La sindrome dello zaino in spalla
Per fortuna non è una sindrome pericolosa, anzi.
Negli ultimi 3 anni della mia vita alterno lunghi periodi zaino in spalla a soste nella mia adorata Roma.
Anche se non sempre è facile io sono per il viaggiare leggeri. Cerco di portare con me sempre il minimo indispensabile a seconda di dove andrò nel mondo. Ho sviluppato negli anni, la tecnica dei 3: 3 Tshirt 3 canotte, 3 pantalonicini, 3 vestitini. Diciamo che i cambi sono 3 poi si aggiungono le cose per coprirsi in caso di freddo.
Nei mesi in cui sono in giro, non soffro la mancanza di scelta, indosso abiti funzionali e poi quando devo uscire la sera basta un vestitino semplice un po’ di rimmel un tacco medio ed è subito elegante!
Quando torno a Roma, penso sempre di ripiombare nella mia vecchia vita, come se i viaggi fossero degli standby temporali, ritorno a casa, i miei due armadi a muro, la scarpiera in bagno e cappotti di tutti i colori.
Risultato? finisco sempre per mettermi le stesse cose! Ho i vestiti a rotazione, per 2 mesi vado in fissa con un paio di completi poi inizio a ricambiare, è come se avessi il blocco del lato fashion, come mettere a loop una trasmissione di real time, e la cosa che più sorprende, è che non mi sento annoiata o stufa di un completo,anzi, mi rassicura indossarli, mi sento a mio agio e molto carina.
Questo comportamento ha portato due conseguenze, una di carattere consumistico economico, ossia che siamo fagocitati da una bulimia di cose inutili e che ci iniettiamo bisogni inutili che solo staccandosi qualche mese dai media ci appaiono assurdi. E la seconda conclusione mi sovviene soprattutto quando faccio i cambi di stagione, ossia che mi sono dimenticata quasi dell’80% dei vestiti che ho, non li ho mai indossati in un’intera stagione.
Forse basterebbe avere negli armadi solo il minimo indispensabile oppure viaggiare sempre e non fare mai cambi di stagione. Ad ogni modo credo faccia riflettere il dato di fatto che quando sei in viaggio non senti mai la mancanza di avere dei vestiti nuovi e quando siamo a casa molto spesso ci si senta sempre senza niente da indossare.
Che la moda sia solo sublimazione?
Anche a voi capita di non aver bisogno di molti abiti quando tornate da un lungo viaggio o devo iniziare a preoccuparmi?
Il minimalismo è diventato molto di “moda” negli Usa..
Comunque dovresti preoccuparti se avessi voglia di spendere soldi in nuovi vestiti, dopo tutti questi viaggi e dopo aver ammesso che l’80% del tuo guardaroba è inutilizzato 🙂
wow, adesso capisco perché lo scorso inverno ho indossato solo 2 maglioni a rotazione!
Complimenti per questo blog! Anche io sono una psicologa – psicoterapeuta in formazione e viaggiatrice.
Vorrei fare del viaggio il mio lavoro.
E come dice il titolo del tuo post, ho astinenza da zaino in spalla.
E viaggiare è la mia terapia.
Sai darmi qualche utile consiglio per iniziare e per coniugare psicologia-viaggio in una professione? Grazie!
Ciao! Eh bella domanda! io l’ho fatto con la psicologia turistica e il travel coaching, ognuno poi trova la sua via
sempre stato minimal, ho ancora vestiti che hanno più di dieci anni, e li cambio quando sono irrecuperabili, specialmente quelli invernali, risultato armadio quasi totalmente vuoto
Fossero tutti come me l’economia tessile non esisterebbe