Stefano: da Chiavari all’India viaggio in moto su un 125cc
Ciao a tutti, mi chiamo Stefano Cipollone, ho 27 anni, sono di Ortona (Abruzzo) e tra un viaggio e l’altro lavoro sulle navi come Primo Ufficiale di Coperta e Capitano nel diporto.
La mia passione per la scoperta del mondo nasce molti anni fa, da bambino grazie a mio padre che mi ha trasmesso l’amore per la storia e geografia e mia madre la quale già all’età di 6 anni mi mandò per 2 settimane al campo scuola in Trentino Alto Adige organizzato dalla Chiesa.
Grazie anche ai Boy Scout ho iniziato ad amare il trekking, il campeggio e tutte quelle attività all’aria aperta che hanno fatto si che iniziassi a preferire sempre di più i viaggi alle classiche vacanze ” all’ italiana ” .
Negli ultimi anni ho iniziato a miscelare la mia passione per i viaggi avventurosi con lo sport ed è così che senza neanche rendermene conto mi sono ritrovato a fare ultra-trail, kayak touring e più recentemente un lungo viaggio in sella ad una piccola ma indomita motocicletta.
1. Cosa ti ha spinto ad andare verso est con un la tua moto?
Da Settembre a Novembre 2018 ho vissuto a Chiavari, in Liguria, per motivi di studio/lavorativi.
Essendo già stato in precedenza in quei luoghi ho deciso di portare con me la moto che ho sempre avuto sin da l’età di 16 anni, il Peugeot Xps 125cc, invece che la macchina, per una questione di comodità negli spostamenti e di rapidità nel trovare parcheggio.
Quando decisi di partire con quella moto da Ortona fino a Chiavari, tutti i miei amici motociclisti me lo sconsigliarono in quanto dicevano che un motore cosi piccolo avrebbe fuso appena dopo 200 / 300 km di guida.
Invece la mia moto non solo raggiunse Chiavari senza nessun problema meccanico, ma mi scorrazzò per mezza Liguria nei successivi due mesi senza il minimo accenno di problemi.
Verso gli inizi di Novembre, a pochi giorni dalla scadenza del contratto di affitto della casa, iniziai a pensare a che strada intraprendere per riportare la moto a casa.
L’unica regola che mi imposi era quella di non ripercorrere la stessa strada dell’andata, per cui osservando la cartina geografica mi venne subito in mente di raggiungere Trieste, da li entrare in Istria e raggiungere un porto croato dal quale salpare insieme alla mia moto a bordo di uno dei tanti traghetti che giornalmente collegano la croazia ad Ancona o Bari.
Quindi si può affermare che la scelta di andare verso Est nacque principalmente da un motivo geografico e poi si trasformò in una voglia di tornare in Oriente, luogo che per diversi anni fu per me una seconda casa.
2. Sei partito in inverno con una piccola moto non molto attrezzata, quanto questo è stato un limite?
Essere partito in moto d’inverno per un viaggio cosi lungo è stata una delle decisioni più sbagliate che potessi prendere, soprattutto perché stavo andando incontro all’inverno dei Balcani, il quale finché non lo sperimenti in prima persona non puoi renderti conto di quanto davvero freddo e duro sia.
Nonostante questa folle decisione, viaggiare d’inverno nei Balcani può regalarti una tranqullità e dei panorami innevati meravigliosi di cui non potresti godere nelle altre stagioni dell’anno.
Inoltre, la tratta invernale Chiavari – Istanbul fu così dura a causa del clima rigiso, che fu un ottima scuola di resistenza per quello che mi sarebbe aspettato inseguito tra l’Iran e l’India.
3. Quale è la tua maniera di viaggiare? ti sposti ogni giorno o stai un po’ di tempo nei posti?
Quando viaggi in sella ad un piccolo enduro 25cc le prime due cose alle quali impari a rinunciare, sono la velocità e la comodità, due caratteristiche che sono completamente assenti su un mezzo cosi piccolo.
Fatta questa premessa potrete immediatamente immaginare quale sia il mio stile di viaggio: lento e senza programmare quasi nulla.
In genere quando attraverso delle città o delle località perticolarmente interessanti mi fermo almeno un paio di giorno, se non addirittura quasi una settimana nella meravilgiosa Istanbul.
La mia media giornaliera è passata dai 150 km nei Balcani, ai 200 km in Turchia, ai 350/300 km in Pakistan.
Come vedete dipende molto dai fattori esterni, come ad esempio: CLIMA, SICUREZZA, STANCHEZZA, VISTI…
4. Come hai trovato l’accoglienza ad oggi?
A differenza di quello che molta gente può pensare, più il paese è povero e più i suoi abitanti saranno generosi ed altruisti nei confronti degli ospiti.
Inoltre, in questo viaggio sono rimasto sbalordito e meravigliato nel confutare ciò che i mass media ci vogliono far credere in merito ad Iran e Pakistan.
Sono due Nazioni che seppur con molti problemi interni, sono abitati da popoli meravigliosamente accoglienti e disponibili nell’aiutare gli stranieri.
Inoltre essendo musulmani hanno un modo di trattare l’ospite che a mio avviso non ha eguali nel mondo.
5. Come è la questione sicurezza muovendosi da solo in moto per terre estreme?
Viaggiare per lunghe distanze ed a volte in luoghi remoti ha dei pregi, ma anche dei difetti.
Essere da soli ci obbliga a dover risolvere da solo ogni problema che si pone dinanzi a noi, però l’esperienza mi ha insegnato che se si mantiene la calma e si mantiene la mente lucida, si troverà sempre la soluzione o comunque qualcuno disposto ad aiutarci. L’importante è avere pazienza, caratteristica fondamentale di ogni lungo viaggio, specialmente se effettuato con un 125cc.
Per quanto riguarda la sicurezza fortunatamente non ho mai avuto problemi del genere. L’unica tratta dove ho dovuto alzare la soglia di vigilanza è stato il tratto con la scorta armata in Beluchistan (Pakistan) anche se alla fine nonostante sia stato davvero pesante fisicamente, causa temperature cocenti e numerosi cambi di scorta, si è rivelato molto più sicuro di quello che mi aspettavo.
6. Come ti sei organizzato con i visti?
Organizzarsi? Cosa Significa ? XD
Scherzi a parte, essendo italiano sono stato molto avvantaggiato da questo punto di vista, infatti fino all’Armenia non ho mai avuto bisogno di nessun visto, addirittura fino alla Turchia ho usato la Carta d’Identità.
Il primo visto che ho dovuto richiedere è stato quello per l’Iran e l’ho ottenuto tramite ambasciata iraniana ad Ankara…tutto molto semplice.
Mentre il visto Pakistano ed Indiano li ho ottenuti a Roma durante il mio secondo rientro in Italia, dovuto principalmente alla necessità del Carnet de Passage, il quale ho scoperto cosa fosse e quanto fosse importante, solamente quando ero in Cappadocia (Turchia).
7. Cosa ti sta sorprendendo in questo viaggio ?
Sicuramente l’incredibile affidabilità della mia moto, specialmente del suo motore. Oltre a questo aspetto puramente meccanico sono rimasto sopreso dall’accoglienza di tutti i popoli fin’ora incontrati, soprattutto da quello iraniano e pakistano. Credo che questi due popoli, specialmente quello iraniano siano ingiustamente infangati dai media occidentali esclusivamente per motivi di politica internazionale.
Oltre ai paesaggi incredibilmente vari che ho potuto ammirare, una delle cose che più amo nei miei viaggi è quella di provare i vari cibi locali ed in 12.000 km via terra ne ho provati molti.
8. Cosa porti con te?
Il meno possibile. Molti motociclisti occidentali con moto grandi e potenti commettono a mio avviso l’errore di caricare le loro moto all’inverosimile.
Di solito è il classico errore che si commette nei primi lunghi viaggi in moto perchè non si sa con certezza di cosa si avrà necessità, quindi di tende ad abbondare.
Io avendo un piccolo enduro e non avendo pianificato per nulla il mio viaggio, sono partito con il minimo indispensabile per affrontare i balcani d’inverno, tutto ciò stipato in un piccolo bauletto ed uno zaino da backpacker comprato a Chiavari in un negozio cinese il giorno prima di partire.
Dall’Iran in poi ho abbandonato lo zaino e fatto realizzare a mano da un sarto iraniano delle borse laterali morbide, le quali hanno davvero reso il viaggio più comodo e piacevole perché finalmente potevo guidare con la schiena e spalle libere dal peso.
Nella terza fase del viaggio, quella da Chiavari a New Delhi ho viaggiato con un minimo di equipaggiamento migliore: tuta moto touring (prestatami da mio zio), abbigliamento invernale, estivo, cassetta medicinali, beauty case, intimo, documenti, tanica benzina da 5 Lt, qualche pezzo di ricambio e attrezzi, uno smartphone e la go pro 5 hero
La prima regola che si impari durante i lunghi viaggi in moto è: VIAGGIARE LEGGERI !
Più si viaggia leggeri e piu comoda e sicura sarà la guida.
9. Il paese che ad oggi ti ha accolto meglio e perché.
Domanda molto difficile perché ogni paese ha la sua peculiarità e bellezze uniche.
Ho amato i balcani per la loro storia, paesaggi e l’architettura delle loro citta’, e soprattutto la Rakija, ho amato la Turchia per la sua cucina e unicità delle loro moschee, il Caucaso per i suoi monasteri e le lussureggianti foreste, l’Iran per la sua gente, il deserto, la loro storia e cultura, il Pakistan per il suo popolo ed i maestosi 8.000m.
In generale però sono rimasto sbalordito dall’accoglienza degli Iraniani e Pakistani e se proprio dovessi scegliere una nazione tenderei a dire PAKISTAN, oltre che per la sua bellezza, soprattutto per l’unicità ed immensa generosità della sua gente. Ogni volta che mi fermavo con la moto al ciglio della strada venivo letteralmente circondato da folle di persone vogliose di farsi un selfie o scambiare due parole con lo straniero in sella a quella piccola, ma al tempo stesso grande moto.
10. Dove ti porterà questo viaggio? Hai un progetto preciso o pensi lasciarti trasportare?
Come stile di viaggio io non pianifico quasi mai nulla, se non i visti e le adempienze burocratiche obbligatorie.
La mia idea è di continuare il viaggio sempre verso EST, per l’esattezza dopo l’India credo che punterò verso il Sud Est Asiatico, ma questa è solo un ipotesi.
Solo il tempo dirà quando e quale sarà la tappa finale, come ho sempre detto ai miei amici, il viaggio continerà verso est finché io o la moto non ne avremo abbastanza.
Spettacolare! Le storie che racconti mi piacciono sempre molto, ma questa è davvero unica
grazie mi fa piacere