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Il giro del mondo era da un po’ che mi frullava per la testa. Al momento in cui ho deciso di mollare tutto erano molti i paesi che mi incuriosivano quindi ho pensato che non poteva esserci occasione migliore per realizzare un desiderio che avevo.
E ho deciso di farlo senza prendere voli, perchè volare ti costringe a scegliere una destinazione. Ma io non volevo scegliere.
Io volevo solo seguire la strada e prendere la direzione che gli eventi o le persone incontrate mi avrebbero fatto decidere al momento. La mia unica certezza era il voler fare il giro, una sorta di sfida con me stesso e una splendida opportunità di conoscere e scoprire tanti luoghi affascinanti.
2. Cosa è per te il lusso al giorno d’oggi?
Ho capito che per me i beni di lusso e le cose materiali non avevano più un gran valore ma l’unica cosa che ti rende davvero ricco è il TEMPO. Se puoi gestirlo come più ti soddisfa, non esiste niente di più prezioso. Mi sono ritrovato a scegliere, ho avuto la fortuna di essere nelle condizioni giuste per poterlo fare e ho scelto di dedicarmi alle mie passioni.
3. Che criterio hai usato per organizzare il tuo giro del mondo?
Le uniche cose che ho organizzato sono stati i vaccini più importanti, un’assicurazione medica che copre in tutto il mondo e i visti obbligatori per Russia Cina e Mongolia, che dovevo avere per percorrere la Transiberiana.
Tutto il resto è stato deciso e deciderò giorno per giorno.
Al momento so solo che dovrò essere a Singapore per il 22 maggio perché ho un cargo che mi porterà in Australia, e da lì continuerò come ho fatto da 11 mesi a questa parte, giorno per giorno.
4. Quale era la tua paura più grande prima di partire?
La mia paura più grande prima di partire era solo di aver fatto una scelta sbagliata: mollare un lavoro sicuro, gli amici, la famiglia, la sicurezza della quotidianità. Ma é bastato salire il primo scalino del primo treno che è partito da Arezzo verso Udine perché tutti i miei dubbi sparissero e perché ogni paura mi abbandonasse lasciandomi solo quella meravigliosa sensazione dell’ignoto e del non sapere dove sarò o cosa farò domani. Solo una certezza: vivere a pieno ogni attimo con la consapevolezza di poter sempre scegliere.
5. Cosa ti ha stupito di te stesso in questo anno di viaggio?
La cosa che più mi ha stupito di me stesso è stato il non avere nessun tipo di preoccupazione per quello che sarà domani, come arrivare in un determinato posto, come trovare un passaggio o dove dormire. È una sensazione strana, ma mi sento a mio agio ovunque mi possa trovare, che sia una metropoli cinese di 20 milioni di abitanti o un villaggio sperduto sulle montagne vietnamite, ho sempre la sensazione di sentirmi come a casa e questo fa in modo che dentro di me non esista alcun tipo di paura.
6. Cosa ti ha sorpreso del viaggio o delle persone che hai incontrato?
Il fatto che tutto il malvagio, sporco e cattivo che ci viene proposto ogni giorno da radio e tv, che creano panico e terrore e che ti convincono sempre più a chiuderti nel tuo piccolo recinto e non aprire a nessuno, non corrisponde assolutamente alla realtà. Il mondo è pieno di persone generose e disponibili ad accoglierti come un figlio o un fratello, con totale disinteresse ma solo per la gioia di condividere. La condivisione è la base della felicità. La società moderna ti spinge all’accumulo, ti spinge all’isolamento perché sanno che le persone possono essere controllate più facilmente. Ma non esiste gioia più grande del condividere, che sia un cibo, un pensiero, un idea o semplicemente un sorriso.
Un lungo viaggio ti mette alla prova, ti costringe a scoprirti totalmente con te stesso e con gli altri, ti mette davanti a tutti i tuoi pregi e difetti e in qualche modo ti fa apprezzare molto di più. Ecco perché è una cura perfetta per chi sta vivendo un momento meno felice o sereno. Io ho deciso di partire anche per questo motivo, avevo perso il sorriso e la serenità, volevo riappropriarmi della mia vita e dopo quasi un anno di viaggio posso dire con certezza che non avrei potuto scegliere medicina migliore. Mi scuseranno le case farmaceutiche e gli psicologi, ma il VIAGGIO, é la cura più efficace contro ogni tipo di depressione.
8. Cosa diresti a chi ha ancora paura di viaggiare da solo?
Mettetevi alla prova, uscite, scoprite, cercate di conoscere, siate curiosi, condividete… e vedrete che scoprirete un mondo meraviglioso.
Non abbiate paura di viaggiare da soli, perché è una delle esperienze più belle che esistano al mondo… è il modo migliore per scoprire chi siamo veramente e sopratutto accettarsi ed amarsi per come siamo. Non abbiate timore di non sapervela cavare perché nella necessità vi stupirete delle vostre qualità e della semplicità con la quale risolverete ogni tipo di difficoltà… e sopratutto viaggiando da soli sarete costretti ad aprirvi verso gli altri e verso il mondo e vi renderete conto che non esiste cosa più bella.
9. Cosa non può mancare nel tuo zaino?
Dal vostro zaino non potrà mancare assolutamente la curiosità di conoscere luoghi e persone. Se parliamo invece di cose materiali, sicuramente un buon coltellino svizzero, che vi potrà salvare la vita in molte situazioni, e delle salviette umidificate per quando vi sarà difficile potervi lavare le mani in situazioni di emergenza, che capiteranno molto più spesso di quanto possiate immaginare.
10. Il tuo libro preferito di viaggio
Liberatevi del superfluo. Non avete bisogno di tutto quello che avete. Le cose essenziali nella vita possono stare dentro un bagaglio a mano.
Quindi preparate il vostro zaino.
Uscite di casa, andate alla stazione e compratevi un biglietto per un posto dove non siete mai stati. Arrivati, camminate fino al primo parco, e se vedete qualcuno seduto su una panchina avvicinatevi, dategli la mano e presentatevi.
Vi assicuro che non smetterete più.
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