Cari lettori di ViaggiaredaSoli mi chiamo Giulia, in arte Nara Chini, ho 28 anni e vengo da Catanzaro. In Italia vivevo a Roma dove ho concluso i miei studi presentando un elaborato finale sul combattimento di galli a Bali. La tesi è frutto di una ricerca sul campo svolta a Bali, Giava e in Indocina tra il 2012 e il 2013 che ha rappresentato il primo impatto con l’Asia. Sono una grande appassionata di viaggi, in particolare mi piace rapportarmi a culture diverse e raccontare la loro unicità.
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1. Oneway, solo andata o forse dovei dire solo ritorno, cosa spinge una persona a organizzare un viaggio in una sola direzione?
La spinta è determinata da diversi fattori, ma in fondo è guidata dall’istinto, da quella sensazione che provi quando arrivi in un determinato luogo e senza fare alcuno sforzo ti risulta familiare. Ogni odore, colore o sapore magicamente ti appartiene colmandoti di gioia.
2. Tu volevi ritornare a Bali, quindi credo che quella per te sia la meta giusta per vivere, ci spieghi perchè?
Essendo appassionata di antropologia Bali è una miniera per questo tipo di ricerche alla quale mi vorrei dedicare nel tempo libero. Inoltre si trova in una posizione geograficamente strategica per viaggiare in Asia e Oceania.
3. 5 mesi via terra, avevi un idea di quello che volevi fare o l’hai scoperto strada facendo?
Non avevo una minima idea, avevo deciso solo la prima tappa (San Pietroburgo per percorrere il tratto della Transiberiana) e l’ultima (Bali). Non mi sono data limiti di spazio e tempo se non vincolati dai visti. Ogni volta sceglievo la tappa successiva seguendo la cartina. La mia vera bussola era la curiosità, condizionata dai racconti di viaggiatori che incontravo lungo il percorso o dai viaggiatori stessi con cui condividevo qualche tratto di viaggio.
4. Ci racconti il tuo viaggio fino ad adesso?
Sono partita da San Pietroburgo, il primo mese l’ho trascorso in Russia attraversandola in treno fino a Ulan Ude passando per Mosca, Irkutsk e il lago Baikal. Ho proseguito in Mongolia esplorando per 15 giorni Ulan Bator e dintorni. Ho continuato verso la Cina dove ho trascorso due mesi viaggiando da Pechino fino a Kunming passando per Datong, Xian, Hangzhou, Shanghai, Xiamen, Hong Kong, Shenzhen, Guangzhou, Guilin e la bellissima Dali. Dallo Yunnan ho attraversato la frontiera del Vietnam e ho impiegato tre settimane per arrivare a Saigon passando per Sapa, Ha Noi, Halong bay, Hue e Hoi An. Dal sud del Vietnam con un bus notturno sono arrivata a Phnom Phen e ho proseguito attraverso la parte meridionale della Cambogia fermandomi a Kampot e Koh Rong Island. Con un altro Bus mi sono diretta a Bangkok proseguendo a sud con il treno locale nelle città di Chumpon e Hatyai con interruzioni per esplorare alcune delle isole meno conosciute della Tailandia come Koh Phayam e Ko Tarutao. Successivamente sono partita per la Malesia dove mi sono fermata per una decina di giorni a Penang durante il capodanno cinese. Con un bus notturno ho raggiunto Singapore in 10 ore, tappa fondamentale per reperire informazioni sul tratto via mare che avrei dovuto intraprendere. A Singapore ho preso un ferry boat che mi ha portato a Batam, piccola isola indonesiana distante 45 minuti dalla metropoli. Da Batam ho aspettato la nave che dopo 29 ore di viaggio mi ha portato a Jakarta, la capitale dell’Indonesia. A Giava ho continuato via treno con uno stop a Surabaya e Banyuwangi dove dopo un’ora di battello sono arrivata finalmente a Bali!! Per un totale di 25.105,13 km senza mai prendere l’aereo!!
5. Non hai avuto paura di trovare un altro posto nel mondo che ti piacesse più di Bali?
Si, ma uno degli scopi del viaggio era esattamente attraversare via terra i paesi che precedevano l’Indonesia per comprendere fino in fondo dove stavo andando, per avere il tempo di pensare se fosse stata la scelta giusta da intraprendere.
6. Cosa ti ha stupito di più dei paesi che hai attraversato?
L’eredità che il Comunismo ha lasciato alla Russia, alla Mongolia e alla Cina. Il processo di globalizzazione in atto nel sud-est Asiatico. La bellezza di Ha Noi in Vietnam. La povertà della Cambogia. Le ore in treno trascorse nella parte meridionale della Tailandia. Il cibo della Malesia. La multiculturalità di Singapore. L’ospitalità dei mussulmani indonesiani.
7. L’incontro che ti ha colpito di più?
Onestamente mi ha colpito quanto si possa imparare da ogni singolo incontro.
8. Cosa hai imparato su di te che prima non sapevi?
La determinazione è il mio punto di forza e allo stesso tempo il mio punto debole.
Il sorriso è lo strumento che più utilizzo per comunicare 😉
9. Cosa è per te il viaggio in solitaria? A che immagine lo associ?
Imparare a scoprire se stessi e a rapportarsi con gli altri. Lo associo a l’immagine di uno specchio che mostra quello che sei veramente.
10. Ora che sei arrivata quali sono i tuoi programmi?
I have a Plan: which is NO PLANS 😉
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