Il Freak ride Tour dell’Islanda di Alessandra Nicosia
Mi chiamo Alessandra Nicosia, viaggio da una vita zaino in spalla, ma in bici solo da 2 anni e sento di aver sprecato tempo utile a non averlo fatto prima, non ho mai fatto scout ma ho imparato da sola a gestire la vita in mezzo alla natura, al momento divido il mio tempo in diverse attività, ma guadagno poco, per questo devo spendere poco per viaggiare, tutto sommato è molto meglio così
1. Cosa ti spinge a viaggiare da sola in bicicletta?
Io non l’ho ancora capito, per questo credo sia semplicemente una questione di carattere; mi piace la compagnia delle persone, ma dopo qualche ora comincio a sentirne il peso; mi piace conoscere nuova gente, ed è scontato che quando si viaggia da soli è molto più semplice fare nuove amicizie; mi piace decidere le cose senza dover rendere conto a nessuno; mi piace sbagliare senza che qualcuno me ne dia la colpa o viceversa (e quando viaggi da solo ti assumi la responsabilità di tutto), sento l’esigenza di buttarmi, anche se molte volte so già in partenza di sbagliare, senza la paura di trascinare qualcuno.
2. Cosa caratterizza un viaggio del genere in Islanda?
Credo l’imprevedibilità del viaggio stesso e nessuna pretesa.
3. L’Islanda che è una terra molto selvaggia e direi arida da un punto di vista di relazioni, come hai gestito questo rapporto con il vuoto durante le tue pedalate?
A volte sono le persone che rovinano i posti (e di questo mi assumo anche io le mie responsabilità), dopo aver pedalato per quasi tutto il giorno mi ritrovavo da sola, per me non è mai stato un problema. Io vivo a Roma, spesso la domenica faccio un giro turistico del centro e molto spesso faccio questo gioco: mi fermo a guardare un muro, uno scorcio, un cornicione, un dettaglio, il cielo, insomma qualcosa di assurdamente banale e di nessun interesse, dovete solo aspettare 30 secondi, è matematicamente accertato che dopo 30 secondi vi si affiancherà qualcuno cercando di capire cosa state guardando (a volte fotografano pure). Per me la bellezza dei viaggi in posti deserti è proprio questa, il fatto di avere un paesaggio solo per te è il regalo più bello che io mi sia mai fatta
4. Il momento più difficile?
La mattina che sono partita.
5. C’è qualcosa di cui hai paura quando viaggi da sola? come l’affronti?
Ho paura della gente, nel senso che sono una donna. Per come la penso bisogna essere coraggiosi, ma non stupidi. Faccio affidamento al mio senso, cioè se incontro un altro cicloviaggiatore (sono sicura che abbiamo lo stesso stile di vita e ci rispettiamo a vicenda) posso anche fare un piccolo tragitto con lui, chiacchierare e condividere cibo ecc… fino ad ora non mi sono mai sbagliata, ovviamente non accetto le caramelle dagli sconosciuti, anzi, il mio primo atteggiamento è sempre quello della pazza (devi far credere di essere una tipa pericolosa), mi pare scontato dire che se sono su una statale deserta e mi si affianca una macchina per prima cosa prendo in mano il cellulare e compongo il numero di una persona che sono certa risponderà immediatamente, il 99% delle volte il malintenzionato va via. Però bisogna anche rilassarsi, in Islanda non ho avuto problemi per dormire, la possibilità di incrociare una macchina era veramente bassa, ho dormito sonni tranquilli anche in “mezzo al nulla”, in altri paesi ho sempre cercato un campeggio, o una struttura dove poter dormire bene, dormire è importante. C’è anche la paura di poter avere un crollo psicologico; cioè quando si viaggia da soli per tanto tempo è logico che lo stress si accumula, avendo tutta la responsabilità nelle tue mani devi essere sempre concentrato, farsi prendere da un attacco di panico non è il massimo; strade trafficate, posti super affollati, condizioni climatiche sfavorevoli, poche ore di sonno, ecc… sono tutti fattori che si accumulano e poi ti fanno esplodere: i primi viaggi sono stati tremendi sotto questo punto di vista, quest’anno invece ho lavorato sulla questione relax e non ho avuto nessun problema.
6. Dopo questa esperienza l’idea che tu hai di te stessa è cambiata?
Ogni viaggio ti regala qualcosa, le esperienze si accumulano e formano un nuovo carattere. Sicuramente questo viaggio ha cambiato molte cose, ma la percezione di me stessa è rimasta la stessa
7. Tu cosa pensi di te stessa e come pensi ti vedano gli altri?
Io mi vedo come una bambina, sto facendo quello che ho sempre voluto fare senza crearmi troppi ostacoli, da quando viaggio mi sento meglio. Penso che gli “altri” parlano sempre troppo e concludono poco, non ho bisogno di immaginare quello che pensano perchè me lo dicono in modo diretto e a volte anche offensivo: mio padre ha sempre immaginato altro per la mia vita, non è per niente felice delle mie scelte; i miei amici inizialmente erano scettici, poi si sono divisi in due gruppi, c’è chi mi considera coraggiosa non tanto perchè viaggio da sola ma perchè vado a prescindere dai “se” i “ma” e i “perchè” , c’è invece chi pensa che è una cosa banale e se non l’hanno ancora fatto è perchè non trovano il tempo per farlo; i miei conoscenti fanno finta di niente, anche perchè sto antipatica a parecchia gente (e hanno ragione); chi non mi conosce mi da dell’esibizionista e della bugiarda. A me non interessa quello che pensa la gente, tanto parto lo stesso.
8. L’emozione predominante del tuo viaggio in Islanda?
Quando sto a Roma la giornata non finisce mai, anche perché divido il mio tempo in 3 diverse attività, più la vita privata; la notte sogno spesso come incastrare gli impegni anche dei mesi successivi. Il bello dei viaggi è che tutto quello a cui devi pensare è come arrivare alla meta più vicina, cosa mangiare, dove dormire; la sera quando torni a “casa” pensi solo ai posti belli che hai visto e fai un sunto della giornata … che lo dico a fare, per me questo significa tenere la mente libera, lo so che forse non è la parola giusta, ma non so come spiegarlo meglio, la “Libertà” in questo caso è anche un'”emozione”.
9. Il luogo più forte e l’incontro più bello.
Erano parecchi anni che volevo andare in Islanda solo per vedere uno dei ghiacciai più grandi del mondo, ci sono arrivata dopo quasi 1.000 km in bici (visto che sono partita dalla capitale attraversando prima il nord e poi scendendo dai fiordi orientali), diciamo che la vera meta era quella, non tanto concludere il percorso di nuovo fino alla capitale, quando ho visto il ghiacciaio ho pensato “bhe, hai fatto tutto questo casino solo per vedere questa montagna di ghiaccio”, lì per lì non ti rendi conto, ma ora quando penso all’Islanda penso a quella montagna. Ho conosciuto un tipo strano, ma una bellissima persona: Steven. Ci siamo incrociati per caso, io non parlavo con qualcuno da qualche giorno, invece lui era appena arrivato e il giorno seguente avrebbe attraversato da solo e a piedi l’entroterra, mi ha fatto ridere perché parlava in continuazione e a un certo punto, rendendosi conto di essere logorroico, mi dice “Scusa se parlo così tanto, ma probabilmente tu sei l’ultima persona con cui parlerò per almeno le prossime due settimane” … ora conosco tutta la sua vita!
10. Perché sei così affascinata dal nord estremo?
Al momento non riesco a immaginare una meta diversa, non lo so, forse è sempre colpa di quel ghiacciaio
E poi il Nord, per me che sono siciliana, è sempre una bella sfida.
stesse emozioni a stato d’animo qnd viaggio da sola….difficile avere tutto sulle proprie spalle, affrontare le difficoltà, anche stancante, ma estremamente appagante; splendido affiancare qualche sconosciuto per un tratto, pensare ai bisogni primari, svuotare la mente e denudare il cuore…. “gli altri”….la maggior parte non capisce l’andare da soli, specie in italia…. peggio per loro….