Luana, viaggiatrice solitaria ha aperto il B&B che avrebbe voluto trovare in viaggio.
Mi chiamo Luana, ho 41 anni, sono single e vivo a Senigallia. Dopo una laurea in Scienze Politiche e un dottorato di ricerca in Teoria dell’Informazione e della Comunicazione, sono stata, fino allo scorso anno, docente a contratto
di “Risorse telematiche per la ricerca storica” presso l’Università di Macerata. Ho fatto molte esperienze di studio e di ricerca scientifica
all’estero, sia durante il periodo universitario sia durante la formazione dottorale, che ho svolto in parte in Spagna. Negli ultimi anni ho partecipato al Programma Erasmus per docenti presso le Università di Zaragoza e Alicante.
Nel 2006 ho aperto un B&B nella mia città e due anni fa un’altra struttura a Corinaldo, un borgo medievale a poca distanza dal mare. Per molti anni ho conciliato ricerca scientica e ospitalità ma da circa un anno mi sto dedicando esclusivamente al settore turistico, che mi consente, d’inverno, di ritagliarmi almeno un mese intero per viaggiare.
1. Che cosa cerchi nei tuoi viaggi?
Premetto che viaggio da sola e in maniera completamente autonoma per cui i miei viaggi sono molto personali e strutturati in base alle mie curiosità. Di solito impiego circa un mese per studiare, attraverso guide di viaggio e forum, l’itinerario che voglio seguire e per documentarmi sulla storia e la cultura dei paesi che visito. Poi chiaro, lascio molto spazio all’improvvisazione, che è un tratto costante del mio andare. Cerco di avvicinarmi alla cultura dei posti che visito, cerco condivisione di esperienze affinchè l’esperienza di viaggio si trasformi in arricchimento personale. Mi attrae molto la cucina dei posti che visito, i mercati locali, il cibo da strada, la frutta e la verdura in particolare. Ultimamente, ogni volta che vado in viaggio, riporto a casa delle bustine di semi di verdura da piantare nell’orto di famiglia, che negli ultimi anni è diventato a tutti gli effetti un orto internazionale. Non cerco relax e infatti i miei viaggi sono sempre fisicamente molto impegnativi. Parto riposata e torno stanca, esattamente il contrario di ciò che comunemente si intende come vacanza.
2. Di solito quando scegli una meta che cosa ti ispira?
A volte ho l’impressione che siano le mete a sciegliere me e chiamarmi. Ho viaggiato in Messico perchè una mia collega conosciuta presso il CSIC di Siviglia, dove stavo svolgendo ricerche durante il periodo di formazione dottorale, mi ha invitata al matrimonio della figlia a Cuernavaca, luogo dal quale mi sono poi dislocata per vedere una parte di questo magnifico paese. Sono stata spesso in Centro e Sud America incuriosita da alcune lettere scritte da donne che hanno partecipato alla conquista e colonizzazione dell’America, che è stato il tema della mia tesi di dottorato. Ho visitato la Thailandia perchè a Edimburgo, nel corso di un’escursione, ho conosciuto anni fa una ragazza di Bangkok, che avrei poi incontrato. Sono stata a Cuba dopo aver letto alcuni racconti di Danilo Manera, che la descrivevano in modo così intrigante. O nell’Isola di Chiloè stimolata da un romanzo di Marcela Serrano. A Dublino sono andata a trovare alcuni miei ospiti e una ragazza conosciuta in un viaggio a Cuba, e la lista e gli intrecci potrebbero andare avanti a lungo. Diciamo pure che sono state le circostanze e gli incontri che si fanno nel corso della vita che mi hanno portata a visitare alcuni luoghi piuttosto che altri, e questo lasciarsi trasportare è bellissimo.
3. Hai deciso di aprire due B&B in modo da avere una parte di te sempre in viaggio, ossia sempre con i viaggiatori?
Sicuramente, e non a caso nelle librerie dei miei B&B c’è una sezione tematica di libri dedicata alla letteratura di viaggio, che presto dovrebbe ospitare un libro che sto scrivendo in cui i miei viaggi intorno al mondo e il viaggio altrui nelle mie Marche e in particolare a casa mia si intrecciano. E’ stata la mia passione per i viaggi a portarmi ad aprire le porte delle mie case ai viaggiatori fino a farne un lavoro. Le mie strutture rappresentano le case in cui avrei voluto soggiornare nel corso dei miei viaggi, ma sono appunto case che non ho mai incrociato nel mio cammino. E io sono la persona che avrei voluto che mi ricevesse all’arrivo in una struttura. Grazie alla mia esperienza di viaggiatrice penso di aver dato vita ad ambienti che cercano di essere, per i viaggiatori, particolarmente confortevoli e personalizzati, sicuramente non anonimi, delle case lontano da casa nelle quali il bisogno di familiarità che ogni viaggiatore ricerca in viaggio si intreccia all’esigenza, forte, di conoscere il diverso, l’altro inteso in tutte le sue multiformi declinazioni. Questo anche attraverso le foto dei miei viaggi, in particolare dolci e frutti tipici di ogni parte del mondo, che rallegrano la sala breakfast delle mie strutture.
4. In che modo viaggiare ti ha cambiato?
Viaggiare non mi ha cambiata, nel senso che io sono cresciuta viaggiando e quindi per me è sempre stato naturale essere aperta nei confronti di chi non si conosce, di cibi lontani anni luce dalla nostra cucina, e via dicendo. Quindi sarebbe senz’altro più appropriato, per me, affermare che viaggiare ha delineato ancor meglio la mia personalità che rimanda ad una persona sicura, fiduciosa nei confronti degli altri, autonoma, curiosa e ben disposta verso ciò che è nuovo.
5. Perchè hai sempre scelto di viaggiare da sola?
Nella mia personalità convivono almeno due aspetti molti diversi tra loro: da una parte sono sicuramente una persona molto solitaria, dall’altra mi considero altresì una persona molto allegra, di compagnia, capace di attrarre attorno a sè tante persone. Anche la mia attività lavorativa, fino ad ora, ha rispecchiato questi due tratti del mio carattere: la ricerca scientifica mi ha portata molto in comunicazione con me stessa mentre l’attività ricettiva mi ha portata in relazione stretta con gli ospiti, che nello specifico del target delle mie strutture sono ragazzi giovani. Non ho mai cercato compagni di viaggio coi quali partire perchè amo partire da sola, espormi a tutti quegli incontri casuali e speciali che caratterizzano il tragitto di chi si muove da solo e che solo chi viaggia da solo può capire. C’è da dire che viaggiando in compagnia si è meno disposti naturalmente ad aprirsi agli altri, a conoscere nuove persone con le quali condividere un tratto di percorso in bus, o durante un’escursione. E per me questi compagni di viaggio a tempo determinato sono estremamente affascinanti.
6. Quale è l’incontro che ti ha cambiato di più?
Viaggiare in posti poveri mi ha portata a vedere molto diversamente una realtà che già guardavo con occhi diversi. Dobbiamo fare un uso consapevole delle risorse, limitate, presenti nel nostro pianeta.
7. La tua paura che hai superato viaggiando?
Nessuna. Sono una persona molto coraggiosa in generale, e sono altresì sempre stata molto prudente, fin dai primi viaggi.
8. Il paese che ti è entrato più nel cuore e perchè?
Non ho dubbi: quella zona di confine che si trova tra nord ovest dell’Argentina, nord del Cile, Bolivia e Perù. I paesaggi lunari, le lagune colorate, i geysers, le saline, i villaggi rurali. Salta, Purmamarca, San Pedro de Atacama, il Salar de Uyuni, Sucre, il lago Titicaca hanno prodotto in me forti emozioni.
9. Quando viaggi sei la stessa persona che sei a casa?
Sostanzialmente sì, non ho atteggiamenti “da turista” e questo è fondamentale anche per la propria sicurezza personale. Io seguo un mio stile di vita molto personale sia a casa sia in viaggio. Viaggio con poco, abbandonando gli abiti man mano che si sporcano in luoghi strategici, in cui possano essere utili ad altre persone. E al tempo stesso mi alleggerisco. Nei miei viaggi utilizzo molto i mezzi pubblici, che qui in Italia uso poco. In molte nazioni del mondo, soprattutto in Sud America, in bus si possono fare tante cose e in maniera molto confortevole: dormire, mangiare, giocare a Bingo, sorseggiare un mate, intrecciare nuove amicizie, vedere un film e condividere informazioni di viaggio. Una meraviglia…
10. Sei una tipa da ostello o da albergo con camera singola?
Sicuramente da ostello. Ho condiviso camere e anche un letto, per la verità, una volta in Bolivia. Mi piace addormentarmi con la mia comunità di viaggiatori sconosciuti intorno. Tuttavia, nel corso dei miei viaggi, che hanno generalmente la durata di un mese, amo alternare ultimamente camere condivise a camere singole. C’è anche da dire che a volte, in viaggio, mi capita di dover lavorare e quindi avere uno spazio personale in cui poter lavorare fino a notte fonda senza disturbare gli altri può essere senz’altro utile. Sono anche una tipa capace di dormire in bus, con look strategico adatto sia per il giorno che per la notte.
Brava Luana! Anche io una volta giravo sola…BEI TEMPI!!!