Pieroad: il giro del mondo a piedi di Nico e del suo carrellino
Mi chiamo Nico ma Pieroad é il nome del progetto e nasce da più crasi:
-PIE in dialetto Veneto, e ROAD, la strada internazionale: parto da casa per raggiungere ovunque
– PIER e ROAD: i luoghi di elezione degli spostamenti per mare e sulla terraferma
Annata ’93, ho vissuto i primi 18 anni a Malo per poi continuare a trasferirmi ogni anno/anno e mezzo in un luogo diverso, a seconda di cosa dovevo fare: università a Verona, erasmus in Spagna, working holiday in Australia, un paio di mesi di vagabondaggio in Asia, magistrale a Parma e lavoro a Milano. Ora sono in Spagna, ho percorso quasi 3milioni di passi e i piedi stanno ancora bene. Potete seguirmi su http://www.pieroad.it/
1. Raccontaci il momento in cui hai deciso che avresti fatto il giro del mondo a piedi
Ho deciso di partire quando ho capito che era possibile farlo. Mi mancava il tassello su come trasportare l’acqua attraverso i deserti, senza rifornimenti per 2-300km. La scoperta del passeggino da trekking è stata la svolta, con quello non avrei dovuto caricare 30 litri di acqua sulle spalle. Sono saltato dal divano del appartamento di Parma – 2018, stavo finendo la magistrale – e ho capito che sarei partito. Mi mancavano i mezzi per farlo, così ho cominciato a preparare i materiali ed a raccogliere informazioni e soldi. Due anni dopo sono partito.
2. Come si organizza un’impresa così epica
Si organizza con calma. Bisogna farsi una serie di domande, il mondo è grande ed è sciocco pensare di riuscire a vederlo tutto. Quindi: dove vogliamo andare e cosa vorremmo vedere? Dov’è possibile andare a piedi? Che tipo di difficoltà potrei incontrare, come potrei risolverle? Poi cominci a disegnare il percorso su maps, cerchi contatti di persone in America Latina, ti iscrivi ai gruppi di fb, couchsurfing, raccogli enormi quantità di informazioni e le ordini in categorie. Ti alleni, ma soprattutto ti prepari mentalmente: alla fatica, alla solitudine, all’incertezza, al dolore. Crei delle motivazioni per quando sarai stanco o demoralizzato. E quando pensi di essere preparato a sufficienza, (impossibile essere pronti) parti.
3. Chi è Ezio?
Ezio è il mio passeggino da trekking, pesa 12 kg e ne può portare fino a 50. Ottimo compagno di viaggio, un po taciturno ma non si lamenta mai. Ha un gran successo con le ragazze perché si offre sempre di portare loro il sacco a pelo.
4. Quanti km fai al giorno? ti sei dato delle regole per quanto stare nelle singole tappe?
In media 35-40, ma varia molto in base a come mi sento e com’è la giornata. L’unica regola è essere flessibile, quindi no, ogni settimana faccio il punto della situazione e poi vedo se cambiare qualcosa in itinere.
5. Come sei organizzato, dormi in tenda e mangi cibi che cucini tu o alterni?
Anche qui mi adatto: sul cammino di Santiago c’erano gli albergues e pioggia, quindi sono andato spesso in ostello. In Francia ho trovato molta ospitalità con couchsurfing, in Italia con contatti ed amici di amici. La tenda diciamo è un 50% delle notti. Per mangiare di solito mi cucino qualcosa con il fornello che ho, altrimenti panini oppure specialità locali se sono proprio bone bone.
6. Quanto tempo ti sei dato per la tua impresa?
Almeno 3 anni
7. Come pensi di fare con lavoro, soldi e persone care?
Non penso di lavorare nel senso comune del termine. Documento il viaggio attraverso i social ma non lo faccio per soldi né ho partita iva: sono un travel blogger?
Per il denaro cerco di non buttarlo in sciocchezze, in Italia e Francia con 8 euro al giorno me la sono cavata, qua in Spagna un po di più causa pioggia. Poi ho degli sponsor che hanno comprato del materiale (es scarpe) e qualcuna delle persone che mi segue ha deciso di aiutarmi materialmente con delle donazioni. Spero che anche in futuro riesca a continuare su questa strada
Gli affetti, mancheranno, chiaro. Qualcuno verrà a trovarmi, ma altri non ne hanno la possibilità, penso soprattutto alle nonne… Però non si può rinunciare ad imparare per paura di perdere qualcuno.
8. Quali sono le tue sensazioni ad oggi? Sta andando come te l’aspettavi?
Ad oggi sono molto contento. Spagna fredda e piovosa mi sta provando, però viaggiare non è andare in vacanza. Le mie giornate sono pienissime, non pensavo di essere così preso, oltre a camminare e tenere i contatti a casa, scrivo, leggo, faccio stretching (yoga fa più figo, ma non mi piace chiamarlo così) poi tra cucinare, tenere in ordine Ezio e materiali, accudire il corpo, preparare il percorso settimanalmente, aggiornare i social e godersi panorami, persone e situazioni, ti assicuro che una giornata di 24 ore non basta. Mi piace quello che sto facendo, mi sento vivo, preda di un’indeterminatezza che ho creato con caparbietà e che mi sta insegnando a vivere.
9. Una delle cose che amo di più del viaggio è il contatto con l’altro, come funziona viaggiando da soli a piedi in epoca di pandemia?
Contatti ce ne sono, anche qui sempre diversi a seconda del contesto: in Spagna sono stato sul cammino di Santiago fino a ieri, avevo un sacco di compagnia. In Francia camminavo solo, ma spesso ero ospite in couchsurfing, quindi la sera avevo qualcuno con cui chiacchierare. E se proprio proprio non vedo amici nel binocolo, entro in un bar con il sorriso e cerco qualcuno con cui fare due chiacchiere! Scherzi a parte, il covid per ora non mi ha limitato, basta mettersi la mascherina e stare in campana (le ultime parole famose). L’unica pecca è che diversi Albergues non lasciano usare la cucina o mangiare assieme, al fine di evitare assembramenti.
10. La cosa che ti ha emozionato di più ad oggi
Emozioni tante e diverse, questo tipo di domande é un trabocchetto perché non dà la dimensione di un viaggio. Mi sono commosso quando sono tornato a Léon, la città del mio erasmus. Ho assaporato a pieni polmoni i silenzi delle Mesetas, attraversate senza parlare (ho fatto alcuni giorni di silenzio per meglio immergermici). Ho conosciuto un ragazzo che ha visioni di Dio, uno che raccatta cibo nei cassonetti da 3 anni ed ha dovuto comprare un frigo più grande per riuscire a tenere tutto quello che trova, un’altro che si è sposato 7 giorni dopo aver conosciuto la sua tipa. Attraversando i Pirenei ho trovato una bufera di neve che pensavo mi portasse via le dita, tanto era il freddo. Scegli tu.