Viaggiare in bicicletta è un viaggio in se stesso
Nicolas un ragazzo Argentino che dopo aver viaggiato tanto in Europa, SudAmerica e Australia, ha deciso si non essere più solo un turista, ma diventare un cicloturista, racconta i suoi viaggi e il suo lungo allenamento su PaxTrip.com .
1. Perché hai deciso di iniziare un lungo viaggio in bicicletta?
Penso che per spiegare perché io deciso di fare un viaggio lungo bisogna cominciare dal perché ho iniziato ad andare in bicicletta. L’anno scorso mi sono reso conto che ogni volta che facevo sport smettevo di fumare per un paio di giorni. Mi sono reso conto che era giunto momento di smettere di fumare definitivamente, però ovviamente non potevo giocare a calcio o a tennis tutti i giorni per colpa de lavoro e di altre attività. Nel frattempo un amico mi ha raccontato che lui sta andando a lavorare in bicicletta e che si stava divertendo molto. Così ho iniziato ad andare in bicicletta anch’io e ho visto che mi piaceva molto. Tutti i giorni la faccio una 25-30 km tra andata e ritorno dal lavoro. Così con il tempo ho iniziato a leggere blog di viaggi bicicletta e mi sono appassionato. Mi è sempre piaciuto viaggiare in tutte le sue modalità Ho vissuto un anno in Germania per lo scambio studentesco, ho fatto work and travel in diversi posti dell’Argentina e dell’Australia ho fatto l’autostop per tutta la Patagonia ho viaggiato in treno in pullman in aereo in rulotte, in barca attraversando Il Rio delle Amazzoni, però non avevo mai fatto qualcosa in bicicletta. Mi è sembrato potesse essere una sfida incredibile. Penso che quello che di più mi ha interessato del viaggiare in bicicletta è stato:
- la libertà di potermi muovere liberamente non dipendendo da nessuno
- che è come viaggiare moltiplicato per due; perché si visita, come in tutte le altre maniere di viaggiare e si fa anche bicicletta che di per sé è divertente.
Per me la bicicletta non è un mezzo di trasporto, rappresenta già di per sé un viaggio.
2. Qual è stato il tuo itinerario come cicloturista?
Ad oggi ho fatto viaggi “corti” in bicicletta, non più di 300 350 km, sempre in Sudamerica; però a giugno del 2013 sto pianificando un viaggio più lungo che supererà ampiamente i 350 km.
3. Qual è stato il momento più duro e come lo hai affrontato?
Penso che il momento più duro è stato in realtà il prodotto della inesperienza. Normalmente si pensa che andare in bicicletta si salutare e basta. Ma fare il cicloturismo e qualcosa che va molto oltre la semplice passeggiata in bicicletta.
All’inizio per la mia inesperienza nel pedalare ho avuto dei problemi di salute importanti per la mia mancanza di conoscenza tecnica.
Per esempio per non tenere in sellino in una posizione corretta mi si è irritata la prostata, per pedalare in una maniera poco corretta ho avuto dei problemi alle ginocchia che quasi mi costringono ad abbandonare il mio viaggio.
E penso che più stupido di tutti però, il miglior esempio per farvi vedere quanto l’inesperienza iniziale può fare danni, fu prendere un insolazione perché non avevo portato la protezione solare e sono stato a pedalare tre giorni di seguito otto ore sotto il sole.
4. Qual è la cosa che ti piace di più del viaggiare in bicicletta piuttosto che con altro mezzo di trasporto?
La cosa più bella di tutta e credo che tutti cicloturisti saranno d’accordo con me, è la possibilità di relazionarsi con la gente e con il luogo.
Potresti fermare una stazione di servizio o bere acqua, fermarsi per strada, parlare con la gente, vedere veramente i luoghi nn turistici, questo ti gratifica molto di più di un semplice viaggio.
Per questo dico che la bicicletta per me non è un mezzo di trasporto, ma un viaggio in se stesso La gente quando trova una bicicletta carica di borse si ferma subito per chiedere che giro stai facendo e per conoscerti.
5. Questa esperienza in che modo ha modificato la tua personalità?
Credo diventa più forte di mente. Viaggio da molto tempo E tutte queste sensazioni, questa parte del sé che una persona sviluppa quando viaggia io l’avevo già sviluppata. Però credo che viaggiare in bicicletta mette alla prova la tua buona volontà. Basta pensare che una persona pedala che 6-8 ore senza fermarsi e che l’unica persona con la quale potrai parlare in realtà sei te stesso. Questo comporta che quando va tutto bene è bellissimo, però se ti senti male, se ti fa male qualcosa o sei triste, devi essere veramente molto forte per non abbandonare la tua sfida, per continuare ad andare avanti senza pensare a quello che ti sta succedendo. Credo che questa sia la cosa migliore che la bicicletta mi ha insegnato; mettermi davanti a queste situazioni estreme che hanno fatto sì che oggi quando sono in una situazione complicata, mi metto a pensare alle cose che ho saputo affrontare in bicicletta e in questo modo trovo la forza per superarle.
6. Qual è la cosa più importante che hai imparato in questo viaggio?
Che nessuno e così cattivo, che non siamo così malvagi, che la gente è veramente solidale. Credo che consumiamo molta televisione, molte informazioni spazzatura che ci fanno aver paura della gente, dei nostri propri fratelli. Quando esci per la strada, conosci il mondo, vedi che si ci sono problemi però non tutto è così cattivo così malvagio come ci fanno credere.
7. Qual è stata la persona più interessante che hai incontrato?
Alla luce dei miei viaggi in bicicletta ho conosciuto molta gente però ancora non ho conosciuto nessuna di queste persone che lasciano il segno .
Però se devo dire in tutti i viaggi fatti nella vita credo che la persona più influente o forse interessante è stata Kuri, un giapponese.
Ci siamo conosciuti nel nord dell‘Argentina durante i miei viaggi in Sudamerica.
Abbiamo viaggiato circa due mesi insieme, lui era interessante in tutto, Il suo desiderio o direi quasi una necessità di conoscere la cultura occidentale, la sua bontà, senso di rispetto, le sue regole, il suo senso dell’onore, e la sua lealtà .
Ogni giorni faceva qualcosa che generava una incredibile ammirazione da parte mia. La sua risposta sopra le cose della vita era totalmente diversa dalla mia e hanno cambiato radicalmente la mia forma di pensare; credo che non ho trovato, o forse non esiste una parola per descrivere Kuri.
8. Quale sarà il tuo prossimo viaggio in bicicletta?
Invia prossimo viaggio in programma in bicicletta allora già programmato e sarà verso la metà del 2013.
L’idea è iniziare un viaggio per il mondo però dato che questo concetto è molto vago in termini di punto di inizio e di fine; la prima tappa sarà Buenos Aires – Ciudad de Mexico perché mio fratello vive li.
Insieme al viaggio voglio coordinare altre due attività; Sport e intercambio culturale.
L’idea dello sport, dato che sono un fanatico di calcio,è di seguire le partite di calcio o di qualsiasi altro sport in giro per il mondo, e non focalizzarsi sullo sporta ma sulla gente, sull’ambiente, sul come si vive lo sport in altri paesi del mondo.
È un po’ pazzo come progetto, ho cercato in Internet altre persone per vedere se altro lo facevano e ho scoperto che non lo fa nessuno.
Per quanto riguarda la parte relativa all’intercambio culturale, l’idea è di visitare i club del Rotary, l’organizzazione grazie alla quale ho vissuto un anno in Germania, e promuovere il programma intercambio; però a sua volta poter andare nelle scuole o dare conferenza per gli adolescenti facendogli vedere l’importanza di viaggiare, di conoscere altra gente e altre culture. Sono sicuro che se ci fosse più intercambio culturale nel mondo vireremo in un paese migliore e faremo cose migliori.
10. Che consiglio daresti ad una persona che vuole iniziare un lungo viaggio in bicicletta?
E strano per me dare un consiglio di questo tipo perché tuttavia mi considero un novizio in questa maniera di viaggiare, però credo sia fondamentale conoscere e rispettare i propri tempi. Molte volte vedo gente che fa un viaggio e incontra altri cicloturisti e cambia il proprio ritmo di viaggiare. Questo in bicicletta può essere molto pericoloso perché si sta giocando con il fisico; molte volte non tutti possiamo andare rapidi allo stesso modo o percorrere lo stesso numero di km alla volta, quando succede il viaggio in bicicletta si trasforma in un incubo e questo non è l’obiettivo