Farfalle sul Mekong Tra Tailandia e Vietnam di Corrado Ruggeri

Farfalle sul Mekong. Tra Thilandia e Vietnam

di Corrado Ruggeri

edito Feltrinelli

 

Prima di partire per il Vietnam ho chiesto a voi quali libri sul Vietnam avrei dovuto leggere e in moltissimi mi avete consigliato Farfalle sul Mekong.

Corrado Ruggeri è sicuramente un giornalista d’altri tempi, uno di quelli che ha rappresentato il sogno per tantissime persone desiderose di scrivere e raccontare il mondo. Purtroppo però il mondo del giornalismo non è più lo stesso di 20 anni fa. Lui come corrispondente, in un’epoca in cui sì era più facile viaggiare, ma non di così immediato accesso come ora, ha dato luce ad un oriente tanto sognato da molti, così esotico, così incomprensibile.

Il suo libro parla di Tailandia e Vietnam, la sua prima edizione è stata pubblicata negli anni 90, quando in pochissimi andavano in Tailandia, magari in viaggio di nozze e il Vietnam apriva da pochissimo le sue frontiere e aveva ancora tanta paura dello straniero.

Ovviamente ero più interessata alla parte del Vietnam, ma il racconto della Tailandia vista da lui è stata molto piacevole.

Trovo che sia un libro perfetto per chi non è mai andato nel sud est asiatico, per chi si affaccia per la prima volta verso questi luoghi.

Il suo racconto della Tailandia lo trovo ancora molto attuale, i contrasti di Bangkok tra il ritmo frenetico della città e i lavori lenti delle persone, il sesso, la perversione che trasuda in ogni angolo delle zona turistiche, qui dove con un pugno di dollari ti compri la desiderabilità di una donna bellissima che se fossi stato povero neanche t’avrebbe visto. In questi luoghi dove il maschio da il peggio di se, credendo che oltre il pagamento possano anche esistere veri sentimenti. Parla della zona di Krabi, pre tsunami, pre The Beach, prima che il turismo di massa riducesse questi luoghi ad un parco giochi per cinesi, quando i bianchi se si incontravano erano veri hippy, i primi ad aver fatto il downshifting, lasciare tutto per vivere con l’essenziale in luogo paradisiaco.

Mi piace il suo modo di raccontare, così semplice, così adatto a tutti, lui non racconta imprese, non fa viaggi  estremi, ma il classico viaggio truistico con guida e hotel di lusso, solo che l’ha fatto prima della maggior parte delle persone quindi il suo racconto aveva un valore ben diverso da adesso.

Il suo racconto del Vietnam mi è piaciuto molto anche perché parla di un momento storico, che non tornerà più, per fortuna ovviamente e quindi di un tipo d’esperienza davvero unica.

Lui visita il Vietnam, la parte meridionale, 10 anni dopo la fine del conflitto con gli americani, dopo pochissimo che il governo comunista ha deciso di riaprire le frontiere ai turisti. Il paese è cambiato molto in 20 anni, quello che lui trova è la generazione della guerra, ferita, amareggiata, dolorante, ognuno con le proprie terribili storie. Ruggeri visita il Vietnam del Sud, quello che al tempo degli Americani era occidentalizzato, dove giravano molti soldi, purtroppo è stato anche quello dove si è combattuto di più e soprattutto quello dove una volta arrivato il governo comunista ci sono state più rivendicazioni. Infatti, la maggior parte del racconto verte sul personaggio della guida, ex combattente sud vietnamita che una volta perso la guerra è stato portato alla miseria più totale e ha dovuto subire 3 anni di campo di “rieducazione”. In tutto il suo viaggio Corrado Ruggeri cerca di far parlare questo piccolo uomo, ma certi dolori sono troppo profondi per essere espressi ad alta voce, specialmente in Asia.

Consiglio questo libro a chiunque non sia mai stata nel Sudest asiatico, è molto carino, facile e scorre via veloce.

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