Viaggiare nella tua città con uno straniero!

Ci sono cose che sono nel DNA, che non si sa neanche bene perchè si fanno, ma che non puoi non fare.

Io sono molto ospitale, invito sempre gente a casa mia a Roma o dai miei a Napoli. Da più di 20 anni ho amici che vivono lontano che mi vengono a trovare e ogni volta è un modo per scoprire la mia città con occhi diversi.

Vi racconto la mia ultima esperienza. Ad ottobre grazie ad Airbnb è venuto da me un ragazzo tedesco per due settimane, una specie di genietto con 3 lauree che sta facendo il suo PHD a Roma, siamo diventati molto amici, dopo poco lui si è trasferito in un appartamento vicino al mio e durante l’inverno ci siamo visti diverse volte.

La facciata della Chiesa del Gesù
La facciata della Chiesa del Gesù

A maggio lascerà Roma, così mi ha chiesto se potevamo andare a Napoli una votla insieme, dato che io sono di lì.

Ad aprile c’erano le regate dell’America’s Cup, che a me piacciono molto, così l’ho invitato a casa dai miei per il week end. Prendi un tedesco, portalo a Napoli durante un evento internazionale, con la città bloccata e le strade crollate!! Il delirio! Sarà circa la 10° volta che invito stranieri a casa dei miei ed ogni volta imparo a vedere la mia città con gli occhi dei miei ospiti.

I napoletani non camminano, fare 500 metri a piedi è un’eresia, noi prendiamo il motorino. Peccato che con i picclissimi problemi di mobilità la città sia inpercorribile con ogni mezzo di trasporto escluso i piedi. E così, ho fatto tutta la città a piedi due volte al giorno, risultato? Si può fare, non è poi tutto così lontano!!

Ho scelto di far vedere a Tobi delle parti di Napoli che probabilmente da solo non avrebbe visto, siamo andati al Tunnel Borbonico, al quale io sono particolarmente legata, anche se molti si confondono non: è Napoli Sotterranea!!

E’ un tunnel costruito da Ferdinando II di borbone, che parte dalle cisterne d’acqua, e poi mostra gli ambienti usati come rifugio nella II guerra mondiale e come deposito dello Stato per le macchine confiscate. Ti permette di fare un salto nel tempo, ma soprattutto quello che preferisco, è uno zoom nella cultura del napoletano. C’è una canzone di Pino Daniele che si chiama Evvia ‘o Re, ed è prorpio l’esempio della nostra cultura. Non abbiamo identità, corrdiamo incontro a chi ci fa stare meglio. C’è un libro di cui hanno fatto anche un bellissimo film si chiama il Resto di Niente (di Enzo Striano), vi invito a guardarlo o a leggerlo, è quello che secondo me inquadra in maniera più precisa la napoletanità.viaggiare a Napoli

Che effetto fa raccontare le tradizioni?

In italiano abbiamo mille modi di dire, in ogni regione ce ne sono centinaia in dialetto. Avete mai pensato da dove vengono? E avete mai pensato a spiegarle ad uno straniero in un’altra lingua? E’ uno sforzo immane, perchè all’inizio non capirà mai l’importanza e il valore che hanno per te. Soffermarmi per 3 giorni a spiegare al mio amico, che cosa vuol dire “o’ munaciello” “‘a mappatella”, chi è per noi il “parcheggiatore abusivo” , “o’ guaglione do’ bar” e perchè si da sempre loro del voi e mai del lei. L’ho portato nella Pigna Secca, il souq di Napoli, uno dei miei posti preferiti, il mercato del pesce, tra neomelodici e pane cotto a legna, spiegare le grida creative di un venditore di baccalà non è un impresa facile, ma ti aitua ad apprezzare e godere quella cultura che spesso diamo per scontata, perchè ci scorre nelle vene da sempre.

Palazzo Reale
Palazzo Reale

Ogni qual volta entravamo in una galleria liberty, in un palazzo borbonico, in una chiesa barocca, mi sentivo così soddisfatta di ogni piccolo WOW che devo ringraziare il mio amico e tutti quelli che verrano a trovarmi, per farmi soffemare su quello che spesso non ci fermiamo a guardare perchè è sotto casa. Sembra un luogo comune, ma non lo è. Io amo viaggiare e amo conoscere nuove culture, ne ho fatto la mia ragione di vita, ma non smetto mai di ringraziare di vivere in Italia, a cavallo tra Napoli e Roma e di essere nata a Napoli, una città che è una contraddizione continua, ma di cui mi sento una fiera portavoce della sua cultrua.

Non smetterò mai di incitare la gente a viaggiare, ma prima esploriamo ciò che ci è vicino, il vaiggio è una dimensione mentale, non una questione di distanza.

Io parlo sempre di couchsurfing e airbnb perchè ne condivido e ne apprezzo la filosofia, sono un modo per conoscere altre persone, far conoscere la nostra cultura e soffermarsi di più sulla stessa. Forse se capissimo davvero il valore delle cose che abbiamo le rispetteremmo di più, odio le frasi fatte, ma da napoletana emigrata, mi piange il cuore a constatare ogni volta quanto poco si ami la propria terra.

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