Viaggiare da Soli in Birmania
Se avessi la possibilità di vedere un solo paese dell’Asia senza dubbio visiterei, e consiglierei la Birmania. Sono stata in Birmania nel 2009, in un periodo “cuspide” della mia vita personale e anche della vita politica di questo paese. Quindi per tutti quelli che hanno paure o timori dovuti dai media, vi assicuro che sono del tutto infondate e che viaggiare da soli in Brimania sarà un’esperienza che ti regalerà talmente tanto che potreste solo sorridere ogni volta che penserete a quella terra, o meglio a quella gente.
1. Per capire la storie a la politica bisogna andarci.
Prima di viaggiare per la Birmania avevo letto molto sulla dittatura, sull’uccisione dei monaci del 2007 sulla prigionia di Aung San Suu Kyi, mi immaginavo un paese tetro, dove sentirsi insicuri, dove camminare per le strade di notte ti lasciava quella sgradevole sensazione alla bocca dello stomaco, ed invece esattamente l’opposto. Se chiudo gli occhi e penso a Rangoon o qualsiasi altro posto, la prima cosa che vedo sono i sorrisi delle persone, ma nn quelli finti che spesso si trovano in Asia , quelli che si esprimono solo leggendo la luce degli occhi. Quando io sono stata in Birmania c’era ancora la dittatura, le persone bisbigliavano parlando del regime. Una volta ero a Bagan ed un commerciante di lacche mi ha invitato a prendere un the da lui, ha chiuso la porta e con un filo di voce mi ha iniziato a parlare del governo, delle ingiustizie dell’assenza di diritti, è stato bellissimo e dolorosissimo allo stesso tempo.
2. Perché il tempo si è fermato.
Non so per quanto ancora si fermerà dato che da poco è nata la corsa al turismo, ma la Birmania è un paese ricco si storia, e di tradizioni millenarie, ogni piccolo paesino ha dei tesori indescrivibili, purtroppo non sono quasi mai stati restaurati, quindi molti si stanno deteriorando, ma ti sembra sempre di essere un piccolo Indiana Jones, in quanti altri posti potrete visitare templi enormi completamente da soli?
3. Per imparare cosa è la gentilezza.
I birmani sono dei puri, forse nn tutti, ma di certo molti, loro vogliono fare business è ovvio, ma sempre con rispetto e con garbo. Una volta stavo pedalando per la valle di Bagan, ovviamente mi sono fermata ad un negozio di cesti di vimini e ho comprato di tutto, (io compro sempre ogni sorta di cosa in viaggio), mi chiedevo come avrei potuto continuare a pedalare con tutti quei pacchi con me, quando il negoziante mi dice “in che albergo sta? glieli consegno io alle 4”. Diciamo pure che era il 2009, non avevo ancora lasciato tutto per viaggiare, sono pur sempre napoletana, cresciuta in un posto dove ti rubabno anche i Ray Ban da faccia a 13 anni, e il mio primo pensiero non è stato proprio quello di fidarmi. Poi ci ho riflettuto due minuti e mi sono accorta che non avevo alternative, sono stata sbeffeggiata dalla mia mala fede. Alle 16 in punto il mio pacco è stato recapitato al mio hotel e mi sono sentita immensamente stupida. Da quel momento ho iniziato a fidarmi di più delle persone che incontravo, non solo in Birmania, ma in tutto il resto del mondo, ok forse a Napoli non ancora.
4. Perché l’alba e il tramonto sui templi di Bagan vale il viaggio.
Come dice Lonely Planet “immaginate tutte le cattedrali medioevali europee concentrate in una terra grande quanto Manhattan” direi che leggermente rende l’idea, ora pensate di percorrerle durante il giorno in bicicletta, o su un carretto trainato da cavalli e al tramonto di salire su un altissimo tempio a forma di piramide e aspettare che il sole cada nella giungla davanti a voi, colorando di rosa intenso tutto il cielo. Purtroppo di sicuro nn sarete da soli, dato che è la cosa più gettonata da fare in Birmania, ma magari vi accompagneranno dei simpaticissimi bambini come è successo a me, alla fine mi sono ridotta con il chiacchierare con loro invece di fissare il sole.
5. Perché ci sono i migliori rubini del mondo.
Ok forse questo è un motivo un po’ di parte, io sono una super appassionata di pietre preziose, prima di partire per la Birmania ho studiato a lungo quello che avrei potuto trovare e dove comprarlo. Quando si tratta di preziosi, si deve sempre muoversi protetti, ossia comprare solo in negozi autorizzati che rilasciano certificati. Diciamo che al Gems Museum di Rangoon si possono comprare anche pietre di media qualità ad un prezzo molto molto competitivo per l’Italia, io ero partita con intenzioni più aggressive e mi ero messa i soldi da parta per regalarmi il rubino dei miei sogni, e così è stato!
6. Le distanze dipendono dal mezzo che hai.
Diciamo che la Birmania non è il solo posto dove questo elemento sia facile da riscontrare, ma dovrete fare i conti con la frustrazione da onnipotenza occidentale.
Noi siamo abituati a misurare le distanze in km, perché su per giù per farne uno ci mettiamo più o meno un minuto, se bisogna andare a cena a casa di un amico che abita a 30km ci vorrà un po’ meno di mezz’ora. Ma in Birmania le distanze sono ad ore e a stagionalità, le strade sono poche e devastate, in più a seconda delle piogge o dei periodi di secca, alcune zone possono essere raggiungibili o meno. In senso assoluto questo non sembra essere un grande problema, di quando siete in viaggio e vi dicono che non potete andare nel paesino dove avevate pensato di visitare quel bellissimo monastero, perché ha piovuto troppo e che non ci sono soluzioni, la vostra percezione della frustrazione cambierà.
7. Imparare dai monaci.
In effetti moltissimi paesi dell’Asia sono buddisti e quindi non c’è niente di fuori dal comune nell’osservare centinaia di ragazzi rasati in tonaca boredeaux, ma secondo me non è così. I monaci birmani sono aperti, amano condividere, far entrare gli altri nella loro quotidianità, non sono sospesi in uno spazio mistico tra loro e il divino, ma sono molto terreni. Di solito tutti vanno la mattina difronte i monasteri a osservare la loro questua, a me è piaciuto di più chiacchierare con i ragazzi della scuola o con il mio tassista che mi ha spiegato che in Birmania ogni uomo può decidere di diventare monaco ogni volta che vuole nella vita, anche per periodi brevi, basta che ne senta la necessità. A differenza della religione cattolica, un monaco buddista non lo è per sempre, ma solo per il tempo che lo ritiene necessario, così sia gli uomini che le donne, in determinati periodi della loro vita scelgono di ritornare in monastero a meditare, un po’ come prendersi del tempo per se stessi per riappropriarsi delle forze per affrontare la vita, non male no?
Viaggiare in Birmania è un momento che vi regalerà molto, vi consiglio di prepararvi con delle letture indicate. Ad oggi ho trovato queste due molto arricchenti: Il ragazzo che parlava con il vento e L’arte di ascoltare i battiti del cuore, entrambi li leggerete tutti d’un fiato.
Ciao Francesca,
quindi, ovviamente consigli il Myanmar per una ragazza da sola, giusto? Vorrei andarci a dicembre 🙂
Certo, il genere della persona non è mai importante nella scelta è l’attitudine che fa la differenza
Mi piace questo elemento, sapevo avrei “trovato conforto” qui da te 🙂