Cosa vedere nella Val di Noto: barocco, vino e riserve naturali
Momento confessione, la ragione per cui ho deciso di intraprendere questo viaggio #yogaround in Sicilia è perché questo inverno ho visto un documentario mentre ero sul divano con i miei, sulla Valle di Noto, non mi ricordo esattamente cosa facessero vedere, ricordo gli alberi da frutta e dei paesaggi stupendi e così come spesso faccio ho detto “che bello ci vado!” Ed eccomi qui!
La zona della Sicilia orientale con la mia massima aspettativa era la Valle di Noto e strano a dirsi per me, ma ha superato la mia aspettativa.
Il terremoto del 1693 ha spazzato via tutta la provincia e direi non sono quella, ma a differenza di quello che accade ora, ossia terremoto= scempio edilizio = magna magna generale e persone in case di prefabbricati per anche 20 anni, nel 1600 avevano intuito che rifare da capo i centri abitati avrebbe migliorato le città e abbreviato i tempi. Così Noto antica è stata abbandonata ed è stata ricostruita poco lontano, con un’esplosione di barocco.
Noto patrimonio UNESCO dell’Umanità, ha talmente tanti palazzi e chiese degne di nota che per visitarli tutti servirebbe una settimana.
Scegliete quelli da visitare in base al vostro tempo e al vostro interesse, ma mentre passeggiate per la città soffermatevi ad osservare i particolari, specialmente i fregi dei balconi che io trovo strepitosi.
A Maggio a Noto c’è l’infiorata, tutte le scale e i viali della città vengono adornate di composizioni e disegni floreali, arrivano artisti da tutto il mondo, purtroppo non sono capitata in quella stagione, ma ammetto che mi sarebbe piaciuto moltissimo esserci.
La Valle di Noto è famosa per Avola, ma non perché è una città a pianta esagonale, ma perché la sua terra è la madre del Nero d’Avola, uno dei vini rossi più caratteristici della Sicilia. Per gli amanti del vino ci sono tantissimi tipi di degustazioni e itinerari enologici che si possono fare e soprattutto “bere”.
Lo ammetto negli ultimi anni della mia vita sono molto emozionata dalla natura, la cerco, la esploro in ogni sua latitudine, nella valle di Noto c’è la Riserva Naturale di Vendicari, ragazzi quanto è bella! È la seconda riserva Naturale Palustre più grande d’Europa, ha tante di quelle diversità di fauna e flora che servirebbe leggere pile di guide, io preferisco farmi trasportare dai colori e dai sapori. Ne ho attraversato purtroppo una zona piuttosto piccola, ma ne sono rimasta esterrefatta. Ho esplorato la zona vicino alla Tonnara. Si arriva comodamente con la strada provinciale in circa 20 minuti da Noto, si parcheggia e ci si addentra nei sentieri pedonali, passerelle immerse in canne al vento, sole cocente e profumo di fiori si arriva in questo mare turchese intenso. La sabbia è bianchissima, l’acqua azzurro cristallino, sulla sabbia vedrete una serie di palette pelose piuttosto brutte, che potrebbero sembrare alghe, ma invece ho letto che sono di formazioni paludose, ossia una specie di pianta che nasce in questo tipo di ambiente salmastro e che diventa tutt uno con il terreno, il mare con le sue onde li richiama a sé portandoli sulla spiaggia.
Proseguendo lungo il sentiero per altri 15 minuti si possono incontrare alcuni dei bacini paludosi dove si concentra la più alta percentuale degli uccelli, in inverno arrivano persino i fenicotteri dall’Africa. Ho percorso questo sentiero verso le 4 quando il sole inizia ad abbassarsi e a rendere tutto più dorato. Lungo il cammino ci sono dei vecchi ruderi abbandonati, credo fossero utilizzati per l’agricoltura prima che la zona diventasse riserva, ma ammetto che mantengono il loro fascino decadente. Ancora qualche metro e si raggiunge la vecchia tonnara di epoca borbonica, bellissimo edificio in mattoni, ormai privo di tetto. Le ombre del suoi piloni e il mare turchese alle spalle lo rendono super fotografico. Sulla punta altri luoghi magnifici con un mare trasparente.
Solitamente non sono una che si allontana dal mare per pranzare, preferisco portarmi un po’ di frutta o un panino, ma anche io vengo rapita dai luoghi incantati. Quando ho parcheggiato a Vendicari mi sono ritrovata nel ristorante Il Baglietto, immaginate una casa rurale di mattoni a vista immersa in un bellissimo giardino dove sotto gli alberi appaiono piccoli tavolini in ferro battuto, grandi cuscinoni bianchi per rilassarsi dopo pranzo, il tutto condito dalla cucina siciliana.
Una delle spiagge più gettonate di Vendicari che “mi è rimasto qui [immaginate il gesto] che non ci sono andata” è Cala Mosca, però mi hanno detto che si deve fare un pezzetto di sterrato a piedi prima di raggiungerla e che quindi è meglio partire con le scarpe chiuse, ergo l’ho riportato data la fortuna che negli ultimi anni ho con i piedi.
Quasi al limite della Riserva di Vendicari si trova il piccolo paesino di Marzamemi, prima di fare questo viaggio l’avevo sentito nominare, ma non avevo la minima idea di che aspetto avesse, poi quando ho lanciato sul web il mio viaggio in Sicilia, tutti ma proprio tutti mi hanno scritto che ci sarei dovuta andare, e così l’ho fatto!
Un minuscolo paesino intorno ad un porticciolo sul mare, vecchie case abbandonate ora trasformate in bellissimi ristoranti tipici con il sapore siciliano. Sono precipitata a Marzamemi senza aspettative, senza aver visto neanche una foto e ammetto che mi è piaciuto molto e mi ha sorpreso, ma non so come mai mi ha ricordato tantissimo un paesino del Centro America, con i suoi cactus e le piccole porte colorate, non mi avrebbe sorpreso se si fosse parlato spagnolo. Per la cronaca la tonnara è in vendita.. nel caso in cui aveste dei soldi da investire 😉
Se avete modo io consiglio di andarci in tardo pomeriggio per l’aperitivo e poi magari rimanere a cena o come mi hanno detto tutti i “local” allungarsi fino a La Scala di Porto Palo, pare sia uno dei migliori della zona e poi ritornare a Marzamemi per un drink.
Procedendo sempre più a sud verso la punta estrema della Sicilia ci si imbatte nella zona di Pachino, famosa in tutto il mondo per i pomodori, lo si vede subito perché lungo la stradale vedrete centinaia di serre di pomodori, e la cosa che mi ha colpito è che molte erano abbandonate. Tantissimi carretti che sulla strada vendono pomodori ciliegie e albicocche meritano una sosta, anzi comprate più che potete perché quel sapore difficilmente lo troverete altrove.
Porto Palo, la punta estrema della Sicilia, da qui oltre che osservare i due mari che si incontrano si può arrivare anche all’isola di Capo Passero con una barca o proseguendo verso ovest arrivare all’Isola delle Correnti. Una piccolissima isola vicinissima alla costa dove un tempo c’era una tonnara ed un piccolo faro ora abbandonati. L’isolotto è collegato con la terraferma da un sottilissimo istmo mezzo caduto, che la mattina presto, quando c’è ancora bassa marea, permette bagnandosi pochissimo di raggiungere l’isola e scattare foto unica. Se avete modo aspettate il tramonto in questa spiaggia il sole cadrà in mare proprio davanti a voi.
Dove dormire in Val di Noto
La provincia di Noto è abbastanza estesa moltissime persone preferiscono dormire nei paesi barocchi, io onestamente credo che il valore aggiunto di questa zona della Sicilia si concedersi la tranquillità e la natura che difficilmente abbiamo a casa. Io ho scelto di dormire nella casa rurale Baglio Genovesi, mi aveva colpito perché aveva un bellissimo spazio all’aperto, un enorme mandorleto nel quale perdere lo sguardo e alberi secolari sotto i quali potevo fare yoga, ma poi una volta arrivata ho capito che il valore inestimabile è che è stato costruito su una collina esattamente difronte Noto, ossia tu sei su una panchina sorseggiando un aperitivo e davanti a te cambiano i colori sul presepe della città borbonica di Noto. Sono rimasta lì a scattare foto all’infinito, di giorno, di pomeriggio, al crepuscolo e anche di notte, quando dalla collina è sorta una enorme luna rosa. L’albergo è nuovissimo, ha aperto a febbraio ha un bellissimo stile candido e accogliente, dalla mia camera si vedeva anche Noto, e ha un giardino per la colazione freschissimo. Chiedete a Maria (uno dei proprietari) di darvi un po’ della ricotta fresca per colazione… una droga.