognavo di vedere da molto tempo, ovvero il Nord Europa, e specialmente la Norvegia dei fiordi, le isole Lofoten e la Lapponia.
Ho scelto di viaggiare in macchina per garantirmi la massima libertà e flessibilità possibile. Avrei potuto andare dove e quando volevo, senza vincoli di orari o date, ed eventualmente dormirci dentro in caso non avessi trovato posti per piantare la mia tenda.
2. Che differenza c’era nell’affrontare questo viaggio da solo o con amici?
Una differenza enorme, parliamo di due esperienze completamente diverse, ma senza che una sia necessariamente meglio dell’altra. Con gli amici ci si concentra molto di più sul concetto di “vacanza”, si ride, si scherza, e soprattutto in qualche modo si resta sempre più o meno isolati dal posto che si sta visitando, come se si fosse dentro a una “bolla” che si muove attraverso un paese, senza che certe parti profonde di noi stessi vengano direttamente interessate dall’essere in viaggio, perché rimangono come all’interno di una “zona di confort” emotiva. Di fatto affrontare un viaggio di questo tipo da solo o con amici fa la differenza tra vivere una bella vacanza o un enorme esperienza di crescita personale.
3. Che tipo di emozioni cercavi e cosa poi hai trovato?
Può sembrare strano, ma non ero in cerca di nessuna emozione speciale, se non di quelle che avrei trovato. Ero estremamente curioso, non avevo mai viaggiato da solo, nemmeno per un giorno, figuriamoci un mese. Volevo vedere che cosa mi sarebbe successo, come mi sarei sentito, e in che modo avrei affrontato la solitudine, e le interminabili ore di guida da solo. Quello che ho trovato è stato straordinario: all’inizio, i primi giorni, una fortissima paura. La prima notte me la ricorderò a lungo, incubi, sudate, paure, desiderio fortissimo di tornare a casa il giorno stesso. Poi lentamente mi si è aperto un mondo stupendo. La cosa che più mi ha colpito è stato notare l’incredibile differenza tra come mi sentivo bene se ero immerso nella natura, e come invece mi sentivo “oppresso” se visitavo una grande città. Era come se lo stare da solo avesse alzato moltissimo la mia sensibilità verso il mondo esterno, e verso quello che mi circondava.
4. Fare tutti quei chilometri in macchina non ti isola troppo dagli altri viaggiatori?
Penso sia una questione di carattere, e di scelte. Ci sono persone che viaggiano in treno o in pullman per settimane intere senza parlare con nessuno; io pur viaggiando molto tempo da solo, sfruttavo ogni sosta per conoscere altri viaggiatori o gente del posto. Avendo inoltre la fortuna di parlare più lingue, mi era piuttosto facile riuscire a instaurare rapporti con gli altri viaggiatori…il risultato è che a fine viaggio avevo conosciuto gente di 16 nazionalità diverse, parlato con loro in 4 lingue diverse, e sentito decine di storie di viaggio…Nel video compaiono alcuni di loro, e sono persone con cui sono in contatto ancora oggi.
5. Che budget avevi?
Ogni volta che si fa un viaggio in Norvegia, la questione budget è un dramma, essendo forse il paese con il costo della vita più alto al mondo, o comunque tra i più alti. Dato l’alto costo della benzina, viaggiare in macchina da solo per così tanto tempo e così tanti Kilometri mi sarebbe costato moltissimo solo di trasporti. Avevo calcolato (correttamente) che avrei speso intorno ai 1600 euro per fare gli 11.000 km previsti, pagare traghetti, pedaggi, vignette autostradali, eccetera. L’idea di dormire in alberghi, e mangiare nei locali del posto era del tutto improponibile.
Così ho deciso di girare in tenda, dormendo nei campeggi, e di cucinarmi cibo che avevo comprato in Italia prima di partire: avevo un borsone pieno di alimenti che non sarebbero scaduti stando nel mio baule: pasta, risotti liofilizzati, sughi pronti, e scatolette di ogni tipo che mi hanno consentito di mangiare per un mese con 100 euro scarsi.
In Norvegia con quella cifra campi per 4-5 giorni se sei bravo e se vuoi dimagrire 🙂
In totale sono riuscito a stare di poco sotto i 2000 euro per un viaggio di un mese nei paesi più cari d’Europa, tutto compreso.
6. Il video che hai fatto ha uno scopo? Nel senso vuole diffondere un messaggio?
Assolutamente sì. Il video ha innanzitutto il semplice scopo di mostrare la bellezza dei paesaggi nordici, ma soprattutto di raccontare l’esperienza di un viaggio “all’avventura”, da soli, senza nulla di programmato. Ha lo scopo di innescare la “voglia di partire” in chi lo guarda, di togliere le paure che si possono avere all’idea del viaggio, e soprattutto all’idea di farlo da soli. Ho poi voluto considerare gli eventi del viaggio come un simbolo di ciò che accade nella vita quotidiana, e da qui prendere spunto per il messaggio cui dedico il finale del video: è bene porsi un obiettivo come pretesto per fare strada e avere una direzione, ma poi ciò che conta sul serio non è dove vogliamo arrivare, ma cosa succede mentre ci stiamo provando, perché è quello che ci porta dove dobbiamo arrivare.
7. Hai fatto degli errori in questo viaggio? Cosa, tornando indietro, non rifaresti?
Forse l’errore più grande (di cui non parlo nel video) è stato scegliere di dormire una notte in ostello (l’unica del viaggio) quando ero a Stoccolma. Ho speso il triplo di un normale campeggio, e non ho chiuso occhio un secondo perché sono finito in una stanza con due ragazzi asiatici che russavano a volumi inconcepibili. Una notte orribile.
8. Andare è motivante, ma tornare? Come hai approcciato la strada verso casa?
Una volta arrivato a Capo Nord c’è stato in effetti un momento in cui ho pensato “magari potessi prendere un aereo e non dovessi guidare ancora 5000 Km”…poi in realtà anche lungo il tragitto di ritorno c’erano cose che avrei voluto vedere e che mi davano motivazione. Rovaniemi e la casa di Babbo Natale, Stoccolma, Copenaghen, Berlino, e tutta la natura della Svezia….Nulla che però reggesse il paragone con l’immensità dei paesaggi norvegesi, e in qualche modo questo ha fatto sì che il viaggio di ritorno fosse più stancante rispetto all’andata.
foto stupende http://www.gomypass.it
vorrei partire da firenze in auto per raggiungere Edinburgo, chi sa darmi un consiglio ?