TRACKS una donna da sola ha attraversato il deserto australiano a piedi

Sarebbe stato bello intervistare Robyn Davidson, invece mi ritrovo a scoprire la sua storia grazie ad un film, TRACKS, nelle sale dal 30 aprile.

Mi ha fatto sorridere vedere che per quanto non conoscessi la sua storia, conoscevo le sue frasi; ce ne è una che da sempre riecheggia nella mia mente.

Ci sono nomadi che si sentono a casa ovunque, e altri che non si sentono a casa da nessuna parte, io ero una di quelle.

Il film riprende il best seller di Robyn Davinson, una giovane donna che decise di attraversare il deserto australiano, da Alice Springs fino all’oceano indiano, completamente sola, accompagnata da una carovana di tre cammelli e un piccolo cane nero. Più di 2000 km a piedi in solitaria. Il viaggio fu sponsorizzato da National Geographic (a dimostrare che avere uno sponsor è una virtù non un demerito come molti dicono), che inviò il fotografo Rick Smolan a fotografare l’impresa.

TRACKS attraverso il deserto

La parte che mi ha colpito di più del film, e dovrei dire della storia è stato l’inizio.

Spesso nei racconti eroici ci si concentra sull’impresa, tralasciando che ogni impresa, grande o piccola che sia ha bisogno di un duro lavoro alle spalle. I viaggi, le traversate, hanno bisogno di preparazione, di studio. Viaggiare, attraversare un territorio, è un progetto che deve prevedere i rischi e le complicazioni, si ha un obiettivo, ma spesso non i mezzi per raggiungerlo.

Il passo più importante per ogni viaggiatore è superare le montagne dell’inizio, superare tutti quei “sei una pazza, non ce la farai mai” e andare avanti, da soli, senza appoggi, senza ancore di salvezza, con solo il nostro obiettivo davanti.

La caparbietà spesso viene premiata dal destino.

Se ci impieghi anni per organizzarti e prepararti per un’impresa è quasi certo che la tua impresa la porterai a termine.

Questa è la cosa principale che mi ha lasciato questo film! Se credi che una cosa sia giusta, possibile, raggiungibile, se ci credi veramente, anche gli altri crederanno in te.

Ognuno ha il proprio deserto da attraversare, non c’è bisogno di attraversare l’Outback australiano per sentirsi realizzati, ogni grande cammino è fatto di piccoli passi.

Mi hanno chiesto quale è stato o sarà la mia grande avventura.

Personalmente non ritengo di voler fare mai un’ardua impresa come questa, non mi piacciono le cose estreme, non mi piace iniziare i miei pensieri con parole come “mai” o “solo”. Viaggiare solo su ruota, non prendere mai un aereo, sono idee che mi piacciono, ma non per me! Ognuno nella vita e nella maniera di viaggiare trova la propria forma di essere, la mia è di sicuro flessibile. Non amo programmare, questa è la mia regola. So dove voglio andare, ma di solito non so che giro farò o quanto tempo ci metterò o meglio non ho “tracks” immutabili. L'”incontro” per me è la centralità della mia vita e del mio viaggiare, viaggio per incontrare altre culture, altri stimoli e persone, le persone sono sempre la mia passione.

Vi do un’anticipazione, non so se sarà tanto avventuroso, o se davvero riuscirò a farlo presto quanto voglio, ma uno dei miei aneliti di sempre è attraversare la Barranca del Cobre , il deserto del nord del Messico, visitare le comunità Huichol ed arrivare fino al Pacifico… se le cose vanno come vorrei, a luglio sono li!

tracks attraverso_il deserto

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