Viaggiando arrivano le buone idee: Jorge e il progetto My Casa in Vietnam
“My casa es tu… ristorante”
Da quasi due anni Jorge è andato a rimpolpare la diaspora spagnola in Asia. L’amore per l’Oriente e la crisi che soffocava – e soffoca tuttora- la Spagna l’hanno spinto a prendere una decisione di vita. Di fronte al classico incrocio questo giovane riojano ha deciso di caricarsi lo zaino sulle spalle e volare in Vietnam.
Pellegrino in casa propria: da Logroño a Madrid, passando da Salamanca
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Tra i primi “viaggi” la tua Spagna è quasi sempre il denominatore comune. Cosa rappresentano queste tre città e cosa ti porti dietro di quelle esperienze?
Allora, Logroño è la città in cui sono nato e la culla dei miei primi ricordi. È il luogo che mi accoglie a braccia aperte ogni volta che torno (in vacanza) e che considero “casa”. La mia famiglia e alcuni tra i miei migliori amici vivono ancora lì e il ricordo del tempo passato con loro è sempre con me anche a migliaia di km di distanza.
Salamanca invece è stato il parco giochi della mia “seconda adolescenza”. Ci sono andato per iniziare l’università quando i miei coetanei quasi quasi se ne andavano con il titolo in mano. In quei due anni ho legato molto con gli studenti ERASMUS. Gli italiani, soprattutto, si impadronirono della mia anima (ehehehe). Questi ragazzi generarono un concetto totalmente nuovo di “famiglia”, che da allora ha cominciato ad avere membri in Emilia-Romagna, in Sardegna, in Lombardia,… Durante il periodo salmantino il viaggio è venuto a me sottoforma di questi studenti dalle abitudini e culture diverse.
L’ultimo capitolo spagnolo è rappresentato da Madrid, una città su cui non avevo grandi attese, ma che mi ha sorpreso in positivo. Grazie al lavoro come programmatore in un’agenzia di pubblicità ho scoperto due cose fondamentali: quanto mi piaccia programmare e quanto detesti lavorare per qualcun altro. Vedere come funziona il mondo del lavoro in Spagna da dentro mi ha spinto a fare il grande passo e partire. Di Madrid mi porto dietro le notti di festa e i momenti condivisi con Fede, uno degli italiani di Salamanca che mi ha seguito nella capitale.
L’esperienza irlandese, la passione per la magia e gli altri viaggi
Faccio un mezzo passo in dietro, prima di arrivare in riva al Tormes, a Salamanca, hai fatto un’esperienza nel nord d’Europa, più concretamente a Dublino.
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Cosa cercavi in Irlanda?
Sono partito per l’Irlanda per imparare l’inglese e alla fine ho imparato a… mangiare. Sono sempre stato un po’ difficile con il cibo, ma le circostanze hanno fatto sì che la gente che ho trovato a Dublino riuscisse a fare quello che non era riuscito a mia mamma in 21 anni (povera Margarita!). Ma l’Irlanda è stata molto più di questo, chiaro, lì ho svilupato il mio carattere e la mia personalità.
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Qual è stata la cosa migliore di quell’esperienza? E la peggiore?
Ho avuto la fortuna di vivere e lavorare in uno dei migliori ostelli di Dublino. Prima facendo le pulizie e in seguito come recezionista visto che il mio inglese era migliorato parecchio. Tra i nostri ospiti c’erano diversi giovani che come me erano venuti a imparare la lingua e, se possibile, trovare un lavoro. Spesso però io ero uno dei pochi che aveva un lavoro e alla fine della giornata andavo a comprare patate, uova e cipolle e cucinavo tortilla per tutti. Altre volte, invece, preparavo del pollo al curry. Il fatto di cucinare per la gente e renderla felice con così poco è sicuramente l’aspetto che ricordo con più piacere.
L’unica cosa negativa di Dublino era che le giornate duravano solmanete 24 ore…e non riuscivo a godermi ancore di più uno dei momenti più felici della mia vita.
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Che altri viaggi ti piace ricordare? Perché?
Quando parlo di viaggio non posso non pensare a Charly, un amico fin dai tempi di Logroño. Assieme abbiamo percorso tutta la costa del Portogallo. L’auto era il nostro mezzo di trasporto, la nostra casa, il nostro letto e la nostra sala da pranzo. Allo stesso modo ricordo altri road trip fino a Barcellona, Valencia e Vigo. Io non guido, ma con il tempo ho imparato ad essere un buon copilota! Uno dei viaggi più speciali, però, l’ho fatto con Sharon, la mia ragazza. Siamo andati da Berlino a Budapest in bici in un mese e mezzo. Adesso abbiamo un culo d’acciaio!
Per tre anni di fila abbiamo festeggiato la fine dell’anno all’estero (Bratislava, Berlino e Cracovia). La gente di Couchsurfing ci apriva le porte delle loro case e dei loro Paesi e così abbiamo conosciuto diverse regioni d’Europa. Tutte esperienze indimenticabili che mi hanno aiutato a crescere.
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Scometto una birra che nel tuo zaino non manca mai un mazzo di carte. Quando ti ho conosciuto pensavo fose solo una scusa per far innamorare le ragazze, più avanti però ho capito che era una vera passione. Parlacene un po’…
Ma guarda, a dir la verità la mia passione erano proprio le ragazze… Scherzi a parte, tutto è iniziato grazie ad un docente che avevo alle Medie e che ci portò in visita al CIR (Circolo degli Illusionisti Riojano). All’inizio la gente che frequentavo il posto mi sembrava piuttosto strana (ma forse era semplicemente il punto di vista di un tredicenne), poi con il passare del tempo quelle prima sensazione sparì. Quello che fece che mi appassionassi tanto alla magia fu imparare in modo molto diretto e pratico: si trattava di un gruppo aperto in cui se eri davvero interessato finivi per imparare non solo trucchi di magia, ma tutto quello che ci sta attorno, dalla psicologia alla filosofia della magia. E così, ogni tanto mi piace tirar fuori le carte e far diventare matti i miei amici.
Dal pc ai fornelli: el progetto My Casa
Ormai saturo della vita di Madrid hai deciso di prendere armi e bagagli e di compare un biglietto di sola andata per il Vietnam. Questa volta in buona compagnia.
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Come sono andate le cose e, soprattutto, perché il Vietnam?
Non ho mai deciso in anticipo quanto sarei rimasto in un posto, ma ogni volta che mi rendevo conto di dovermi muovere ho fatto le valige e sono partito. Dopo due anni a Dublino, due a Salamanca e altri due a Madrid era arrivato il momento di fare un’esperienza un po’ differente, più contemplativa. L’Asia era il continente perfetto. In quanto alla destinazione finale, cercavo qualcosa di selvaggio ma “controllato” e dopo diverse settimane di ricerche abbiamo scelto (con Sharon) di andare in Vietnam. Non era estremo come la Cina né occidentalizzato come la Tailandia. Un Paese in via di sviluppo e il secondo per crescita (dopo la Cina). Non avevamo di certo intenzione di farci ricchi, ma abbiamo tenuto in conto le possibilità di crescita.
Come ben dici, questa volta non sono partito da solo. Sul finire della mia esperienza madrilegna ho conosciuto Sharon e dopo averle spiegato quello che volevo fare lei ha sorprendentemente accetato la sfida!
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Com’è stata la prima presa i contatto con il Paese e la sua gente?
Questo è il primo Paese asiatico che visito e a dirla tutta mi aspetavo qualcosa di diverso a livello sociale. Mi immaginavo una società con uno stile di vita più contemplativo e distante dal materialismo, ma ho trovato una società motlo superstiziosa e con un’ansia di capitalismo enorme. In questo senso ci sono rimasto un po’ male…
Cio nonostante, la gente ti sorride sempre ed è molto ospitale. I vietnamesi faranno sempre di tutto per compiacerti e aiutarti, sempre che non ci siano affari di mezzo, chiaro…
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In Vietnam non siete venuti in vacanza e dopo un periodo di transizione tu e Sharon avete deciso di fare All-in nel My Casa. Raccontami un po’ di questo progetto…
Una volta scelta la nazione dovevamo scegliere una città. Dopo un mese viaggiando da nord a sud ci siamo innamorati di Da Nang. Una spiaggia di 40 km, una montagna piena di scimmie selvagge a 5 minuti di scooter, qualche centro commerciale, mercati locali e una comunità di expats affiatata ci hanno convinti a fermarci. Come si potrebbe rinunciare poi alla vista del ponte a forma di drago che sputa fuoco e acqua dalla bocca?
Accettammo la prima offerta che ci arrivò: lavorare nella cucina di un ristorante a cambio di vitto e alloggio. Dopo sei mesi, e vista la buona risposta della gente, spinti dai nostri amici abiamo deciso di iniziare con il My Casa, un progetto che ha un annetto ormai e che ci sta dando belle soddisfazioni. Quella che doveva essere una tappa provvisoria si è invece trasformata in un ristorante vero e proprio. Un progetto in costante evoluzione.
Abbiamo affittato una villetta con 5 camere e un cortile meraviglioso a due passi dalla spiaggia. In questo momento, Sharon e il sottoscritto, viviamo con altre 5 persone. Qualcuno ci aiuta con il ristorante mentre le altre ci affittano le camere aiutandoci a mantenere in piedi il My Casa da un punto di vista finanziario. L’ultima camera è sempre a disposizione dei viaggiatori che ci danno una mano tramite il WorkAway (vitto e alloggio in cambio di qualche ora di lavoro).
La nostra offerta varia dalle tapas spagnole alla pasta fresca, con qualche piatto rubato alla cucina malese. L’idea è di proporre un numero limitato di piatti, ma di mettercela tutta per renderli indimenticabili. I feedback che riceviamo dai nostri clienti sono molto positivi e questo ci motiva ad andare avanti su questa strada. Dopo quasi un anno e mezzo di vita siamo al primo posto tra i ristoranti di Da Nang! Per il momento la nostra clientela è formata soprattutto da turisti e stranieri che vivono in città. La speranza è di poter un giorno arrivare anche alla gente locale.
In questi mesi siamo riusciti a costruire una piccola famiglia e il My Casa è il nesso d’unione. Cerchiamo di raggiungere un livello di vita tranquillo, senza complicazioni (anche se portare avanti un ristorante non è sempre facile) e senza obblighi. Tutti quelli che ci aiutano lo fanno perché hanno piacere di farlo e si divertono vivendo qui. Questo è senza dubbio il segreto del nostro successo e dell’ambiente rilassato e accogliente che si crea tutti i giorni nel cortile di casa.
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Se qualcuno fosse interessato a lavorare con voi o a farsi viziare dalle vostre prelibatezze dove vi può trovare?
Questo è il nostro sito (con le foto del nostro menù): My Casa Da Nang . Gli eventi e altre foto le trovate sulla nostra pagina di Facebook. Se passerete da Na Nang e ancora non vi abbiamo convinti, date un’occhiata a quello che hanno detto di noi su Trip Adivisor quelli che hanno mangiato nel My Casa. Tutti quelli che ci vengono a trovare si sentono immediatamente come a casa. Ci vediamo in Vietnam!
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Chiudiamo con la domanda che faccio a tutti i viaggiatori. L’errore piu grande che hai commesso nei tuoi viaggi è stato…
Comprare un biglietto di ritorno.