Viaggi solidali

Viaggi Solidali: Volontariato in Cambio di Ospitalità, la storia di Andrea

Lui si chiama Andrea è siciliano, giovanissimo e ha una maniera molto particolare di viaggiare, lui fa viaggi solidali, più che altro direi fa volontariato e scambi di lavoto all’estero. Per seguire le sue avventure ha creato una pagina Facebook ad hoc. 

1. Il tuo primo viaggio da solo l’hai fatto a 15 in Italia, cosa ti ha spinto?

Mi ha spinto la forza di credermi già un uomo, avevo fatto già dei viaggi privi di genitori dai miei 8 anni. Però sempre con responsabili che assistevano ai giovani. Quindi mi dovevo mettere alla prova.

2. Hai lavotato tantissimo all’estero in cambio di ospitalià ci racconti a che progetti ti sei affidato?

Mi sono affidato:  Ai progetti, bandi stipulati dall’Unione Europea; Alle sponsorizzazioni; E attività di lavoro non retribuito in cambio di vitto e alloggio.
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3. Hai fatto volontariato in molti paesi, ci dici quali sono le 3 cose più belle e le 3 più difficili?

Non riesco a farti una scaletta sulle cose belle e difficili durante le attività di volontariato, però posso dirti che la gioia che ti danno questi bambini alla ricerca di affetto è unica. Sono andato lì per stare benissimo con me stesso e con tutti gli altri. Una difficoltà è fare capire alle persone della comunità il motivo per cui vado lì gratuitamente. Ma ancora più difficile è il non potere sapere dai bambini se vengono trattati bene, se non vengono usati. I timori mi vengono sempre.

4. Come ti cambia lavorare in Africa?

Lavorare in Africa o in zone dove le persone vivono con il Sorriso credo che sia anticipare l’ingresso nel paradiso.
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5. Hai scritto un libro per aituare a costruire un ospedale in Tanzania, ci sei riuscito, raccontaci questa esperienza.

Sono riuscito a scrivere il libro, ma il progetto è messo in standby, lo vorrò donare un giorno. Ma dovrò avere delle certezze come piedistalli.

6. Quale è il tuo approccio al futuro, fino a che distanza programmi la tua vita?

Il mio futuro è pieno di sogni e di idee… ogni giorno ne ho una nuova. La mia vita la programmo a distanza di un righello all’interno di un foglio di carta. Così che possa disegnare ogni giorno un nuovo orizzonte 😀
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7. Parlaci del ritorno, chi ha vissuto esperienze molto intense, come affronta il ritorno verso chi “è rimasto”?

Ho avuto sempre ritorni pieni di domande dalle persone che sono rimaste. Ed in altissima percentuale sono moltissimi quelli che vogliono partire, ma in statistica sono partite solo tre persone seguendo il mio esempio. Quindi per ogni rientro ci vuole il tempo di confronto.

8. Cosa diresti ai ventenni di oggi che hanno paura a stare da soli?

Non direi niente ai ventenni cha hanno paura a stare da soli. Farei vedere qualche foto in solitudine in giro per il mondo, accompagnate da ottime conoscenze.
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9. Internet ha influenzato la dimensione dei tuoi viaggi?

 Internet ha influenzato nelle mie mete. Grazie ai blogger come te che mi hanno stimolato ad andare in posti rocamboleschi e fuori dalla norma.

10.  L’incontro che più ti porti dentro?

L’incontro che più mi porto dentro? Ad essere sincero, sono infiniti. Ma senza pensarci due volte, mi viene in testa un incontro di racconti. Con un bambino che non ho mai visto ma porto sempre con me. Alessandro.
Era al Gaslini di Genova. Parlavamo tramite la sua assistente, la mia cara amica Samuela. Mi ricordo perfettamente cosa disse a sua mamma su di me:
“Mamma, mamma, ma allora superman esiste veramente!” Mi regalò un fantastico disegno che lui realizzò in 8 ore con apparecchiature motorie solo per me. Io inserì questo CAMPIONE in un capitolo del mio libro, prima che lui andasse in volo.
Ed un altro che mi viene in mente è uno dei figli dei superstiti di Hiroshima, il quale rimane gratuitamente lì per raccontare…per non dimenticare mai
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