Beata te! Che invidia!
Si dice che “l’invidia è una brutta bestia” a Napoli che “gli occhi uccidono più delle schioppettate” (l’ho tradotto in italiano, per occhi si intendono occhi secchi, ovvero l’invidia).
Negli ultimi anni almeno una volta al giorno, una persona mi dice “Beata te, che invidia!” Ho sempre saputo di essere una persona fortunata, e non ora perché viaggio e lavoro al pc, ma credo da quando sono nata, per tanti motivi, in primis perché ogni parte del mio corpo funziona, è mediamente armonica e sono intelligente, cose che diamo per scontate, ma aihmé non lo sono.
Ad ogni modo a me piace ascoltare, l’ascolto poi si sofferma su delle parole e quindi ne seguo la traccia. Gli italiani sono un popolo invidioso, o forse tutti gli occidentali, noi guadiamo sempre quello che ci è a fianco, per misurare la felicità. È come se il successo (della vita intendo) e la felicità non siano valori personali, ma relativi: io sono fortunato se ho di più di quello che mi sta a fianco, e della sua vita ovviamente io vedo e valuto solo una piccola parte, quella che luccica.
L’invidia è un concetto che veramente non riesco a capire, forse l’unico peccato capitale che forse non mi tange. Si desidera così tanto un aspetto della vita di un altro che gli si augura, a volte inconsciamente ma nn sempre, che fallisca, che si rompa l’armonia. Ora dico perché invece di desiderare che l’altro non goda più di questo bel momento, non impariamo da lui e cerchiamo anche noi di raggiungere un obiettivo che ci renda felice?
Faccio degli esempi che possono essere banali, ma che negli ultimi mesi mi si ripropongono spesso quando chiacchiero con la gente. Sicuramente anche voi avrete amici o amici di amici che svolgono lavori altamente ben retribuiti, magari notai o alti funzionari dello Stato, e la frase quando queste persone se ne vanno è sempre “lo sai quanto guadagna, beato lui…” beh certo, non è male guadagnare tanti soldi, ma nessuno ti ha impedito di intraprendere la loro stessa carriera. Per fortuna in Italia abbiamo ancora l’università pubblica (si certo a volte si deve lavorare per mantenersi agli studi, ma molti lo fanno), perché invece di criticare i notai, le persone non hanno provato a studiare per il concorso notarile? Io non lo avrei passato neanche studiando 10 anni! E poi cosa c’è dietro un lavoro del genere? anni anni, notti, estati, natali, buttati sui libri, responsabilità, preoccupazioni nel lavoro. Non è tutto oro quello che luccica, ma spesso è a disposizione di tutti.
Invidiare qualcuno che fa il nomade digitale è naturale, nel senso che molti vorrebbero fare quella vita, anche se a parer mio non sanno cosa significhi realmente. Di sicuro chi l’ha intrapresa è sceso a compromessi e ha accettato vivere con degli standard di comodità più bassi per essere libero, ma chi li invidia perché non pensa a come poter imparare da loro ? E ora qualcuno mi entra in polemica e mi dice che non tutti possono e che non tutti ne hanno la possibilità, a dire il vero non credo, ho intervistato centinaia di persone che hanno intrapreso cammini fuori dagli schemi, rischiando il tutto e per tutto e lo rifarebbero ancora, perché anche se ti va male, tu ci hai provato, e credo sia quella la differenza nella vita.
Non si è una persona di successo se ci riesci, si è una di successo se ci provi, perché la vera sfida è iniziare!
Il fallimento è un’opzione, la stasi è codardia!
Le persone che invidiamo dovrebbero diventare degli strumenti d’analisi. Quando studiavo PNL si parlava di “modeling” modellare le persone che rappresentano l’eccellenza in qualcosa per desumere dei comportamenti universali. Detta così sembra difficile, ma parlando di cose terra terra credo che potremmo osservare che tipo di persone “invidiamo”, cosa invidiamo di loro e capire che comportamento hanno messo in atto per raggiungere l’obiettivo che desideriamo noi. Iniziamo a cambiare questa parola dal vocabolario, l’invidia, e a separarla in “stima” e quindi da una persona stimabile si può apprendere e “empatia” ossia siate felici per i vostri amici che vivono un momento piacevole, è bello gioire delle altrui vite anche se la nostra non va nel verso giusto.
Credo che nessuno ha sempre ed in ogni momento tutto quello che desidera, questo ci rende vivi, ci mette in movimento, è facile? No per niente, nessuno ha mai detto che la vita sarebbe stata facile, ma la differenza sta nell’avere la possibilità di timonarla.