Hai mai pensato di fare turismo andando di sagre in sagre?
Riflettevo su una cosa: ma le sagre ci sono solo in Italia?
In tutti i viaggi che ho fatto nel mondo, spesso vedo festival di street food o eventi nei quali si preparano ottime pietanze, ma da noi le sagre si legano al territorio.
In Italia di qualsiasi cosa parli finisci per parlare di cibo, è certo mica è colpa nostra se si mangia bene, capisco che uno di Londra non lo capirà mai, ma per noi il cibo è passione amore e cultura.
Io non vivo più a casa dei miei da 15 anni e quando torno a casa, mia madre mi telefona e mi chiede “amore che vuoi mangiare quando torni?” è la sua maniera di celebrare il mio ritorno, e quasi sempre la risposta è un piatto regionale, nel mio caso napoletano! Perché l’amore per il cibo è sempre e indissolubilmente legato alla terra.
Quando sono in viaggio e trovo lo straniero che mi dice “sono venuto in Italia è ho mangiato una pizza buonissima a Milano!” a me prudono le mani, sì forse perché sono napoletana, ma ogni pietanza si mangia nel proprio territorio ed è proprio per questo che secondo me sono nate le sagre!
Ogni piccolo paesino è fiero della sua specialità locale, che è assolutamente diversa rispetto a quella che si mangia a 50km di distanza, un concetto tutto italiano e secondo me un concetto tutto da valorizzare.
Ho scoperto un sito, Sagre nei Borghi, ti permette di essere sempre aggiornato su tutte le sagre dei borghi d’Italia, ti permette di fare anche la ricerca per parola chiave, o meglio per piatto chiave, direi!
Molto spesso, soprattutto anni fa, mi è capitato di visitare piccoli paesini di cui ignoravo l’esistenza solo perché organizzavano una sagra di un prodotto che a me piaceva, e la cosa che forse mi affascina di più è che insieme al cibo ti raccontano il perché un tale piatto è diventato centrale nella loro cultura, o meglio non è che te lo raccontano proprio esplicitamente, lo devi leggere tra le righe.
Ad esempio io ho trascorso tutte le villeggiature della mi infanzia in Liguria e non capivo perché il baccalà o meglio lo stoccafisso, fosse un piatto così tradizionale dato che loro hanno mare ovunque. Poi mia nonna, che era ligure, mi ha spiegato che dato che, i liguri hanno una tradizione di marinai le donne si dovevano inventare ricette con cibi che potessero essere conservati per mare. Stessa cosa per i piatti a base di ceci e castagne, la Liguria nei secoli passati era la terra dei mulini, arrivavano i carichi via mare e i mulini macinavano cereali, frutti o altri generi alimentari e per forza di cose questi prodotti sono diventati il fulcro della cucina tradizionale ed ora fanno la sagra della Farinata! Non va una grinza no?
Sarebbe carino anche andare a pochi km da casa propria in una sagra di un borgo, chissà quante cose si potrebbero scoprire dei nostri “vicini”.
Ottima considerazione… 🙂