Cosa pensano i nostri amici a casa mentre siamo in viaggio?
Tutte le persone che decidono di viaggiare per lunghi periodi da soli, devono affrontare la difficoltà di non poter condividere le loro esperienze così intense con le persone che amano, per questo la maggior parte apre un blog o semplicemente si limita a condividere foto e pensieri su Facebook e Twitter.
Vaiggiare per lunghi periodi è un po’ come vivere in un film, si è inondati di immagini, suoni esperienze straordinarie; il concetto di tempo e spazio vengono completamente rivoluzionati, per un viaggiatore è una cosa assolutamente normale affrontare 10 ore di bus notturno solo per vedere una laguna o un mercato, insegue quello che secondo lui lo farà vibrare o quello che altri viaggiatori hanno consigliato; si cambia spesso idea, si modificando itinerari dopo una semplice cena con qualcuno che è stato li prima di te.
Poi arrivano al momento dell’elaborazione, foto pubblicate, post con dettagli on line e i tuoi amici, commentano tutto solo con la frase ” si va be’ ma quando torni?”
Mi sono soffermata ad osservare questa reazione, le persone che sono a casa hanno difficoltà a godere delle tue avventure a comprende le tue emozioni, la tua pancia, sono più che altro gelose dell tempo che il viaggio gli sta sottraendo, un po’ come se tu avessi preferito la strada alla loro compagnia, senza soffermarsi a pensare che il motivo per cui forse sei per loro una persona speciale è perché invece di andare a Rimini tu scali l’Annapurna!
La percezione del tempo per chi è in viaggio e chi è a casa è completamente diversa, il viaggio, o forse dovrei dire vacanza, per chi va fouri per solo due settimane o poco più è un momento di svago, di taglio netto con la quotidianità che acquista un maggiore senso di realtà nel momento del ritorno. È un po’ come i regali di Natale da bambini, capisci veramente cosa hai ricevuto e cosa ti piace, il giorno dopo quando inizi a giocarci; cosi nella vacanza, si fa il pieno di emozioni per elaborarle alla fine e riviverle nelle foto e nei racconti che finisci per fare un sabato sera di settembre davanti ad una pizza. Chi viaggia per lunghi periodi, nn ha la possibilità di rielaborare il viaggio una volta a casa, vive i momenti con ritmi più lenti, non è detto che il momento emozionate sia vedere il sito archeologico, potrebbe essere anche semplicemente il viaggio per raggiungerlo, nel quale passi ore a parlare in un’altra lingua con qualcuno che ti descrive un mondo completamente diverso dal tuo, o problemi che in europa sono stati superati agli inizi del secolo scorso!
Il viaggiatore che pubblica un post o delle foto, sta elaborando in quel momento la sua avventura, è quello il suo racconto davanti ad una pizza, mentre è in ostello ed invece che andare a bere una birra sceglie di cercare un contatto con chi è rimasto a casa.
Ogni volta che si riceve il commento ” ma quando torni?” sulle foto cariche di passione o i post dove si racconta qualcosa di molto diverso da quello che siamo abituati a vivere, è un po’ come incornare un amico molto innamorato e ogni volta che dice che è finalmente felice rispondere “si va be’ ma quando ti lasci?”
Quando i viaggiatori si incontrano di solito si fanno due domande, da dove vieni e dove vai, la maniera di conoscersi, di annusarsi è basata sulla scelta dell itinerario; nessuno mai domanda quando torni, quella è la fine del sogno, la fine di quello che voi siete in quel momento, quello che ti da identità , a casa siamo tutti cose molto diverse, ma sulla strada siamo tutti simili solo con zaini più o meno pesanti!
bellissimo concetto!
ps: “incornare” un amico è un errore di stampa o un lapsus? 😉
Ti devo rispondere da psicologa?
Ciao ti ho vista oggi in tv , sono rimasta stupita dei tuoi racconti di viaggio, io penso che per una donna sola per le strade del mondo sia pericoloso ,specialmente la sera nelle periferie delle citta’, si potrebbe fare dei brutti incontri . Le cronache documentano esempio il caso di Pippa esperta a viaggi in autostop , non è andata molto bene.Io ho paura della solitudine, ho paura di non trovare persone per condividere il viaggio,una volta sono andata in ferie da sola in albergo in Liguria , non male ,ma alla sera mi annoiavo a girare da sola . by Anna
Ciao Anna, grazie per il supporto. Hai ragione girare nelle periferie delle città di notte è pericoloso, quindi perchè farlo? Pippa ha giocato con il fuoco, fare autostop in Turchia in abito da sposa è offensivo , ti può capitare che qualcuno di arrabbi e purtroppo che ti faccia del male. Quando si viaggia da soli, si deve avere un’altro approccio, fare sempre cose che non ti mettano in pericolo, magari se pensi di trovarti in un posto non troppo sicuro,meglio non girare a piedi. ma quello che la maggior parte delle persone nn capisce, è che viaggiare da soli vuol dire solo partire senza amici, poi i compagni di viaggio li trovi in loco. certo se vai in un hotel al mare è un po’ triste mi deprimerei anche io! Leggi il mio post su come non sentirsi sola in viaggio e se vuoi rifare questa esperienza ti posso fare del Travel Coaching personalizzato.