Emanuele: giro del mondo in 1.698 giorni per fotografare la terra
Mi chiamo Emanuele Del Bufalo ho 30 anni, sono un fotografo di viaggi e sono originario di Ancona.
Per gli ultimi 8 anni ho dedicato la mia vita ai viaggi a lungo termine e alla fotografia. Sono tornato da poco in Italia dopo aver compiuto il giro del mondo in 1.698 giorni.
1. 5 anni il giro del mondo come si organizza qualcosa di così epico?
Più che organizzarlo un viaggio come “The Long Term Traveler” (Il Viaggiatore a Lungo Termine) lo si sogna! Il progetto si è formato un passo alla volta da quando, nell’Aprile 2011, sono partito per il Canada. All’epoca avevo solo un’idea, e moltissime incertezze. Nel corso dei primi due anni che ho speso tra Canada e Nuova Zelanda, ho capito che con molti sacrifici poteva diventare possibile. Onestamente non ho mai organizzato troppo nel dettaglio, una delle cose che cercavo in questo progetto era la libertà di decidere il da farsi giorno per giorno, senza troppi piani e limitazioni.
2. Tutti si staranno chiedendo come hai racimolato il budget: illuminaci.
Le fonti principali di guadagno sono stati sicuramente I due Working Holiday Visa (Visto vancanza-lavoro) che mi hanno permesso di lavorare in Canada ed in Nuova Zelanda. Dal facchino, alle pulizie in un casinò, e da operaio in una fabbrica che imbottigliava vino a capo cantiere per una ditta edile. Ho fatto una decina di lavori nel corso dei primi due anni di viaggio, che mi hanno permesso di creare il budget. Oltre a questo saltuariamente mi capitava di lavorare con la fotografia.
3. Avevi un obiettivo, o forse dovrei dire una missione nel tuo viaggio, ce la racconti?
La missione si divide in due punti. Il primo di riuscire nel completare il giro del mondo in un periodo molto lungo di tempo. Sono stato almeno 4 settimane in ogni paese, e questa è una delle cose che credo caratterizzi molto il mio progetto. Ho voluto eliminare del tutto il problema del tempo, o meglio, in un mondo dove viaggiare è spesso sacrificato alle poche settimane di ferie, si tende a vedere il più possibile nel poco tempo a disposizione. Tempo sufficiente per visitare ma non (a mio parere) per vivere i luoghi di destinazione. Trovo estremamente bello ed appagante avere la fortuna di decidere quanto fermarmi in un posto e decidere la prossima destinazione senza la pressione della fine delle ferie o della vacanza. È interessante come un individuo in viaggio per lunghi periodi di tempo si abitui a questo inesorabile muoversi, tanto da diventare la normalità, la sua vita di tutti i giorni. Raramente mi capita di sentirmi un turista, e col tempo mi sto rendendo conto della marcata differenza tra i turisti e viaggiatori. Cerco sempre di evitare di spostarmi in aereo (quando è possibile) specialmente da quanto sono arrivato sul continente Asiatico dalle Isole del Sud Pacifico, preferisco i mezzi di trasporto più lenti (bus, treno, auto, moto) adoro vedere il graduale cambiamento del mondo intorno a me. Oggi con gli aerei ci si sposta velocemente da “giallo” a “blu” perdendosi tutte le sfumature intermedie, il paesaggio e la natura che cambia, le culture e le religioni che in due paesi confinanti potrebbero essere molto diverse. Volando si passa sopra al mondo, viaggiando via terra lo si attraversa.
Il secondo obiettivo e quello fotografico. Creare una collezione di foto e di storie da molte parti del mondo, che sognavo di visitare sin da piccolo: le isole del sud Pacifico, il Borneo, la Birmania, la Mongolia, il Tibet. Il fine ultimo sarà quello di contagiare quante più persone possibili, dimostrando che il mondo è un posto incredibile che vale la pena esplorare e che non è ne pericolo o difficile come sembra.
4. La fotografia è una passione solitaria, è fatta di lunghe attese, non tutti sono disposti a condividerla, come ti sei giostrato in viaggio con gli incontri che facevi?
La fotografia è stata molto importante, il più delle volte aveva la precedenza su gli altri aspetti del viaggio. Per ottenere gli obiettivi fotografici che mi ero prefissato mi sono ritrovato ha modificare l’itinerario o le tempistiche.
Per quanto riguarda il lato umano sono stato molto sorpreso di come la fotografia e stato un bellissimo modo per fare amicizia ed instaurare rapporti con persone da tutto il mondo. Oggi sono molte le persone che viaggiano armati di attrezzatura fotografica più o meno professionale. Sono sempre stati incontri molto stimolanti.
5. Cosa aveva più peso per te, il progetto, la scoperta del mondo o il cambiamento che questo aveva dentro di te?
Come ti dicevo prima, sono state entrambe parti fondamentali della mia avventura. Il mondo e un posto incredibile pieno di luoghi meravigliosi e persone incredibili che possono cambiarti la vita.
Come essere umano c’è una sorta di evoluzione che avviene dopo molti mesi in viaggio. Cambiano le priorità e I bisogni, cambia il modo di come ci si relaziona, si modificano i punti di vista sui vari aspetti della vita.
Trovo molto affascinante essere il testimone di questa metamorfosi incredibile, può sembra una banalità ma più si accumulano i km e più ci si conosce meglio, aumenta la consapevolezza di chi si è e sopratutto cosa si vuole dalla vita.
6. Con che tipo d’attrezzatura sei partito? Hai avuto problemi legati alla sicurezza?
Sono partito con con una reflex digitale amatoriale e 2 obbiettivi, che nel corso degli anni ho cambiato per arrivare all’attrezzatura professionale che ho usato negli ultimi 3 anni. Niente di estremo, ma comunque parliamo di migliaia e migliaia di euro.
Credo di essere stato molto fortunato, non ho mai avuto alcun problema, non sono mai stato derubato. Ovviamente viaggiare con tutta l’attrezzatura spesso e stato difficile per l’effettivo peso, per il timore di danneggiarla o metterla a rischio. Con un minimo di criterio e attenzione si evitano i problemi. Il mondo e molto meno pericoloso di quello che si crede.
7. Non avevi paura avendo moltissima attrezzatura fotografica?
Ma quello che mi capitava spesso era di conoscere gente del posto ed essere accolto nella compagnia di amici e con loro visitare la città o fare gite nei dintorni. Ma non sono mai stato spaventato per la mia attrezzatura.
8. Cosa diventeranno i tuoi 5 anni di foto?
I progetti che vorrei realizzare dal “The Long Term Traveler” sono molti. Per cominciare realizzare una mostra fotografica con le foto e le storie che ho raccolto, e portare la mostra in giro per l’Italia cercando di trasmettere il mio amore per I viaggi e per la scoperta del mondo. In oltre cercherò di trasformare questa mostra in un libro fotografico ampliando il numero di foto e i racconti, una sorta di ampliamento della mostra senza la limitazione dello spazio espositivo.
9. Progetti per il futuro?
Sono stato contattato per tenere conferenze sul mio viaggio, e credo che cercherò di sviluppare questi incontri, spiegando nel dettaglio i diversi aspetti di un viaggio di quasi 2000 giorni, l’aspetto fotografico e più tecnico.
Da quanto sono tornato in Italia una cosa a cui mi sto dedicando e a cui tengo molto e di offrire il mio aiuto a chi ha intenzione di intraprendere un viaggio come questo. Tramite il mio sito e i social ho un gruppo di follower e curiosi che spesso mi contattano chiedendomi consigli sui loro piani di viaggi e delucidazioni sulla mia esperienza. Amo molto questo scambio di informazioni più o meno preziose tra viaggiatori.