Cambiare prospettiva dei problemi: 6 mesi da sola nel Sud Est Asiatico
Ciao ! Sono Roberta, sono appassionata di viaggi e finalmente qualche mese sono riuscita a incoronare il mio sogno di partire e andare via per un po’. Le premesse erano: livello di conoscenza di inglese meno che scolastico, budget ridotto e nessuno dei miei conoscenti che si volesse aggregare. Ma la voglia era tantissima e superando tutti i limiti (ovviamente solo di natura mentale.. perché i limiti non esistono! ) ho realizzato uno dei miei desideri più grandi !
1. Stavi attraversando un periodo brutto e hai deciso di partite, ci spieghi il momento e la motivazione?
A essere sinceri sono sempre stata una persona tutt’altro che sedentaria, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Mi spiego: sono sempre alla ricerca di cambiamento, di amicizie nuove, di cambiare casa, e questa propensione al “non monotono” mi porta soprattutto nei periodi un pò più “grigi” a voler scappare via. E l’ anno scorso alle porte dell’estate era uno di quei periodi: il lavoro che facevo non era la mia più grande aspirazione e la vita sentimentale aveva preso una piega che non mi garbava particolarmente e da lì è nata la mia decisione di andare via.
2. Molti pensano che per viaggiare 6 mesi servano tanti soldi, tu facevi un lavoro molto normale, come hai messo da parte i soldi per viaggiare?
Purtroppo per tutto l’anno e mezzo precedente la partenza facevo un lavoro che non mi permetteva di guadagnare chissà che (facevo la donna delle pulizie presso una famiglia a Bologna ), ma fortunatamente non sono una spendacciona e non ho dei gran vizi perciò la maggior parte del guadagno sono riuscita a metterlo da parte, l’unico aiuto che ho ricevuto dai miei genitori (palesemente contrari alla mia scelta) è stato ospitarmi a casa loro così che gli ultimi 3 mesi di permanenza in Italia sarei riuscita a conservare anche i soldi dell’affitto che pagavo tutti mesi.. alla fine mi sono ritrovata con 4000 euro in banca. Lì per lì non mi sono domandata troppo se mi sarebbero bastati o meno. Era talmente alto il desiderio di partire che ho pensato: “bene quando finisco i soldi torno a casa, che durino 2 mesi o 6 o un anno” e alla fine quei soldi mi sono durati 6 mesi!
3. Pochi lo ammettono, ma quasi sempre la ragione dominante per la partenza è un cuore spezzato, nel tuo caso, ti ha fatto bene partire?
Se mi è servito andare via per i problemi sentimentali che avevo? ?? No assolutamente no, ma penso che niente avvenga per caso. Dopo qualche settimana dalla partenza mi sono resa conto di cosa amavo fare nella vita, di cosa avrei voluto vivere e nutrire il mio corpo.. ovvero dei viaggi! Ho proprio capito la felicità dove può arrivare. Nel svegliarsi la mattina e come unico pensiero avere quello di capire cosa avrei imparato e chi avrei conosciuto. Quindi posso dire che “scappare” dai problemi non sempre può considerarsi malsano. Io sono scappata e ho scoperto la mia passione. Quindi tornando alla domanda.. il cuore spezzato è rimasto tale, ma si è ingigantito immensamente di gioie ed esperienza!
4. Quando hai iniziato pensavi che fosse meglio condividere il viaggio con una sconosciuta che da sola, così hai trovato una signora sul web e hai iniziato con lei, ci racconti come è andata?
A parte 2 settimane trascorse in Brasile un paio di anni fa non mi ero mai spinta verso una meta così lontana e una realtà completamente sconosciuta perciò avevo deciso di affrontare questo viaggio con qualcuno, sarebbe stato meglio un conoscente o amico, ma purtroppo nessuno ha assecondato questa pazzia e perciò mi sono iscritta su un blog di viaggiatori e ho conosciuto una signora che più o meno aveva in testa lo stesso itinerario, e dopo uno scambio di e-mail abbiamo deciso che si poteva partire. Mi ha dato molta sicurezza ed era quello che cercavo per fare il passo decisivo. Avevo proprio bisogno di qualcuno che avesse già visitato quei posti e conosceva più o meno la realtà che ci aspettava! Ero talmente inesperta che mi sono dovuta anche fare aiutare riguardo lo zaino. Mi è stata molto d’aiuto in tutta la preparazione e soprattutto all’inizio, quando arrivate in Cina io ero completamente disorientata. Dopo un mese però le cose sono cambiate. L’itinerario (come ovvio accadesse) nn è stato seguito alla lettera e inoltre ci siamo entrambe rese conto che avevamo un idea di viaggio un po differente perciò le nostre strade si sono divise. E da quel momento posso dire di aver iniziato IL MIO ViAGGIO, quello in solitaria, ma in realtà circondata da più persone che prima!
5. Perché meglio da soli che male accompagnati?
Soli nel senso di non dover rendere conto a nessuno però è fantastico circondarsi di persone..
6. Cosa hai imparato su di te viaggiando da sola?
Di me come primissima cosa ho imparato il livello di sopportazione e adattamento alle situazioni di disagio.. perché ovviamente non sono stata nei migliori dei resort quindi ho dovuto adattarmi a situazioni di scomodità e sporcizia al limite del possibile, e senza troppa fatica mi ci sono trovata anche abbastanza a mio agio. Poi il non dover seguire la vita frenetica e programmata che avevo in Italia ho imparato a prendermi i miei tempi e soprattutto a comprendere di quanto tempo ho bisogno per determinate cose.
7. Cosa hai imparato su quello che vorresti nel futuro?
Il futuro per me è sempre un incognita. Penso di essere forse troppo banale ma il mio sogno sarebbe quello di visitare almeno l’America Latina e poi rimanendo in Italia, vorrei lavorare come organizzatrice di viaggi o qualcosa inerente.
8. Quando sei tornata a casa in che modo ti è stato utile aver fatto quel viaggio?
Secondo me non è così evidente in cosa un viaggio sia più o meno utile. Cioè non ho visto effetti così palesemente positivi su di me. Ma sicuramente mi ha aperto la mente e sono in grado di accettare diversità di tutti i tipi, dalle persone, al cibo, al modo di vedere le cose. Ho sempre immaginato che questi viaggi ti cambiassero la vita, che ti trasformassero nella persona che avresti sempre voluto essere, ma non è stato così per me. Per arrivare a una consapevolezza del genere ci vuole più tempo, un percorso di vita diciamo…però quello che ho imparato, anche se poco, lo conservo carissimamente.
9. Cosa consiglieresti a chi vive un momento buio in cui non vede via d’uscita?
Non vorrei consigliare a nessuno di scappare dai problemi perché si sa che al ritorno sono sempre lì dove li abbiamo lasciati. Potrei solo dire che però uno stacco non fa male, è come vedere per un momento (che sia una settimana un mese un anno ) il problema dall’esterno, da un punto di vista diverso e forse in questo modo sarà più facile affrontarlo e risolverlo. Poi viaggiando ti rendi conto della diversità dei problemi in giro per il mondo e del modo sempre differente di viverli nei vari paesi e anche questo aiuta a prendere determinati problemi con il giusto peso. Quindi VIAGGIATE!!! VIAGGIATE E VIAGGIATE! !!!!
10. L’incontro più bello?
L incontro più bello è stato con un ragazzo sud africano che fa l’insegnante di inglese in Thailandia. Ci siamo conosciuti in Laos e nonostante io non sappia l’ inglese (uno dei miei grandissimi limiti) siamo riusciti a comunicare tantissimo degli argomenti più disparati. È una persona speciale il mio amico Scott! E la cosa più sorprendente è stata che dopo 4 mesi in una delle vie più frequentate di Bangkok sento uno che chiama il mio nome.. ed era proprio lui! Assurdo. Ecco questo l’incontro più speciale che ho avuto o che per lo meno quello al quale ripenso spesso.